Pubblicato il 14 maggio 2015, nella seduta n. 450
COMPAGNONE , SCAVONE - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
l'art. 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e successive modifiche e integrazioni disciplina i casi di adozione della misura dello scioglimento dei Consigli Comunali in seguito ad infiltrazioni da parte della criminalità organizzata;
negli ultimi anni attraverso tale misura sono stati colpiti interessi della criminalità organizzata e collusioni gravi in alcune amministrazioni locali, non solo in Comuni delle Regioni tradizionalmente più esposte al fenomeno mafioso, ma anche in Regioni che sino a qualche anno fa si ritenevano immuni dal fenomeno;
la norma richiede l'utilizzo di un certo potere discrezionale giustificato dalla necessità di impedire il controllo di amministrazioni e appalti pubblici da parte delle mafie, pur tenendo rigorosamente distinti gli aspetti penali da quelli amministrativi tesi alla verifica dei requisiti richiesti per l'applicazione della misura di scioglimento;
tale potere discrezionale deve tuttavia mantenersi entro i limiti dettati dalla norma così come riformata dalla legge n. 94 del 2009 (elementi concreti, univoci e rilevanti);
il superamento di detti limiti discrezionali da parte degli organi preposti determina il rischio di un indebolimento generale del sistema e di una diminuzione della credibilità delle istituzioni democratiche, nonché dell'impegno dello Stato nella lotta alla mafia;
gli interroganti sono venuti a conoscenza ed intendono evidenziare il caso emblematico del comune di Augusta, in provincia di Siracusa, sciolto con decreto del Presidente della Repubblica del 7 marzo 2013, nel quale un verosimile eccesso di potere discrezionale ha determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale in assenza, secondo molti osservatori, dei criteri di concretezza, univocità e rilevanza richiesti dalla norma;
il caso prende le mosse da una comunicazione della Procura distrettuale della Repubblica, direzione distrettuale antimafia, di Catania che riferiva al Prefetto di Siracusa che nell'ambito di indagini, all'epoca ancora in corso, erano emersi collegamenti di amministratori del Comune di Augusta con appartenenti alla criminalità organizzata;
il 29 agosto del 2012 il Prefetto di Siracusa nomina una Commissione d'indagine per l'accesso al Comune di Augusta;
tale Commissione, che s'insedia il giorno successivo, è formata dalla dottoressa Giuseppa Scaduto, viceprefetto vicario di Siracusa, dal dottor Gaetano D'Erba, dirigente del servizio di contabilità e gestione finanziaria della Prefettura di Siracusa e dal Capitano Luigi De Bari, comandante del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Siracusa;
3 mesi dopo, il 29 novembre, la Commissione chiede una proroga di un ulteriore mese;
6 giorni dopo la richiesta di proroga, il 5 dicembre, la Procura distrettuale di Catania notifica l'avviso di conclusione indagine nei confronti del Sindaco di Augusta, di un assessore e di un consigliere;
lo stesso giorno, in altra e separata operazione, vengono arrestati un gruppo di appartenenti alla criminalità organizzata di Augusta;
appena due giorni dopo, il 7 dicembre, la Commissione consegna la propria relazione di 260 pagine al Prefetto di Siracusa. Nella relazione l'avviso di conclusione d'indagine nei confronti del sindaco è posizionata nelle prime pagine;
il Prefetto di Siracusa Franceschelli legge le 260 pagine, le esamina attentamente, si fa un proprio convincimento e su questo elabora una propria relazione di una ventina di pagine, quasi interamente desunta dalla relazione della Commissione d'indagine per l'accesso;
da questa relazione il Ministro dell'interno pro tempore Cancellieri desume, usando le stesse identiche espressioni, una proposta di scioglimento per il Consiglio dei ministri;
il Consiglio dei ministri delibera e il Consiglio comunale di Augusta è sciolto il 7 marzo del 2013;
pressoché tutte le motivazioni del suddetto scioglimento sono contenute nella relazione della Commissione d'indagine per l'accesso al Comune di Augusta (allegato n. 1);
Augusta e i suoi cittadini subiscono l'umiliazione di uno scioglimento per mafia, ma a più di due anni di distanza le ragioni non sono conosciute, in quanto le 260 pagine non vengono pubblicate;
la relazione della Commissione d'indagine per l'accesso al Comune di Augusta è stata duramente contestata dall'ex parlamentare Rino Piscitello nel corso di una lunga e documentata conferenza stampa da lui tenuta il 28 marzo;
