Atto n. 3-01970 (in Commissione)

Pubblicato il 9 giugno 2015, nella seduta n. 461

D'AMBROSIO LETTIERI , ROMANI Maurizio , RIZZOTTI , DIRINDIN , ROMANO - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, nel 2012 si sono verificati 9.250 decessi per polmonite, prevalentemente nei soggetti con più di 65 anni, non vaccinati alla nascita;

si tratta di un fenomeno di grande rilevanza, se si considera che, nello stesso anno, si sono verificati ad esempio, a prescindere dall'età, 3.900 decessi per incidenti stradali;

la vaccinazione svolge un ruolo determinante nella prevenzione di questa patologia;

nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza è previsto che il 5 per cento del fondo sanitario nazionale sia destinato alla prevenzione, ma le Regioni non hanno mai utilizzato integralmente tali risorse per le finalità previste;

peraltro, il rapporto Ocse-Ue "Health at a Glance: Europe 2012" indica che l'Italia si colloca all'ultimo posto in Europa per gli investimenti in prevenzione, spendendo appena lo 0,5 per cento della spesa sanitaria complessiva, contro una media Ue del 2,2 per cento, sopra la quale si collocano Paesi come Germania (3,2 per cento), Svezia (3,6 per cento), Olanda (4,8 per cento) e Romania (6,2 per cento);

premesso inoltre, che:

secondo le conclusioni delle indagini conoscitive svolte dalle Commissioni permanenti Affari sociali e Bilancio e Igiene e Sanità rispettivamente di Camera e Senato, la prevenzione può contribuire in maniera significativa non solo alla salute della popolazione, ma anche alla sostenibilità del sistema, in quanto la maggior parte degli interventi sugli stili di vita e dei programmi di screening e vaccinali producono effetti consistenti non solo nel medio-lungo periodo, ma anche nel breve, soprattutto se si considera una prospettiva più ampia che supera l'ambito dei costi sanitari diretti e indiretti ma considera anche l'ambito sociale;

inoltre, lo sviluppo di politiche per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio sulla vita e sulla salute di un ambiente contaminato, insalubre e poco sicuro può ridurre in modo significativo i costi sociali ed economici (compresi quelli sanitari) che ricadono sulla collettività, in particolare a danno delle persone socialmente più svantaggiate;

considerato che:

il piano nazionale della prevenzione 2014-2018 affronta la tematica degli interventi vaccinali, evidenziando la necessità di integrare l'offerta universale con interventi personalizzati rivolti alle persone più fragili;

lo stesso piano rileva che, nel prossimo quinquennio, l'impegno dovrà essere volto a superare le differenze territoriali in termini sia di standard di copertura vaccinale che di qualità dell'offerta;

la vaccinazione pneumococcica, per tutte le età, è oggi ritenuta dall'organizzazione mondiale della Sanità una priorità sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, al fine di ridurre le morti evitabili, migliorare la qualità e le aspettative di vita;

lo studio CAPiTA, un trial che ha coinvolto circa 85.000 soggetti, condotto dal "Jiulius Clinical Center" e dal centro medico dell'Università di Utrecht, ha dimostrato l'efficacia della vaccinazione con il vaccino pneumococcico polisaccaridico coniugato 13-valente verso le polmoniti acquisite in comunità (CAP) anche nei soggetti adulti dai 65 anni in su;

a livello mondiale sono state distribuite oltre 600 milioni di dosi del suddetto vaccino, che ha dimostrato un elevato profilo di sicurezza;

ad oggi, nel nostro Paese tale vaccino è inserito nel calendario vaccinale nazionale per le età pediatrica ed evolutiva ma non è previsto per l'età adulta. Il calendario per la vita, elaborato dalle società scientifiche pediatriche, di medicina generale e di sanità pubblica, suggerisce, invece, l'offerta della vaccinazione anti-pneumococcica anche per i soggetti con più di 50 anni;

in Italia, peraltro, si riscontrano già alcune best practices regionali in questo ambito meritevoli di essere mutuate in tutto il territorio nazionale;

in Puglia, ad esempio, il modello di programmazione della campagna di vaccinazione contro lo pneumococco prevede l'offerta attiva a 3 coorti di nascita (65 anni, 70 anni e 75 anni), in modo da coprire, nell'arco di 5 anni, la fascia di età 65-80 anni (l'offerta è gratuita per i soggetti over 75 e per i soggetti a rischio di ogni età);

l'esperienza della Puglia ha dato esiti tangibili di riduzione della patologia a soli 2 anni dall'introduzione del vaccino: i risultati, che sono stati recentemente presentati nel congresso europeo di malattie infettive (ECCMID-Copenaghen), mostrano infatti una riduzione del 50 per cento delle polmoniti da pneumococco,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti indicati in premessa;

quale sia lo stato di elaborazione del nuovo piano di prevenzione vaccinale nazionale;

se non ritenga necessario includere nel nuovo piano di prevenzione vaccinale anche la vaccinazione anti-pneumococcica per l'adulto.