Atto n. 4-04919

Pubblicato il 3 dicembre 2015, nella seduta n. 548

CROSIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

Telecom Italia, per la sua importanza a livello nazionale come centrale di acquisto, per i suoi valori di spesa che si aggirano fra i 7 e gli 8 miliardi di euro annui e per le sue politiche di acquisto, è in grado di condizionare gli equilibri concorrenziali sul mercato e lo stesso bilancio dello Stato;

infatti, Telecom Italia da una parte agisce come fornitore di servizio pubblico per la rete fissa, anche per la sua gestione della quasi totalità della rete, ma dall'altra opera sul mercato come centrale di acquisto e quindi si avvale di fornitori ai quali affidare opere e servizi;

appare evidente che, ancora più delle altre aziende, deve commissionare lavori comparabili nazionalmente a delle tariffe di mercato, per evitare di rendere disomogenea la qualità e la quantità della spesa su tutto il territorio;

all'interrogante risulta che a marzo 2015 sia stato dato mandato a un revisore esterno, "Kpmg", di avviare una disamina completa dell'operatività dell'ufficio acquisti in seguito a «due segnalazioni anonime che denunciavano sospette sovrafatturazioni da parte di un fornitore, allo scopo di pagare "stecche" a dirigenti Telecom». Oltre all'incarico a Kpmg è stato avviato in parallelo anche un audit interno, che sta accertando la fondatezza delle denunce, come si apprende da un articolo de "Il Sole-24ore" del 27 marzo 2015;

sarebbe quanto mai distorsivo nelle regole di mercato se Telecom Italia commissionasse lavori a prezzi maggiorati rispetto al valore dell'opera, creando una situazione di preoccupante squilibrio fra fornitori ai quali verrebbe impedito di svolgere il proprio lavoro con eque condizioni e sarebbe ancora più sconcertante se dalle transazioni si recuperassero dei soldi "in nero" da utilizzare per possibili atti di corruzione,

si chiede di sapere:

se sia stata accertata la veridicità delle denunce effettuate in merito alle sovrafatturazioni da parte di Telecom Italia e quali siano gli esiti delle indagini avviate a marzo 2015;

se non ritenga doveroso intervenire con ispezioni da parte della Guardia di finanza, per accertare che non siano stati commessi illeciti amministrativi finalizzati a favorire alcuni fornitori attraverso fatture maggiorate rispetto al reale valore del servizio ricevuto;

se non ravvisi nel comportamento di Telecom Italia azioni lesive nei confronti delle piccole e medie imprese in merito alla disparità di trattamento e all'impossibilità di accedere sul mercato a condizioni eque.