il testo della conferenza stampa dell'ex parlamentare è il seguente: "Il 7 marzo del 2013 è stato sciolto il Consiglio Comunale e su Augusta è calato il marchio di città mafiosa. Da due anni aspettiamo di capire il perché, di capire cosa è realmente successo. In questi due anni ho sempre pensato che qualcuno avrebbe chiesto conto e spiegazioni. Ma la politica augustana e quella provinciale sono rimaste in silenzio. Io non riesco più a stare in silenzio. Sento il dovere di dire che quella Augusta che ho conosciuto io è una città operosa che non può essere definita una città mafiosa e che è stata infangata in modo superficiale e ingiusto. Certo, anche qui vi è una presenza delle organizzazioni criminali. Ma credo di poter dire che lo è in misura inferiore a quella di altri comuni della provincia. Credo di poterlo dire visto che in 15 anni di deputato ho sempre combattuto la mafia. Dopo due anni nessuno ha ancora capito quali sono le motivazioni: nessun reato contro la pubblica amministrazione è stato contestato; non un solo appalto è stato messo in discussione; non sono state contestate omissioni, turbative, corruzioni, concussioni o tangenti; nessun amministratore è stato arrestato o ha ricevuto avvisi di garanzia per reati contro la pubblica amministrazione né tantomeno nessun impiegato, dirigente o imprenditore, neanche il direttore generale del quale si parla tanto negli atti che hanno portato allo scioglimento. Vi è un procedimento penale sul sindaco, ma nulla su 8 anni di attività amministrativa. La relazione del Prefetto è assolutamente generica, tanto da dare l'impressione a un ingenuo come me che lo stesso estensore non fosse convinto delle conclusioni raggiunte. La relazione d'accesso in 260 pagine non indica reati contro la pubblica amministrazione di alcun tipo. La città ha diritto di sapere cosa è successo e perché è caduta in quest'incubo, partendo dalla prima necessità: la relazione della commissione d'accesso va resa pubblica, la città ha il diritto di conoscerla; in tanti ce l'hanno, non è secretata e quindi è pubblicabile. 260 pagine nelle quali, insieme a episodi reali, spiccano illazioni, banalità, luoghi comuni ed errori pacchiani. Mi auguro che qualcuno ad Augusta la renda pubblica, altrimenti lo farò io prossimamente. Ma spero che lo faccia un augustano, meglio se uno dei candidati a sindaco. Credo che dalla lettura di tutti gli atti si possa coltivare il sospetto che lo scioglimento sia stato un atto politico, enormemente discrezionale, favorito dall'estrema debolezza della società civile e politica augustana. Voglio soffermarmi su alcuni particolari degli atti. Utilizzo la relazione del ministro Cancellieri allegata al decreto di scioglimento che ricalca le parole della relazione del Prefetto e della relazione d'accesso: "Un consistente numero di consiglieri, assessori, nonché componenti dell'apparato burocratico è trasversalmente collegato o intrattiene rapporti con esponenti della criminalità organizzata o con imprenditori legati alle suddette organizzazioni". Com'è possibile che, tranne il sindaco e un assessore, non ci siano altri incriminati? "Un ruolo preponderante ha assunto anche il direttore generale, in ciò agevolato dall'appartenere al citato gruppo affaristico mafioso che ha appoggiato la candidatura del sindaco". Come può essere che non sia incriminato? Al Comune vi è il "mancato rispetto delle disposizioni dettate dall'ordinamento vigente". Sono parole pesanti. Ci dicano quali sono e perché non sono state contestate in modo formale. "Non sono state richieste e acquisite le informazioni antimafia per i contratti di lavoro superiori a 250.000 euro". È un reato specifico, perché non è stato perseguito? E poi una serie lunghissima di contestazioni generiche valide per il 90% dei comuni siciliani. Come ad esempio il piano degli investimenti produttivi "gravato da diverse anomalie e irregolarità". Ma se ci sono irregolarità perché il provvedimento non viene annullato? Anzi, in un eccesso di mancanza di coraggio, è stato addirittura abbandonato facendo perdere il finanziamento e togliendo alla città l'occasione di vedere realizzato il centro artigianale. O, tanto per sorridere, nella relazione della Commissione d'accesso viene contestato al Comune di non aver fatto nulla per attuare il Piano di risanamento ambientale "nonostante la predisposizione di adeguati strumenti normativi". Doveva attuarlo il Comune un Piano non finanziato e mai attuato dallo Stato? D'altronde le stesse indagini locali qualche perplessità potrebbero suscitarla: 5 anni di intercettazioni al sindaco dappertutto e non si è evidenziato neanche un piccolissimo reato amministrativo; una spesa enorme per l'erario. Stupefacente, nessun atto amministrativo illecito e neanche errato. E poi il cuore di tutto e uno dei motivi fondamentali dello scioglimento: gli incontri del sindaco con il boss mafioso Blandino a casa di questi durante gli arresti domiciliari. Ho qui la nota dei carabinieri del 17 giugno 2008, che testualmente riporta: "Tra i vari personaggi che si sono avvicendati nell'abitazione del Blandino è stato filmato anche l'arrivo del sindaco Carrubba Massimo con cui ha conversato parlando dei vari uffici pubblici comunali che avrebbero dovuto occupare …". Su questo si sono basate gran parte delle motivazioni dello scioglimento. Peccato che gli stessi carabinieri, in una nota formale in data 8/5/2014, sostengano che "trattasi di un refuso dovuto alla coincidenza tra il nome di battesimo di Carrubba Massimo con quello di Di Mare Massimo"; gli incontri dunque non sono mai avvenuti. Ma non c'erano i filmati? E nei filmati