Pubblicato il 16 dicembre 2015, nella seduta n. 554
MAURO Giovanni - Ai Ministri della salute, dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della giustizia. -
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
a Gela (Caltanissetta), insiste da oltre cinquant'anni uno stabilimento petrolchimico (ma anche una centrale elettrica alimentata a pet-coke) che nei decenni ha provocato impatti non indifferenti sulle matrici ambientali acqua, suolo, aria (particolato, polveri sottili, particelle carboniose, fibre) con ripercussioni anche sulla catena alimentare;
tale inquinamento, protratto e accumulato nel tempo, ha prodotto notevoli danni, al di là dei singoli dati sulle medie giornaliere tollerabili;
studi recenti e meno recenti hanno accertato una prevalenza di malformazioni congenite nei nati residenti nel comune di Gela, evidenziando eccessi statisticamente significativi relativamente a malformazioni, quali la spina bifida, la microcefalia, cardiopatia, ipospadìa;
numerose sono state le azioni giudiziarie intentate dalle famiglie colpite da casi di malformazioni neonatali contro le aziende operanti nel petrolchimico, tendenti all'accertamento del nesso eziologico tra esposizione prolungata agli inquinanti e generazione di neonati malformati;
dall'inchiesta condotta dal settimanale "l'Espresso" e pubblicata il 10 dicembre 2015, si apprende che, nell'ambito di un procedimento civile promosso contro ENI da una ventina di famiglie gelesi, il collegio dei consulenti tecnici nominati dai giudici, presieduto dal professor Pierpaolo Mastroiacovo (direttore del Central Office of the International Clearinghouse for Birth Defects Surveillance and Research" e di ICBD - Alessandra Lisi International Centre on Birth Defects and Prematurity), ha depositato una perizia dal contenuto importantissimo, poiché, per la prima volta, si afferma l'esistenza del nesso eziologico, come mai prima, tra inquinamento ambientale e malformazioni dal momento che la relazione fornisce prove persuasive di un'altamente probabile causa ambientale;
nonostante tale circostanziata perizia, il procedimento di accertamento tecnico preventivo tendente a indurre Eni ad una composizione bonaria delle contrapposte ragioni si è concluso con un nulla di fatto. E ciò nonostante sia presumibile ritenere che il tribunale che dovrà emettere la sentenza, alla fine del procedimento, si uniformerà alle conclusioni della relazione del collegio tecnico con le consequenziali statuizioni,
si chiede di sapere:
quale sia la valutazione dei Ministri in indirizzo in merito alle notizie riguardanti la perizia depositata dal collegio tecnico, a guida professor Pierpaolo Mastroiacovo, recante la conclusione che le malformazioni neonatali osservate siano state favorite concretamente dalla presenza nell'ambiente di sostanze chimiche prodotte dal polo industriale, sia per effetto individuale, che per effetto sinergico tra di loro;
quali azioni intendano mettere in campo, ognuno per le proprie competenze, affinché si proceda con maggiore celerità nel programma di bonifica del sito di Gela;
se non ritengano opportuno verificare lo stato di attuazione del protocollo d'intesa stipulato tra ENI e la Regione Siciliana riguardante la riconversione green della raffineria di Gela;
se sia intenzione del Governo pronunciarsi sulla vicenda delle tante malformazioni neonatali, che si registrano ogni anno nel territorio di Gela, non risultando sufficiente plaudire puramente e semplicemente alla realizzazione di "bioraffinerie", e se intendano affrontare con decisione e urgenza anche gli effetti dannosi che nel passato sono stati prodotti nell'ambiente;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno agire, nei limiti delle sue competenze, al fine di imprimere la necessaria accelerazione ai procedimenti giudiziari aventi ad oggetto l'accertamento del diritto al risarcimento del danno azionato da chi ritiene di aver subito un danno alla salute, cagionato da inquinamento ambientale.