Pubblicato il 8 marzo 2016, nella seduta n. 587
LO MORO , PEGORER , FORNARO , GATTI , NACCARATO , GOTOR , MIGLIAVACCA , PAGLIARI , MANASSERO , MINEO , GUERRA , LO GIUDICE , RICCHIUTI , BUEMI , LAI , DIRINDIN , RUTA , LUCHERINI - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la Regione Calabria ha concordato con il Governo, nel lontano dicembre 2009, il piano di rientro dai disavanzi sanitari;
nel luglio 2010 è stato attivato l'istituto commissariale, con individuazione del commissario nella persona del presidente pro tempore della Regione;
nel marzo 2015, a seguito della modifica legislativa intervenuta con la legge di stabilità (legge n. 190 del 2014), che sancisce l'incompatibilità tra il presidente della Giunta regionale e l'istituto commissariale, è stato nominato commissario per il completamento del piano di rientro della Regione Calabria, l'ingegner Massimo Scura e sub commissario il dottor Andrea Urbani;
i rapporti tra la struttura commissariale e gli organi democraticamente eletti della Regione Calabria sono stati sin dall'inizio tesi, per la scarsa collaborazione del commissario e del subcommissario;
tra alterne vicende si è cercato, comunque, di tenere comportamenti di formale collaborazione per l'interesse primario del Presidente della Regione ed in generale dei rappresentanti politici di non accentuare la frattura esistente, al fine di non fare confliggere funzioni istituzionali;
con interrogazione 4-04279 del 15 luglio 2015, rimasta senza risposta, anch'essa a prima firma della senatrice Lo Moro, erano già stati denunciati episodi di scarsa collaborazione di cui non si è tenuto in alcun modo conto;
da ultimo, con decreto n. 30 del 3 marzo 2016, il commissario Scura ha approvato il provvedimento generale di programmazione e di adeguamento della dotazione dei posti letto ospedalieri effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale (pubblici e privati);
questo provvedimento, che pare contenere macroscopici errori, non sarebbe stato frutto di alcun confronto con la Regione, alla quale non è stata data alcuna comunicazione preventiva;
nel decreto, in particolare: si fa riferimento ad un programma operativo 2016-2018, privo della necessaria validazione ponendolo addirittura a base del provvedimento; si mantengono in alcune aziende ospedaliere strutture complesse doppie ed in altre si abbinano specialità tra di loro incompatibili; in alcune aziende si prevedono nuove strutture finalizzate all'assistenza sanitaria degli immigrati, ignorando l'esistenza di strutture già autorizzate e funzionanti in altre aziende sanitarie, con ciò dimostrando la mancanza di qualsiasi visione di rete; vi è palese contraddizione con la rete dei laboratori, già approvata dalla medesima struttura commissariale con altro provvedimento; si trascurano esigenze di territori di frontiera e zone montane e disagiate, financo in presenza di provvedimenti giurisdizionali, senza alcuna motivazione e con la certezza di alimentare migrazione passiva di pazienti calabresi e disagio alle popolazioni;
il Dipartimento regionale per la tutela della salute, probabilmente, anche alla luce dei citati rilievi, non ha sottoscritto il decreto, né ha espresso alcun parere di regolarità tecnica e il Presidente della Regione ha reso pubblico il mancato coinvolgimento degli organi democraticamente eletti;
il Presidente della Regione, a fronte delle fortissime reazioni negative registrate, ha chiesto la revoca del provvedimento:
l'intero mondo delle rappresentanze sociali e di comparto hanno fortemente contestato e chiesto il ritiro del provvedimento, compresi i sindaci dei comuni calabresi che hanno rappresentato vibratamente la loro contrarietà;
al di là di ogni dovere formale è a giudizio degli interroganti assolutamente inconcepibile che una struttura commissariale, su un atto di fondamentale importanza per il sistema sanitario regionale, non avverta il bisogno di attivare i canali istituzionali e sociali di coinvolgimento e confronto;
la Regione Calabria non è la sola regione commissariata, ma è l'unica in cui la struttura commissariale opera in sfregio alle istituzioni democratiche,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati;
se intenda assumere urgenti iniziative di propria competenza finalizzate a porre fine alla gravissima situazione che si è venuta a creare;
se la strada più corretta non sia, come agli interroganti pare, quella della revoca del commissario e del sub commissario, che non hanno meritato la fiducia dei calabresi, a partire dai rappresentanti istituzionali, e non meritano la fiducia del Governo, che non può non avere, come obiettivo finale, la garanzia dei servizi sanitari ai cittadini e la regolarità della gestione del Servizio sanitario.