dovrebbe essere difficile confondere i nomi di battesimo. E delle due l'una: o Blandino e Di Mare hanno parlato "dei vari uffici pubblici comunali che avrebbero dovuto occupare" e non avrebbe alcun senso, o, come giura chi ha letto le intercettazioni, hanno parlato di muratura. In questo caso però la nota dei carabinieri era falsa o, diciamo, sbagliata. Perché? E poi l'altro motivo fondamentale ripetuto più volte nella relazione della Commissione d'accesso: Blandino "ha appoggiato Massimo Carrubba e tentato di formare una propria lista (che si sarebbe dovuta chiamare Diritti e Doveri sempre in sostegno di Carrubba)". Ma dagli stessi atti, dalle intercettazioni, dalle testimonianze rese da Blandino nei processi e soprattutto dal ricordo di chiunque visse quelle elezioni, la lista Diritti e Doveri stava per apparentarsi con il candidato sindaco ex generale Inzolia e l'accordo, già festeggiato, saltò nella notte e conseguentemente saltò la lista. E un'altra questione simile, anche se meno rilevante, riguarda Valeria Coco, leader di IDV ad Augusta, richiamata per questioni legate a suoi stretti sostenitori molto chiacchierati e testualmente descritta come "esponente politico della coalizione di maggioranza dell'ex sindaco Carrubba", quando tutti sanno che Valeria Coco apparentò la lista Idv con la coalizione del candidato Salmeri e al ballottaggio si schierò pubblicamente con Stella ed è stata una delle più acerrime nemiche del sindaco Carrubba. E sempre a proposito di errori grossolani, nella relazione della Commissione d'accesso si legge a pag. 33 di "Amato Salvatore, presidente del Consiglio Comunale eletto nella lista Democratici per Massimo Carrubba, già assessore nel 94/98 e nel 98/2003. Per chiunque conosce Augusta, l'ex presidente del Consiglio comunale non è mai stato assessore e tutti sanno che si tratta di un'omonimia con un altro Amato Salvatore che, egli sì, in quegli anni è stato assessore. E non è la sola omonimia. Anche l'imprenditore Giovanni Mignosa viene considerato candidato dalla relazione d'accesso nella lista Marco Stella sindaco e gli si fanno prendere 110 voti, quando invece si tratta di un altro Giovanni Mignosa candidato nel Pdl. E ve ne sono altre di omonimie. E quanti sospetti, al limite della calunnia! Vi faccio un esempio: Fracassa Guido, impiegato comunale "vicino a Carrubba e Petracca, quindi, verosimilmente, anche alla rete mafiosa-imprenditoriale agli stessi strettamente collegata". Che vuol dire? E' una condanna fuori da un processo e dalla quale non ci si può neanche difendere. E vi è anche una dipendente comunale citata nella relazione solo perché il cognato era stato consigliere comunale di Forza Italia e il marito esponente del Pdl. Incredibile. Un esempio avanzato nella relazione per dimostrare il fatto che vi sono dipendenti comunali che hanno parenti che fanno o hanno fatto politica. Perché, cosa c'è di male? E come potrebbe essere altrimenti in un comune con quasi 300 dipendenti in una città di circa 40.000 abitanti? La relazione d'accesso è segnata da queste incredibili superficialità e mette insieme realtà conosciute, ma non addebitabili all'attività amministrativa, ad accuse così generiche ed evanescenti da apparire cariche, come minimo, di pregiudizio. Ma una riflessione su cosa è successo ad Augusta occorre farla. Dalle dichiarazioni politiche elettorali sembra che un'ondata di sterco abbia sommerso la città per ragioni legate genericamente a qualche cattivo politico. Ma molti conoscono un aspetto della realtà che sembra non possa essere citata. Da anni il comune era sotto le mire di un gruppo di pressione molto potente capitanato da Pippo Amara, condanna definitiva nel 2007 per reati di minaccia continuata a un corpo amministrativo, decreto penale di condanna nel 2013 per molestie per mezzo del telefono, indagato per usura e truffa, reati, questi ultimi, archiviati per amnistia o prescrizione. Il figlio Piero era stato condannato nel 2009 per essersi abusivamente introdotto nel sistema informatico protetto dell'Autorità Giudiziaria allo scopo di acquisire informazioni su indagati e relativi titoli di reato. Questo gruppo di pressione aveva intrapreso una guerra pesantissima contro le amministrazioni comunali, si vantava inoltre di conoscere magistrati e qualcuno di questi magistrati frequentava anche casa Amara e aveva rapporti di amicizia e anche rapporti d'affari con familiari di questi; e, secondo le testimonianze di Blandino gli aveva presentato autorevolissimi magistrati nel siracusano. Non so se era millantato credito o meno, ma la presenza incombente di Pippo Amara è sempre stata molto forte nella politica augustana. Cito, sempre da una testimonianza del Blandino: "L'Amara verificava preliminarmente e direttamente se il sindaco fosse disponibile a garantirgli i suoi interessi; in caso contrario prendeva a sbandierare la sua amicizia e i suoi rapporti con la Procura di Siracusa. Inizialmente si poteva pensare che si trattasse di mere vanterie, ma, con il tempo, si è potuto effettivamente constatare come venissero iniziate delle indagini