Pubblicato il 9 settembre 2015, nella seduta n. 500
MOLINARI , VACCIANO , D'ADDA , BUEMI , GAMBARO , LIUZZI , CAMPANELLA , BENCINI , BIGNAMI , ORELLANA , MUSSINI , ROMANI Maurizio , DE PIETRO , SIMEONI , SCAVONE
Il Senato,
premesso che:
solo poco prima della chiusura dei lavori parlamentari per il periodo estivo, alla Camera sono stati presentati diversi atti di indirizzo aventi ad oggetto interventi straordinari per le popolazioni colpite da eventi naturali (argomento, peraltro, non estraneo anche al Senato) che, oltre ad avere lo scopo di dare conforto alle medesime, costituiscono un ammonimento sulla condizione di pericolo in cui versa la maggior parte del territorio italiano, a causa del dissesto idrogeologico;
nelle occasioni citate erano in discussione i fatti e le soluzioni immediate da dare alle popolazioni del Veneto e di Genova;
la necessità di interventi strutturali da realizzarsi nell'intero Paese in merito ai temi riguardanti la tutela ambientale e la difesa del territorio, delle popolazioni e delle attività produttive sono da annoverarsi tra le priorità politiche che, in quanto attinenti a diritti fondamentali, dovrebbero auspicabilmente interessare tutti i gruppi parlamentari, ampliando il campo di azione comune e attivando l'azione di prevenzione e di intervento del Parlamento e del Governo;
la situazione di potenziale pericolo in cui versa gran parte del territorio, a causa della fragilità dell'equilibrio del nostro territorio e dell'esposizione al rischio di frane e alluvioni, si concretizza nella presenza di aree a rischio idrogeologico in ben 6.633 comuni italiani, con un bilancio annuale, in termini economici e, purtroppo, di vite umane, pesantissimo e non tollerabile, per un Paese che fa parte della democrazia occidentale evoluta;
è evidente la necessità di maggiori investimenti, soprattutto in termini di prevenzione, attraverso i quali affermare una nuova cultura dell'utilizzo del suolo, che metta al primo posto la sicurezza della collettività, ponendo fine, da un lato, a usi speculativi e abusivi del territorio, dall'altro, al suo completo abbandono;
in un contesto in cui sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, con fenomeni meteorologici caratterizzati da piogge intense concentrate in periodi di tempo sempre più brevi, la gestione irrazionale del territorio porta a conseguenze disastrose: negli ultimi 5 anni, oltre all'irrecuperabile e tragico costo umano, dovuto a circa 2.000 eventi naturali catastrofici, sono stati impegnati 5 miliardi di euro per dare sollievo a comunità e imprese, pure duramente colpite dalla crisi economica ancora in atto, al fine di evitare ulteriore pregiudizio economico ai cittadini;
considerato che:
l'ennesimo episodio di devastazione ambientale ha riguardato, questa volta, la Calabria: un violentissimo nubifragio si è abbattuto nella notte tra il 12 ed il 13 agosto 2015 sulla costa jonica cosentina, colpendo soprattutto la zona di Rossano e Corigliano calabro, dove sono sono esondati i torrenti Citrea, Celadi e Inferno;
a Rossano calabro è crollata una strada del centro storico, decine di auto sono state trascinate dal fango e persino un'automobile della Polizia, dopo aver portato in salvo una quarantina di persone rimaste intrappolate in un hotel (tra cui molti bambini), è stata trascinata dalla furia delle acque del torrente esondato, fortunosamente senza conseguenze. Ciò mentre altre squadre delle forze dell'ordine evacuavano alcune abitazioni e intervenivano per mettere in sicurezza adulti e bambini rimasti intrappolati in un villaggio turistico. L'esondazione del torrente Citrea, nel frattempo, provocava l'isolamento di alcuni quartieri in località Petra, Ciminata, Vallato, Toscano ed altre;
i lidi che, fino al giorno prima, ospitavano i turisti sono stati letteralmente spazzati via e moltissime piccole aziende, imprenditori ed esercenti hanno visto distrutte le loro attività e vanificate le loro possibilità di guadagno; rimanendo chiusi, infatti, tutti i sottopassaggi ferroviari (come molti sottopassaggi comunali), l'accesso all'area marina dalla zona Scalo è stato fortemente limitato;
