Atto n. 4-05400

Pubblicato il 3 marzo 2016, nella seduta n. 585

LONGO Eva , BARANI , AMORUSO , AURICCHIO , BONDI , COMPAGNONE , CONTI , D'ANNA , FALANGA , GAMBARO , IURLARO , LANGELLA , MAZZONI , PAGNONCELLI , PICCINELLI , REPETTI , RUVOLO , SCAVONE , VERDINI - Ai Ministri della difesa e dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

il 17 settembre 1943, il sommergibile "Velella" della regia Marina italiana fu silurato ed affondato dal sommergibile britannico "Shakespeare" al largo di punta Licosa (Salerno), mentre operava nell'ambito del «Piano Zeta», ideato per contrastare il previsto sbarco anglo-americano in Calabria o Campania;

il Velella è l'ultimo sommergibile italiano perduto nella guerra contro gli Alleati e giace in mare ad 8,9 miglia dalla costa a circa 138 metri di profondità;

con il sommergibile sono scomparsi anche il comandante Patané, 5 altri ufficiali e 44 fra sottufficiali e marinai;

il sommergibile, armato di un cannone a 149 colpi, 2 mitragliere e 4 lanciasiluri, rappresenta un'eccellenza ingegneristica italiana, essendo dotato di una propulsione generata da motori Fiat in grado di sospingerlo per i suoi più di 63 metri di lunghezza anche a profondità di 100 metri;

l'eventualità per la quale il Velella potrebbe essere stato affondato addirittura ad armistizio già firmato rende ancora più interessante la sua storia e più necessario il suo recupero, considerando che a bordo potrebbero essere presenti documenti utili a chiarire talune dinamiche del secondo conflitto mondiale;

a più di 70 anni di distanza, è incredibile come, malgrado le numerose iniziative messe in campo, innanzitutto dai familiari e dai parenti dell'equipaggio, nessuno abbia accolto le istanze di chi vuole dare degna sepoltura ai propri caduti;

considerato che:

il Velella ha un indubbio valore di carattere storico e culturale;

ai sensi dell'art. 10, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004, "Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali (…) che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico";

secondo quanto disposto dall'art. 20, comma 1, "I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione";

l'integrità del relitto del Velella è seriamente messo a rischio dalle reti dei pescatori che, sovente, restano impigliate nelle lamiere del sommergibile, senza considerare la portata dei danni dovuti alla sua lunghissima permanenza sul fondale marino;

a norma dell'art. 30, comma 1, del decreto legislativo n. 42, "Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza";

l'Italia dispone di grossi mezzi militari in grado di recuperare relitti a svariate centinaia di metri di profondità, come ad esempio alla nave "Anteo", dotata di un minisommergibile attrezzato anche per questi scopi,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano procedere al recupero del relitto del sommergibile Velella e con quali tempi e modalità.