a danno di esponenti politici e amministrativi a lui non accondiscendenti." Certo, le dichiarazioni di Blandino non possono essere prese per oro colato, ma l'esistenza di un clima di attacco alle amministrazioni da parte del citato gruppo è a conoscenza di tutti. Questa guerra degli Amara contro le amministrazioni ha comunque determinato lo spargimento di veleni che hanno sommerso tutto e che hanno mascariato molte persone perbene. Io non dico in nessun modo che ci siano attinenze dirette. Anzi non ce ne sono. Ma il piano inclinato dello scontro violento contro l'amministrazione e della continua calunnia ha messo verosimilmente in moto il piano inclinato del pregiudizio, da sempre principale nemico della verità e della giustizia. La Commissione, insomma ha reiterato ciò che veniva contestato all'amministrazione. Dopo lo scioglimento subentra al Comune una Commissione straordinaria che dovrebbe ripristinare la legalità. La Commissione Straordinaria di Augusta, nominata oltre due anni fa dal Ministero dell'Interno in occasione dello scioglimento del Comune per mafia, ha mantenuto e per alcuni versi incrementato, relativamente alle questioni contestate, molti dei comportamenti che erano stati evidenziati nella relazione prefettizia (e nella relazione della commissione d'indagine per l'accesso agli atti) come motivazioni per portare allo scioglimento del Comune. Se le motivazioni per lo scioglimento del Comune sono state quelle evidenziate nella relazione del prefetto di Siracusa, allora queste motivazioni permangono in gran parte e quindi per paradosso occorrerebbe chiedere oggi di nuovo lo scioglimento del Comune. Analizziamo le questioni una a una. GESTIONE RIFIUTI - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 11, recita: "…. a destare preoccupazione sono le gravi problematiche ambientali e la connessa gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio di Augusta, da sempre appannaggio dei medesimi soggetti imprenditoriali (mediante "scatole cinesi") … Il Comune per decenni ha affidato il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a una delle società di questa vera e propria galassia imprenditoriale, senza gara (ricorrendo a proroghe che si concretano in atti nulli ai sensi dell'art. 57 ultimo comma del decreto legislativo numero 163 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, codice dei contratti pubblici di appalti) e, nonostante, prestazioni giudicate da essa stessa appena sufficienti". La Commissione straordinaria ha operato in perfetta continuità con la precedente amministrazione disciolta, affidando da oltre due anni il servizio alla stessa società (ditta Pastorino) con ordinanze dirette senza gara e ricorrendo anch'essa quindi a proroghe che - a dire della relazione del Prefetto - si concreterebbero in atti nulli (l'ultima ordinanza commissariale di proroga concessa è la n. 10 del 23.2.2015). La Commissione straordinaria ha in più concesso alla ditta Pastorino un aumento mensile di circa 52.000 euro a partire dal dicembre del 2013, facendo lievitare il canone mensile per RSU da 445.000 a 497.000 euro circa, determinando un aumento del costo annuo di circa € 624.000 euro. Il dato che suscita meraviglia, ma anche ammirazione per la celerità, è che la richiesta di aggiornamento del canone viene protocollata al Comune di Augusta martedì 17 dicembre 2013 e che la Commissione Straordinaria accoglie tale richiesta di aumento alla vigilia del Natale - nell'arco di appena 6 giorni festivi compresi - con l'ennesima ordinanza di proroga n. 48 di lunedì 23 dicembre 2013. A seguito del conferimento dei rifiuti nell'impianto della Sicula Trasporti in territorio di Catania c.da Coda Volpe, la stessa Commissione ha riconosciuto inoltre alla ditta Pastorino costi aggiuntivi sul trasporto in discarica per una media mensile di € 30.000 circa (determina n. 1059 del 2.10.2014). Tutto legittimo, certo, a testimonianza delle difficoltà che vivono gli amministratori pubblici, ma sicuramente la Commissione Straordinaria non può lanciare la prima pietra. A completamento di questa continuità di rapporti, si segnala che - spero rispettando l'ordine cronologico relativo alle partite debitorie - la Commissione ha proceduto al saldo del credito vantato dalla ditta Pastorino per contenziosi sorti negli anni passati e per canoni pregressi ammontante a vari milioni. Si segnala inoltre che solo nel dicembre 2014 la Commissione Straordinaria ha trasmesso gli atti all'UREGA di Siracusa per l'espletamento della gara per l'affidamento del servizio, anche se gli atti del nuovo appalto erano pronti sin dal giugno 2012. AFFIDAMENTI DIRETTI A IMPRESE - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 11, recita: "…Gli appalti di lavori… si sono caratterizzati per l'usuale affidamento attraverso l'indizione di gara informale per cottimo fiduciario… Dalle risultanze investigative, è emerso che tutti i titolari delle imprese invitate a partecipare alle gare ufficiose erano direttamente o indirettamente vicini a un personaggio di spicco della criminalità organizzata megarese (BLANDINO)."
