Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05072
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Atto n. 4-05072
Pubblicato il 14 gennaio 2016, nella seduta n. 561
ARRIGONI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
quando, nel settembre 2014, Banca d'Italia ha disposto il commissariamento della Cassa di risparmio di Chieti, dalla relazione stilata, si sarebbe appreso che un autista dello stesso istituto, pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale, avesse costantemente esercitato negli anni una "influenza diretta e indiretta sui membri del consiglio" e di tutta la governance interna e che avesse avuto la capacità di "influenzare, pervasivamente, tutte le attività della banca, dalla politica del personale, alle sponsorizzazioni, alla gestione di favore dei rapporti con le parti correlate";
nella stessa relazione, si leggerebbe che l'istituto attestava perdite per 304 milioni di euro e sofferenze per 453 milioni, oltre ad un "modesto sviluppo economico, eccesso di assunzioni, promozioni in numero del tutto anomalo, riconoscimento di incentivi ad personam non legati ai risultati o alla tipologia di mansioni svolte";
da indiscrezioni di stampa si apprende ancora che il figlio dello stesso autista guidasse il sindacato Falcri (Federazione autonoma lavoratori del credito e del risparmio italiani) all'interno della Cassa di risparmio, che raccoglieva altissime adesioni al suo interno, grazie all'appoggio di oltre il 90 per cento degli iscritti; molti media riportano inoltre la notizia della rilevante influenza politica dell'autista in tutto il territorio abruzzese, che, a partire dal 2010, si sarebbe candidato alle elezioni comunali prima e alle regionali poi, tra l'altro con opposte fazioni, ottenendo un numero altissimo di preferenze (oltre 600 voti alle comunali);
già nel 2012, un ispettore della Banca d'Italia avrebbe notato la presenza e la grandissima influenza dell'autista all'interno della gestione della banca, sollecitando, presumibilmente, il successivo pensionamento dello stesso, incentivato da una buona uscita sostanziosa, secondo quanto si apprende da organi di stampa;
nel 2013, però, l'autista sarebbe stato riassunto nel ruolo di consulente, con annesso stipendio adeguato a mansioni di autista, ma ricoprendo ancora, di fatto, un ruolo fondamentale nella gestione sostanziale delle attività finanziarie dell'istituto, tanto che, nella suddetta relazione della Banca d'Italia del settembre 2014, si rileverebbe il reintegro nell'organico di un dipendente "in grado di incidere sui meccanismi che concorrono a determinare gli equilibri interni alla Fondazione e per tale via su quelli della Cassa";
sembra che la decisione di commissariare la banca nel settembre 2014 sia stata presa non soltanto a causa delle gravi perdite patrimoniali ricordate, ma anche per le "gravi irregolarità amministrative" rintracciate, sia nella mancata azione di responsabilità del consiglio di amministrazione verso il precedente direttore generale, uscito a fine 2010 con 3 milioni di euro di incentivo all'esodo, sia nel mancato avvio di un'azione di responsabilità da parte del consiglio di amministrazione proprio nei confronti dell'autista,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, non ritenga opportuno attivarsi presso la Banca d'Italia per un maggiore approfondimento dei fatti e delle vicende che avrebbero portato l'autista a svolgere un ruolo così cruciale all'interno dell'istituto della Cassa di risparmio di Chieti, verificando quali fossero effettivamente le reali funzioni e l'influenza politica che l'autista nega di aver svolto all'interno della banca e accertando le responsabilità dei dirigenti per la riassunzione dello stesso dopo il pensionamento e la prima segnalazione degli ispettori della Banca d'Italia;
se non ritenga opportuno che la Banca d'Italia approfondisca le verifiche sulle responsabilità dell'autista nel dissesto finanziario dell'istituto e sulle reali corresponsioni patrimoniali da questi ricevute e, parallelamente, accerti le eventuali disposizioni legislative, amministrative o statutarie violate, attivando, se necessario, la collaborazione con l'autorità giudiziaria, non essendo ancora stata aperta, ad oggi, qualsiasi indagine della procura per appurare le vicende e le responsabilità dirigenziali che hanno portato alla presente situazione patrimoniale dell'istituto, che lo ha reso suscettibile del processo di risoluzione appena posto in essere con la legge di stabilità per il 2016.