nella città alta di Rossano sono state evacuate alcune famiglie a seguito del crollo di un tratto del muro portante di via Minnicelli e vi sono stati smottamenti diffusi in più parti sia del centro storico che dello Scalo, con la chiusura della strada provinciale Celadi per frane; la strada statale 106 jonica e la ex strada statale 177 Silana di Rossano sono percorribili solo in casi di necessità ed emergenza, ciò mentre il Comune sta provvedendo al ripristino degli argini del torrente Citrea e alla ricanalizzazione delle acque;
le persone salvate dagli specialisti del Soccorso alpino fluviale della Guardia di finanza, come dalle altre forze dell'ordine, sono state ospitate, insieme a tutti gli altri che si trovavano in condizioni di necessità, nei centri di accoglienza e ricovero allestiti nelle strutture sportive di via Candiano e viale Sant'Angelo, dove sono stati garantiti pranzi a sacco;
atteso che:
il 90 per cento del territorio calabrese è a forte rischio idrogeologico;
le conseguenze economiche degli eventi calamitosi che hanno colpito la vasta area dell'alto Jonio calabrese non sono state ancora totalmente calcolate ma, in base ad una primissima valutazione, i danni a strutture, attività balneari e abitazioni sono enormi, hanno messo in ginocchio le attività produttive (soprattutto quelle garantite dalle piccole e medie imprese), destinate a perire nel caso in cui mancasse un intervento deciso, peggiorando la già fragile situazione economica della zona;
risulta oltremodo doveroso produrre il massimo sforzo per dare rapide soluzioni, mitigare e riparare i danni causati al tessuto economico, specie del settore turistico, della vasta zona interessata;
il Governo ha varato recentemente una serie di provvedimenti che rischiano di essere insufficienti alla luce della situazione attuale, nella criticabile considerazione del fatto che, dei 650 milioni di euro stanziati (un importo risibile se comparato alle somme spese per riparare alle emergenze, 8 volte più ingenti), neanche un euro è destinato al Sud Italia, e ciò nonostante i dati sconfortanti resi noti dallo Svimez sulla situazione economica meridionale, danneggiata e limitata nelle proprie capacità di sviluppo, anche a causa di infrastrutture fatiscenti e rischiose, e non in grado di garantire la necessaria competitività alle imprese che ivi operano;
l'utilizzo dei fondi europei per interventi mirati nei territori consentirebbe maggiore sicurezza sulla produttività delle spese effettuate e aiuti efficaci per lavoratori e imprenditori, e se ciò avvenisse con una regia nazionale, di concerto con le Regioni interessate, in funzione di una serie di obiettivi puntuali da raggiungere e con un supporto tecnico diversificato a seconda dei territori per il loro utilizzo razionale, costituirebbe una garanzia adeguata di successo;
l'azione congiunta di Parlamento e Governo, coadiuvata da quella del sistema bancario operante in Calabria, sarà fondamentale per la riuscita dell'intervento, considerando che solo una regia pubblica, efficace e solidale, e un reale accesso al credito, rapido e senza interessi, potrà scongiurare il rischio dei mancati pagamenti delle merci andate in rovina e/o l'impossibilità di riacquistare le scorte per la ripresa dell'attività; analoga necessità si registra per garantire le ristrutturazioni dei locali devastati dalla forza della natura;
le istituzioni centrali non possono e non devono lasciare alla sola Regione Calabria ed ai singoli Comuni interessati l'adozione delle necessarie misure emergenziali di natura socio-economica, per evitare che le attività produttive falliscano: la conseguenza dell'insufficienza dell'intervento locale potrebbe causare un rovinoso "effetto domino" rovinoso con licenziamenti dei dipendenti e ulteriore peggioramento delle condizione di vita dei cittadini che vivono e lavorano sul versante jonico calabrese;