La Commissione straordinaria ha continuato ad operare con lo strumento del cottimo, invitando molte delle stesse ditte ritenute nella relazione vicine ad esponenti della criminalità organizzata. Nel corso della sua gestione, la Commissione Straordinaria non solo ha invitato ma addirittura ha affidato direttamente lavori a ditte ritenute contigue dalla commissione d'accesso nella propria relazione (pag. 202). GESTIONE FONDI POST TERREMOTO '90 - RICOSTRUZIONE - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, nelle pagg. 9/10, recita: "…Anche in questo delicato settore la commissione ha evidenziato molteplici anomalie nelle pratiche esaminate… Gli accertamenti di ordine amministrativo eseguiti dalla Commissione hanno fornito prova che i criteri e le modalità di conduzione dell'ufficio ricostruzione siano stati strumentali agli illeciti interessi dell'organizzazione mafiosa facente capo al Blandino…." La Commissione Straordinaria ha rilasciato il 27 maggio 2014 il buono contributo n.949 a una signora pluripregiudicata e pluricondannata per reati di mafia, moglie di un boss assassinato nel 1989. Sicuramente tutto si è svolto secondo i crismi della legittimità, ma non oso pensare a cosa sarebbe successo se un atto del genere lo avesse fatto l'amministrazione precedente. PIANO REGOLATORE GENERALE - CONCESSIONI EDILIZIE - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 4, recita: "Con riguardo ai profili di tipo urbanistico edilizio, va innanzitutto rilevato che… i piani di lottizzazione non sono stati valutati con i giusti criteri ispiratori del PRG... facendo prevalere interessi privati in particolare riconducibili a persone vicine ad organizzazioni malavitose." Per capire il senso della pesante affermazione occorre leggere la relazione d'accesso che riferisce di un singolo caso relativo a un Piano di lottizzazione, quello di una famiglia ritenuta sommariamente contigua ad ambienti malavitosi. Va evidenziato, comunque, che nel corso di oltre 2 anni di regime commissariale, l'ufficio urbanistica ha continuato a rilasciare concessioni edilizie per centri sportivi e per numerosi appartamenti a vari componenti della suddetta famiglia e a un altro imprenditore, anche esso ritenuto nella relazione d'accesso contiguo ad ambienti criminali. MANCATA FRUIZIONE BENE CONFISCATO - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, nelle pagg. 11/12, recita: "Con riguardo alla gestione dei beni confiscati va segnalata la seguente circostanza. In data 22 gennaio 2009, l'Agenzia del Demanio ha consegnato al Comune di Augusta un appezzamento di terreno con pozzi d'acqua e rudere di fabbricato rurale, proprietà di un imprenditore sin dagli anni '90 vicino all'organizzazione "Cosa Nostra" e, nello specifico, alla "famiglia Santapaola"; la mancata utilizzazione del bene è sintomatica della ritrosia dell'Amministrazione comunale di porre in essere una delle azioni di legalità concrete tra le più significative, in quanto volta a restituire alla collettività un patrimonio illecitamente sottratto alla libera fruizione della stessa dalla criminalità organizzata." L'Amministrazione comunale disciolta aveva redatto un progetto preliminare, inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche 2009/2011, mirato alla libera fruizione dei cittadini e in particolare per consentire l'accesso al mare a disabili (e, parallelamente, aveva cercato di reperire le rilevanti somme necessarie per la realizzazione dell'intervento pari a 5 milioni e mezzo di euro). La Commissione Straordinaria non ha fatto alcun passo avanti in oltre due anni e non è riuscita quindi a rendere fruibile il bene; ha semplicemente riproposto nel piano triennale delle opere pubbliche lo stesso progetto preliminare redatto a suo tempo dalla amministrazione disciolta. Ancora oggi il bene è assolutamente inutilizzato! Questo non credo testimoni la "ritrosia" della Commissione, ma soltanto le difficoltà di qualsiasi amministratore al quale lo Stato chiede di operare, anche se lo priva sempre più delle possibilità economiche per farlo. ABUSIVISMO EDILIZIO E DEMOLIZIONI - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 4, recita: "Sintomatica è la poco incisiva attività posta in essere dal Corpo della Polizia Municipale del Comune che, come ha evidenziato la Commissione ispettiva, ha posto in essere una inefficace azione di contrasto degli illeciti in materia edilizia, ambientale e commerciale….L'amministrazione comunale, pur avendo nel 2008 siglato con la Procura della repubblica di Siracusa un protocollo d'intesa in materia di demolizione degli immobili realizzati dal 1995 in poi…" non vi avrebbe dato in pratica attuazione. La commissione straordinaria, in oltre 2 anni, non ha provveduto ad eseguire alcuna demolizione di immobili abusivi, nonostante abbia goduto di ingenti risorse economiche e si sia avvalsa di numerose figure professionali esterne. TRIBUTI E ACQUA PUBBLICA, AFFIDAMENTO ALLA PUBBLISERVIZI - La Commissione d'indagine per l'accesso agli atti ha censurato fortemente, a pag. 242, l'affidamento alla Pubbliservizi del servizio di supporto all'ufficio Tributi per il recupero dell'evasione e per la gestione delle riscossioni effettuato nel 2011 dall'Amministrazione poi disciolta, alludendo a procedure opache. La commissione straordinaria in carica, non solo non ha revocato l'affidamento, ma con determina n. 14 del 28.7.2014 ha ampliato l'oggetto del precedente contratto affidando direttamente alla Pubbliservizi il servizio di riscossione della TA.RI.! Inoltre nel Dicembre 2014 la Commissione straordinaria ha aggiudicato, con verbale di gara del 12.12. 