Pubblicato il 23 settembre 2015, nella seduta n. 510
MALAN , GASPARRI - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
tra tutte le autostrade d'Italia, la A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova è superata per ricavi, e di poco, solo da quella del Brennero, con oltre 321 milioni di euro nel 2013 (nell'ultimo anno i dati sono pubblicamente disponibili, poiché il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad oggi non ha ancora reso noto il rapporto sulle concessioni autostradali per l'anno 2014), frutto di quasi 5 miliardi di chilometri percorsi sulla tratta e di un aumento delle tariffe, tra il 2007 e il 2013 di quasi il 33 per cento, più del doppio dell'inflazione;
il lontano 12 luglio 1956 tale via di comunicazione fu affidata in concessione alla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, anche conosciuta come "A4 SpA";
nonostante l'articolo 3, comma 2, della legge 21 maggio 1955, n. 463, tuttora in vigore, ponga un limite massimo di 30 anni alla durata delle concessioni, con lo strumento degli atti aggiuntivi, giustificati dall'inserimento di nuovi lavori, la scadenza della concessione è stata varie volte prorogata fino a quando la convenzione del 9 luglio 2007 tra ANAS e A4 l'ha ulteriormente prorogata al 31 dicembre 2026, "in funzione della realizzazione della Valdastico Nord", il cui progetto andava presentato entro il 30 giugno 2013;
in una data imprecisata poco prima di quest'ultima scadenza, quando, in mancanza dell'assenso della Provincia autonoma di Trento, essendo ormai chiaro che il progetto non poteva essere presentato in tempo utile, arrivò un atto che, a giudizio dell'interrogante graziosamente, la prorogava di altri due anni; oggi, scaduto anche questo termine, qualche altro atto consente alla società, presieduta dal 2013 dall'influente sindaco di Verona Flavio Tosi, di continuare a gestire la redditizia tratta;
senza questi atti la concessione della tratta sarebbe da oltre 2 anni in mano allo Stato, il quale avrebbe potuto e dovuto indire una gara, nella quale era libero di richiedere il pagamento di una somma iniziale e un canone, a beneficio dell'erario; del resto, lo stesso ministro Delrio, nella sua audizione nell'8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato del 22 luglio 2015, ha affermato che la gara dovrebbe essere la regola e non l'eccezione;
come accennato, per il completamento della A31 Valdastico Nord, comunque essenziale perché la società A4 abbia la disponibilità dell'intera concessione fino al 2026, occorre l'autorizzazione della Provincia autonoma di Trento, che tarda ad arrivare, sia per le proteste di varie associazioni ambientaliste e locali, sia perché evidentemente la A31 porterebbe molto traffico proveniente dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia e diretto verso il Brennero, a non percorrere più la tratta della A22 da Verona fino al futuro allacciamento della A31, con grande guadagno di tempo per tutti quegli automobilisti, ma con riduzione degli introiti da parte della A22 del Brennero;
l'autorizzazione da parte della Provincia autonoma di Trento sembra ora più vicina, senza che le proteste delle associazioni contrarie al completamento della A31 siano cessate, ma in coincidenza con l'orientamento del Governo a prorogare, senza alcuna gara o indagine su eventuale interessamento da parte di altri soggetti, la concessione della A22, scaduta il 30 aprile 2014, come comunicato dal ministro Delrio nella stessa audizione; va detto che la gara era stata tempestivamente indetta con bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 settembre 2011, ma successivamente annullata con sentenza della sezione del Consiglio di Stato n. 1243 del 13 marzo 2014, la quale rovesciava il responso del TAR del Lazio, contrario all'annullamento; anziché correggere gli errori, il Ministero ha atteso fino ad ora, dando modo al titolare del Dicastero di schierarsi per l'ennesima proroga; giova ricordare che la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol possiede il 32,29 per cento della A22, oltre a un 6,63 per cento in mano alla Provincia di Bolzano e al 5,34 per cento della Provincia di Trento, e un'altro 8,45 per cento di proprietà dei Comuni di Trento e Bolzano, e dunque ne influenza ampiamente la gestione; con tutto ciò che questo comporta in termini di posti negli organi amministrativi, le cui retribuzioni ammontano a 714.000 euro annui, e di influenza sui 996 posti di lavoro, il cui costo medio negli ultimi 5 anni è salito del 15,6 per cento, cioè il 6 per cento più dell'inflazione, giungendo a 75.849 euro cadauno;
