Pubblicato il 20 ottobre 2015, nella seduta n. 525
ARACRI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
l'officina meccanica AR.MA Srl, con sede a Roma, via del Fringuello n. 28, è costituita da 2 corpi di fabbrica, l'uno con l'accesso nella citata via e costituito da capannoni industriali e un ampio spazio destinato a rimessaggio e lavorazioni, e l'altro con accesso dalla via Walter Tobagi n. 38 e costituito principalmente da un capannone industriale e spazi perimetrali di manovra e lavoro;
l'officina effettua lavorazioni di manutenzione meccanica di mezzi pesanti, sia in convenzione con le aziende municipalizzate di Roma (Ama e Cotral) come si può dedurre dal transito e dallo stazionamento di numerosi mezzi della raccolta rifiuti e del trasporto pubblico urbano ed extra urbano, sia con altre amministrazioni;
le lavorazioni effettuate nell'officina non si limitano alla mera manutenzione ordinaria, bensì vengono praticati trattamenti di carattere industriale con forte impatto ambientale, senza attenzione per la destinazione urbanistica abitativa e residenziale della zona, nella quale sono presenti sia abitazioni sia scuole;
nello specifico, come si può osservare dal passaggio innanzi all'officina, vengono effettuate manutenzioni degli impianti frenanti, con sostituzioni di strisce frenanti e ferodi, saldature autogene (ossigeno ed acetilene) e ad arco (elettrica), soffiature degli ingranaggi e delle parti meccaniche, tutte operazioni dalle quali si origina, principalmente, la dispersione di polveri di lavorazione di carattere ferroso, fortemente inquinanti per l'ambiente e dannose per la salute degli abitanti e degli operai, oltre a rumori che superano la normale tollerabilità sia per intensità sia per continuità;
dal punto di osservazione indicato, infatti, si può constatare che le operazioni di manutenzione non avvengono all'interno dei capannoni, bensì nella zona antistante, all'aria aperta, e non si scorge la presenza di aspiratori o di altri presidi di sicurezza per la salute, che sono essenziali per il loro svolgimento;
le ragioni di preoccupazione dell'interrogante derivano dal fatto che gli abitanti della zona trovano giornalmente sulla biancheria stesa, sul davanzale delle finestre e sulle piscine, ubicate nei giardini, residui ferrosi, polveri scure e biancastre (derivanti presumibilmente dalle lavorazioni agli impianti frenanti) che non possono essere attribuite al fisiologico inquinamento ambientale cittadino, bensì, considerate la concentrazione e le tipologie, alle lavorazioni industriali citate;
a ciò si aggiungono l'odore acre che si sprigiona dai locali e si propaga nelle vicinanze, che costringe i residenti a tenere chiuse ermeticamente le finestre nonostante il caldo torrido, e il rumore assordante proveniente dalle pistole pneumatiche e dalle sirene che scandiscono i ritmi lavorativi durante la giornata;
inoltre, il piazzale viene lavato giornalmente, con acqua corrente a fine lavorazione e lo scolo delle stesse confluisce nelle fogne, disperdendosi in natura senza alcun trattamento;
da notizie in possesso dell'interrogante, tali circostanze sono state reiteratamente segnalate e contestate sia ai responsabili dell'officina sia alle locali e competenti autorità comunali preposte, anche se i primi hanno negato lo svolgimento di operazioni e lavorazioni dannose e si sono trincerati dietro la presenza di asserite autorizzazioni amministrative, oltre alla pubblica utilità del servizio svolto, invocando peraltro la tolleranza dei residenti;
a detto proposito, il comando dei vigili urbani-tutela ambientale del municipio VI di Roma, che è stato informato con ben 2 dettagliate note, non ha fatto pervenire alcun riscontro, né in termini di presa in carico della pratica, né in termini di intervento in loco per lo svolgimento delle doverose ed urgenti verifiche del caso;
nonostante la pericolosità potenziale ed effettiva per la salute e per l'ambiente derivante dalle circostanze esposte, che dovrebbero costituire un motivo di intervento sollecito e senza dilazione, al fine di evitare che danni già arrecati possano aggravarsi o avere conseguenze ben più radicali e tragiche, non si è ancora proceduto in alcuna maniera;
a giudizio dell'interrogante, la situazione è grave e perdurante e necessita di una celere risoluzione: non è concepibile che in una zona residenziale ad alta intensità abitativa vi sia un complesso industriale-meccanico di tali dimensioni, incompatibile con i più basilari principi di tutela dell'ambiente e della salute degli abitanti,
si chiede di sapere:
quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per porre rimedio alla questione che vede coinvolta la società AR.MA Srl e i cittadini residenti in via del Fringuello e zone limitrofe a Roma;
se non ritenga inidoneo un insediamento industriale-meccanico di tali dimensioni, in una zona residenziale ad alta densità abitativa;
se intenda svolgere dei controlli approfonditi sull'inquinamento dell'aria, sulle polveri sottili (Pm), sull'ozono e su ogni parametro che potrebbe danneggiare la salute dei cittadini e degli operai;
se risulti per quali ragioni il comando dei vigili urbani-tutela ambientale del municipio VI di Roma, in riferimento alle 2 note dettagliate inviategli, non abbia fatto pervenire alcun riscontro, né in termini di presa in carico della pratica, né in termini di intervento in loco.