2014, alla suddetta Pubbliservizi il servizio di supporto amministrativo all'Amministrazione comunale per la gestione diretta del servizio idrico, posto che, fallita la SAI 8 e trasferite le competenze ai comuni, bisogna "riorganizzare gli uffici e formare il personale"; il tutto alla modica cifra di 200.000 euro anno. TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 5, recita: "Un esempio di collusioni con associazioni infiltrate è dimostrato dall'affidamento diretto senza gara (nemmeno informale) ad alcune Cooperative sociali del servizio di trasporto dei soggetti sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, i cui pagamenti vengono effettuati a presentazione di fattura, cioè sostanzialmente al prezzo stabilito dal fornitore del servizio. Tali cooperative aderiscono al C.E.P.A.S. (Consorzio Enti Pubblica Assistenza Siciliana). Di una di tali cooperative, l'amministratore unico e legale rappresentante è parente di un boss indiscusso del clan mafioso che controlla il territorio megarese." Gli ispettori si riferiscono a due soli affidamenti urgenti fatti nel 2007 in ore notturne dall'ex comandante VV.UU. e per un piccolo importo (poco più di un centinaio di euro). Il primo di questi due interventi fu affidato alla cooperativa sociale SOCCORSO VERDE, con sede a Carlentini ed avente come amministratore unico e legale rappresentante la moglie del fratello del boss Sebastiano Nardo. La commissione straordinaria, con determina dirigenziale del V settore n.524 del 23 luglio 2013, ha affidato direttamente il servizio per alcuni interventi di T.S.O alla stessa cooperativa sociale SOCCORSO VERDE liquidando nel contempo a "presentazione fattura" le prestazioni rese. MAFIA CAPITALE. LA CONVENZIONE CON LA COOPERATIVA "ERICHES 29" DI BUZZI - Nel porto di Augusta sbarcano con cadenza quasi giornaliera da circa due anni centinaia e centinaia di migranti, minori e non. Per un certo periodo la Commissione Straordinaria ha disposto che i minori fossero ospitati in un vecchio e fatiscente plesso scolastico denominato "Scuole Verdi" nel centro storico di Augusta, chiuso da tempo per inagibilità dei locali. Nell'agosto 2014 si tenne un'iniziativa di "Fratelli d'Italia" e gli onorevoli La Russa ed Alemanno effettuarono una visita nel plesso dove erano ospitati i minori. Alla suddetta visita fece seguito una conferenza stampa. Subito dopo si svolse un incontro presso il Comune di Augusta tra il Commissario Prefetto Librizzi e i suddetti parlamentari. Pochi giorni dopo quell'incontro, il vecchio plesso cd. "Scuole Verdi" venne "chiuso perché non rispettava i minimi criteri di accoglienza previsti dalle norme" ed obiettivamente questa era la realtà. I minori stranieri non accompagnati vengono "dirottati" nel centro "La Zagara" sito nel vicino comune di Melilli. Successivamente la Commissione Straordinaria del Comune di Augusta, con delibera n.153 dell'1.12.2014, stipula una convenzione con tale struttura gestita dalla coop. ERICHES 29 del gruppo romano "29 GIUGNO" con un forte aggravio di costi, in quanto si passa da un retta giornaliera procapite di 20 euro a 45 euro per circa 300 migranti! A proposito di questo centro e solo perché ne accenniamo, pur non avendo alcuna attinenza con ciò di cui stiamo parlando, colpiscono le intercettazioni di Mafia Capitale nelle quali si apprende che Luca Odovaine, proprio negli stessi giorni, "fa presente" al suo interlocutore al Ministero degli Interni della gestione dell'emergenza immigrati la disponibilità di una struttura a Melilli e "suggerisce" di inviarvi "..200...300 migranti." MANCATA DICHIARAZIONE DI DISSESTO FINANZIARIO - La relazione del Prefetto di Siracusa allegata al decreto di scioglimento, a pag. 12, recita: "Peculiare dell'ente è il generale stato d'insolvenza… La crisi di liquidità è direttamente connessa al mancato introito di poste attive (…) ammontanti complessivamente ad € 11.017.023,48 - concernenti i ruoli emessi per diverse tipologie di tributi (tarsu, idrico, ici, icp, pubblicità, tosap, affissioni) il cui accertamento in entrata deriva dal mancato riversamento nelle casse comunali per gli anni di competenza delle relative somme sia da parte della Società Tributi Italia s.p.a., sia della Serit Sicilia S.p.A… La situazione debitoria dell'Ente complessivamente