l'autostrada A22 ha garantito ai suoi concessionari ricavi di oltre 330 milioni di euro sia nel 2012, sia nel 2013, con un margine operativo lordo di 152 e 153 milioni, grazie agli oltre 4 miliardi di chilometri percorsi e a un aumento dei pedaggi del 17 per cento tra il 2005 e il 2013;
si apprende dalla stampa (tra gli altri l'inserto "Economia & Finanza" di "la Repubblica" del 10 agosto 2015 e Reuters Italia stessa data) che la società A4, a seguito di una sorta di gara privata, avrebbe firmato un accordo di esclusiva per la vendita della concessione alla società spagnola Abertis per una cifra intorno a 1.200.000.000 euro, somma che andrebbe unicamente a beneficio dei soci;
se l'operazione andasse in porto, dalla proroga della concessione, frutto unicamente della decisione del Governo, la società A4 SpA ricaverebbe dunque ben 1.200 milioni di euro, oltre ai guadagni relativi agli anni 2013, 2014 e 2015, stimabili in circa 300 milioni di euro, sulla base del fatto che il margine operativo lordo del 2012 è stato di oltre 137 milioni e quello del 2013 oltre 159 milioni; questo miliardo e mezzo non avrebbe richiesto alcun tipo di particolare impegno, sforzo o investimento da parte della società, poiché il completamento della A31 sarebbe a carico della società Abertis;
in pratica, il Governo avrebbe trasferito un patrimonio pubblico dal quale sarebbe stato facile ricavare la somma suddetta, a una società privata, senza alcuna motivazione; è chiaro che la procedura di gara espletata dalla A4 sarebbe benissimo potuta essere effettuata dallo Stato, con piene garanzie per tutti, con gli stessi esiti economici, se non maggiori grazie all'apertura a tutti i soggetti e non solo ad alcuni, con la decisiva differenza che quei 1.200 milioni di euro sarebbero andati a beneficio dell'erario e non di una società privata che avrebbe ottenuto la concessione e la proroga senza alcuna gara;
a quanto risulta il maggiore azionista della società A4 è, secondo "la Repubblica", banca Intesa con il 44,85 per cento, grazie anche ad acquisizioni avvenute in tempi di ribasso del valore delle azioni quando vari enti pubblici hanno ceduto (in perdita) delle quote; dal 2002 amministratore delegato di banca Intesa è stato il dottor Corrado Passera, che ha lasciato la carica solo all'atto della sua nomina a capo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dove è stato dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013; amministratore delegato e direttore generale di banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo è stato dal 2006 al 2007 il dottor Mario Ciaccia, vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti insieme al ministro Passera,
si chiede di sapere:
quali atti abbiano prorogato la scadenza del 30 giugno 2013 perché la società A4 potesse continuare a condurre la concessione dell'autostrada omonima anche in mancanza del progetto per il completamento della A31 Valdastico Nord;
se risulti chi abbia firmato e autorizzato tali atti;
quali azioni il Ministro dell'economia e delle finanze intenda intraprendere a difesa del patrimonio pubblico il cui ricavato è stato graziosamente ceduto a una società privata;
quali azioni intenda intraprendere nei confronti dei responsabili di tale enorme perdita per l'erario;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia a conoscenza di elementi utili ad accertare le responsabilità di quanto è avvenuto;
quali siano le motivazioni che lo porterebbero a prorogare la concessione dell'autostrada A22, la prima in Italia per ricavi, senza alcuna procedura di gara, tenendo presente che la proroga di quella della A4 ha fruttato, purtroppo non allo Stato ma a privati, un miliardo e mezzo di euro.