Atto n. 4-05149

Pubblicato il 26 gennaio 2016, nella seduta n. 565
Risposta pubblicata

SANTANGELO , MARTON , BERTOROTTA , PAGLINI , DONNO , TAVERNA , MORRA , MORONESE , CATALFO , BULGARELLI , PUGLIA - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

un centro di selezione VFP1 (volontario in ferma prefissata a un anno), istituito con la legge n. 226 del 23 agosto 2004, è una struttura delle Forze armate italiane, che si occupa dell'accertamento dei requisiti psico-fisici, richiesti ai volontari per l'ammissione alla ferma nelle forze armate;

nell'ambito di tali centri si svolgono tutti gli accertamenti dell'idoneità fisica e psichica del personale volontario, procedura che di regola si svolge nell'arco di 2 giornate. Le visite sono condotte da ufficiali medici specializzati nei diversi settori, coadiuvati o sostituiti, ove necessario, da medici convenzionati civili e da personale paramedico;

le sedi dei centri di reclutamento nazionale dell'Esercito, funzionalmente dipendenti dal Centro nazionale di selezione e reclutamento, sino ad oggi sono state ubicate presso diverse città, quali Roma, Foligno, Napoli e Palermo, consentendo anche a giovani residenti nella più lontana Sicilia di partecipare alle selezioni;

risulta agli interroganti che lo Stato Maggiore dell'Esercito voglia procedere alla chiusura del Centro di selezione VFP1 di Palermo, accentrando tutte le funzioni di selezione a Roma. Infatti, nella giornata del 26 gennaio 2016, il generale di divisione, Carlo La Manna, capo del I Reparto dello Stato Maggiore dell'Esercito, si sarebbe recato a Palermo per preannunciare al personale militare e civile dipendente la chiusura del centro di selezione VFP1;

a parere degli interroganti, tale scelta, se confermata, appare iniqua in quanto comporterebbe per i giovani siciliani interessati a partecipare alle selezioni per il concorso in ferma prefissata notevoli svantaggi rispetto agli altri concorrenti provenienti da altre Regioni italiane. Infatti, il raggiungimento della sede di Roma richiederà a tali giovani di sobbarcarsi i costi del viaggio, con aggravio sulle finanze delle loro famiglie;

agli interroganti risulta che la suddetta decisione di chiusura del centro di selezione VFP1 sarebbe motivata dalla sola utilità di recuperare posizioni di personale militare e civile per reimpiegarlo in posizione extra organico nei reparti militari di stanza a Palermo. Il vantaggio per l'amministrazione della Difesa appare, a giudizio degli interroganti, modesto, soprattutto se rapportato agli importanti ostacoli che i giovani siciliani si troverebbero ad affrontare per partecipare al concorso;

inoltre, un accentramento dell'attività di reclutamento a Roma andrebbe a sovraccaricare una struttura che, ad oggi, fatica a gestire una mole già imponente di concorrenti da valutare;

considerato che:

l'articolo 3 della Costituzione sancisce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.". Il secondo comma dello stesso articolo afferma che compete allo Stato realizzare il principio di pari opportunità tra cittadini: "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori";

a parere degli interroganti, il richiamato principio costituzionale si traduce anche nel rendere possibile a tutti i cittadini, indipendentemente dalla Regione di provenienza, di concorrere per l'accesso alle carriere statali. La scelta di accentrare nella città di Roma le attività di selezione del centro di Palermo ostacola economicamente i giovani siciliani nella partecipazione al concorso nelle Forze armate, con evidente violazione nei loro confronti, del principio di pari opportunità,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

se corrisponda al vero che si intende procedere alla chiusura del Centro di selezione VFP1 di Palermo e, in caso affermativo, se la decisione di trasferire da Palermo a Roma uno dei centri di selezione VFP1 sia giustificata da sufficienti ragioni di opportunità e da rilevanti risparmi sulla finanza pubblica;

se non ritenga opportuno intervenire, al fine di valutare l'effettivo disagio che deriverebbe dalla chiusura del centro in questione, anche rivedendo l'ubicazione dei centri VFP1, in modo da prevederne una distribuzione più equa sul territorio nazionale, consentendo a tutti i giovani provenienti da più parti del nostro Paese di raggiungere senza eccessivi aggravi economici i luoghi di selezione.