considerata… ne prefigura l'effettiva condizione di dissesto". E' singolare che la relazione non abbia inteso fare alcun riferimento alla dimensione nazionale della vicenda nella quale il Comune di Augusta, al pari di centinaia di comuni italiani, sia stato vittima di una truffa per milioni di euro da parte delle società di riscossione indicate. Ma la cosa davvero grave e sintomatica è che la Commissione straordinaria, nonostante le reiterate affermazioni sull'effettivo dissesto finanziario nel quale verserebbe l'ente, a distanza di 30 mesi dalle dimissioni del Sindaco non lo abbia affatto dichiarato. Anzi ha preferito presentare un piano di riequilibrio che di recente è stato bocciato dalla Corte dei Conti. Ricordo che non dichiarare il dissesto può configurare un reato penale, come di recente è successo a Messina per un ex sindaco, il consiglio comunale e i revisori dei conti. Le domande sono tante: perché i commissari straordinari non hanno, al momento dell'insediamento, dichiarato il dissesto? Perché hanno preferito chiedere immediatamente, ai sensi del D.L. n. 35/2013, un mutuo di oltre 15 milioni di euro alla cassa depositi e prestiti utilizzandoli per ripianare debiti e risolvere contenziosi? Quali debiti sono stati pagati e secondo quale criterio? Agli oltre 15 milioni bisogna sommare i circa 5 milioni richiesti ed ottenuti dal fondo disponibile per i comuni sciolti per mafia (anche questi un giorno andranno restituiti). La commissione straordinaria ha quindi potuto disporre, appena insediata, di oltre 20 milioni cash. Probabilmente è per questa ragione che non ha dichiarato il dissesto. Se lo avesse fatto, la gestione economica dell'ente, delle ingenti risorse disponibili e i piani di pagamento delle partite debitorie sarebbero stati di competenza di altri commissari inviati dal governo centrale, come prevede la norma degli enti in dissesto." Ancora in un recente articolo l'ex parlamentare Rino Piscitello ha altresì sostenuto: "Come si attribuisce a un Comune l'etichetta di "mafioso"? Come si rende elastica una norma sacrosanta, che serve a tagliare i tentacoli della criminalità organizzata e a estrometterla dai comuni nei quali questa controlla l'amministrazione, e la si adatta a una città che non merita di certo la qualifica di "mafiosa"? Come si trasforma una comunità operosa, certo piena di contraddizioni e nella quale sono presenti, come dovunque, fenomeni di criminalità e di collusioni episodiche tra questa e la politica, in una città interamente collusa, pervasa nel profondo dalla criminalità, con una società civile e imprenditoriale pressoché interamente corrotta?
La relazione d'accesso redatta dalla Commissione d'indagine insediatasi al Comune di Augusta è assolutamente emblematica di tutto ciò e per questo ho ritenuto opportuno pubblicarla. Porta come data il 7 dicembre del 2012. Sulla base di questa il Prefetto propone lo scioglimento del Comune di Augusta al Ministro degli Interni, questi la propone al Governo e quindi si arriva al Decreto del Presidente della Repubblica del 7 marzo del 2013. Le cause e le motivazioni dello scioglimento sono quindi contenute in essa. E, cosa assolutamente incredibile, la relazione non è resa pubblica. Dopo due anni e mezzo la città di Augusta non conosce ancora i motivi per i quali a essa è stata attribuita l'etichetta di "città mafiosa". E se la suddetta relazione non venisse pubblicata adesso, potrebbe restare riservata per sempre, non essendovi alcun obbligo di pubblicazione. Leggendola ci si aspetta di comprendere i motivi dello scioglimento. E invece ci si trova davanti ad una generica indagine sociologica, macchiata peraltro da quello che allo scrivente appare come un palese ed evidente pregiudizio. Leggerla una sola volta potrebbe non bastare. La prima impressione è forte. Lo scenario delineato è fosco e cupo. Essa va approfondita e analizzata in ogni suo capitolo, in ogni suo paragrafo, sino alle piccole note richiamate a piè di pagina. Bisogna riconoscerlo, la relazione d'accesso è ben scritta, nei minimi dettagli, non lasciando nulla al caso. Non si può non cogliere l'attenta cura posta alla costruzione dei periodi, la sequenza logica delle frasi, l'uso di avverbi (verosimilmente, presumibilmente) che non dovrebbero trovare posto in un'indagine (anche se amministrativa), lo sforzo teso ad avvalorare illazioni, deduzioni, supposizioni e perfino conclusioni prive di fondamento e riscontro. Sicuramente è d'effetto l'inserimento di fotografie e di stralci suggestivi di intercettazioni estrapolati dal contesto generale (omettendo però di citarne e/o inserirne altri di segno diametralmente opposto che smentiscono quanto sommariamente sostenuto). Al fine di corroborare il quadro torbido e cupo delineato si fa cenno a scandali politico - amministrativi di decenni precedenti (anche trent'anni) che hanno segnato la storia della vita politica della Città: la vicenda "Eden Riviera"1987 - l'organizzazione