sono, pertanto, necessarie a giudizio dei proponenti misure urgenti, a partire dalla sospensione immediata del pagamento dei tributi locali e delle imposte regionali, al fine di non peggiorare la situazione di sfiducia delle popolazioni residenti,
impegna il Governo:
1) ad adottare, attraverso interventi normativi e gli opportuni necessari stanziamenti, ogni iniziativa utile a sostegno dei territori e Comuni colpiti dalla tempesta, nubifragio e allagamenti, avvenuti tra il 12 e 13 agosto 2015 sulla costa jonica cosentina, e, attese le risultanze derivanti dalle quantificazioni dei danni raccolte dagli enti locali, al fine di rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita, della funzionalità dei servizi essenziali e per la riduzione del rischio residuo, la ricostruzione e il risarcimento dei danni, stabilendo delle misure che garantiscano parità di trattamento per tutti i Comuni facenti parte delle zone colpite dai fenomeni naturali che hanno provocato ingenti danni ambientali;
2) ad assumere, in particolare, efficaci iniziative affinché:
a) le spese sostenute dalle Regioni e dagli enti locali per il ripristino dai danni subiti non siano conteggiate ai fini del patto di stabilità interno;
b) vengano sospesi l'invio delle cartelle esattoriali, il pagamento dei tributi locali e gli oneri fiscali e contributivi, fino al ritorno alle normali condizioni di vita della popolazione, predisponendo un piano di rateizzazione per il rientro delle rispettive posizioni debitorie nei confronti del fisco, prevedendo e garantendo che gli introiti mancanti siano reperiti, aumentando i trasferimenti centrali ai comuni interessati a causa delle sospensioni di Tari, Tasi ed Imu;
c) siano previsti sgravi fiscali per la ricostruzione ed il restauro degli edifici colpiti, ed il ripristino delle attività produttive e dei beni artistico-architettonici;
d) per gli edifici dichiarati inagibili, e per tutto il periodo di inagibilità, sia sospeso il pagamento dei mutui, dei finanziamenti e dei tributi locali, utilizzando a compensazione verso i creditori un fondo di solidarietà appositamente istituito anche con la partecipazione di Cassa depositi e prestiti;
e) siano stipulati specifici accordi con Fincalabra SpA e le banche operanti sul territorio, al fine di facilitare l'accesso al credito e la sua erogazione finalizzata al ripristino della vita associata, delle attività produttive, della ricostruzione di infrastrutture, pubbliche e private, danneggiate dagli eventi naturali senza l'onere del pagamento degli interessi per i richiedenti credito aventi tali finalità;
3) ad assumere, in generale, efficaci iniziative affinché:
a) si proceda con urgenza alla definizione di criteri oggettivi che, sul territorio italiano, in caso di future calamità naturali, garantiscano ai territori colpiti parità di trattamento in proporzione all'entità dei danni subiti;
b) sia convertita la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, redatta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in un piano vero e proprio, anche con il supporto dell'unità di missione «Italia sicura», individuando una scala di priorità tra gli interventi ivi contenuti, un cronoprogramma di attuazione ed un piano di finanziamenti certi, prevedendo lo stanziamento dei primi fondi, già a partire dalla legge di stabilità per il 2016;
c) in nessun modo la previsione di interventi generali e particolari di sostegno in tali situazioni possa andare a vantaggio di chi abbia commesso illeciti amministrativi, dichiarati ed accertati, che integrino fattispecie di abusivismo edilizio ovvero di svolgimento abusivo di qualsivoglia attività produttiva, nonché di ogni altra fattispecie illecita acclarata che abbia contribuito al degrado ambientale in qualità di concausa e/o fatto aggravante degli eventi dannosi.