di alcuni viaggi a Fiuggi per Anziani 1994 - "La Gisira" 1979 - la costruzione del ponte "Cavalcavia" . Dunque un grande "calderone", una storia della città per certi versi "romanzata", che vede protagonisti alcuni soggetti, anche quando -come ammette la stessa relazione- "le indagini non accertarono fatti penalmente rilevanti". Non si comprende il motivo a distanza di decenni del loro inserimento negli atti della relazione. Soggetti che forse senza la pubblicazione odierna non avrebbero mai saputo di essere stati citati in atti così importanti e delicati per la comunità augustana. La relazione non si limita a riferire genericamente di "vizi e gravi irregolarità" (peraltro mai contestate formalmente ad alcuno sul piano penale, civile e contabile), ma va oltre; essa si lascia andare a severi e pesanti giudizi politici, sociologici, economici non proprio attinenti a una indagine amministrativa tesa a valutare l'esistenza dei requisiti previsti dalla legge per procedere allo scioglimento. Gli errori e le "forzature" interpretative contenuti nella relazione, e frutto di un approccio superficiale, sono una miriade. Ogni pagina meriterebbe chiarimenti, osservazioni, integrazioni su elementi storici, amministrativi e politici omessi e/o travisati, ma ci rendiamo conto che ciò è impossibile oltre che estenuante. 260 pagine nelle quali non viene evidenziato alcun atto amministrativo illegittimo e non viene contestato alcun atto contro la pubblica amministrazione. Anzi in verità la task force ispettiva un atto - uno solo - lo contesta esplicitamente: e si tratta di un'ammenda di circa 1000 euro elevata dall' A.U.S.L. di Siracusa al Sindaco pro - tempore quale committente di un cantiere edile per una violazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro pagata dagli uffici comunali. Solo questo e niente altro. Si accusano dirigenti, funzionari e impiegati comunali, ma nessuna accusa viene circostanziata da fatti precisi. Imprenditori della città vengono accusati come contigui senza portare alcuna motivazione a queste affermazioni. La fiera delle genericità, delle banalità e degli errori. Numerosi gli scambi di persona, ossia persone per errore scambiate con altre con divertenti commenti e digressioni su fatti che evidentemente perdono ogni significato. Numerosi anche gli errori, ad esempio liste apparentate o in procinto di apparentarsi con un candidato ma considerate apparentate con un altro, dai quali si traggono quindi conclusioni insensate. E poi l'enorme numero di banalità, d'inutili classificazioni sociologiche e di poco comprensibili citazioni di opere di autori antimafia. In un'escalation di motivazioni senza costrutto si arriva persino a esaminare l'impegno politico dei familiari dei dipendenti comunali e a considerarlo prova di commistioni tra la politica e l'apparato amministrativo. Per quanto riguarda la disamina di molti di questi casi rimandiamo al testo della Conferenza Stampa del 28 marzo. A questi possiamo aggiungerne qualche altro tra i tanti: Ad esempio lo "svarione" riguardante Amara Santo Presidente del Consiglio di amministrazione della GESPI srl che gli ispettori ritengono sia stato candidato nelle amministrative del 2008 nella lista "Salmeri Sindaco", confondendolo con un omonimo. O, ancora, lo "strafalcione" relativo ad una inesistente rapporto di parentela tra i componenti del gruppo imprenditoriale Lombardo che "da decenni" si occupa anche del servizio di accalappiamento e ricovero dei cani randagi ed una altrettanto conosciuta coppia di coniugi omonima entrambi professionisti. Anche in questo caso si tratta di un pacchiano errore, frutto dell'interpretazione fantasiosa compiuta dalla Commissione d'accesso che al solo fine di rappresentare suggestivi "accordi trasversali" e "scenari opachi" richiama forzatamente un'intercettazione ambientale captata all'interno della stanza del Sindaco. E si potrebbe continuare ancora citando il caso riguardante un noto Avvocato di Lentini convivente con una professionista di Augusta, ritenuto -anche questo- dalla Commissione elemento sintomatico di infiltrazione solo perché egli "è stato indagato per truffa nell'ambito di un procedimento penale…avviato dalla Procura di Sr e poi archiviato per difetto di condizione di procedibilità"…non mancando di aggiungere però "…che fra i soggetti coinvolti nel procedimento de quo risultano elementi di specifico interesse investigativo per la loro vicinanza ad ambienti criminali organizzati di tipo mafioso". E tutto questo succedeva nel 2000 a Lentini! Cosa c'entra Augusta? Un cenno più approfondito merita poi il Piano Insediamenti Produttivi (pag.102 e seguenti) alle cui vicende si tenta di attribuire un ruolo centrale come causa per lo scioglimento. Mere illazioni e un'evidente carenza d'istruttoria da parte della Commissione d'accesso, che può essere giustificata soltanto da un pregiudizio decisionale. Non si può che restare smarriti nel leggere le superficiali conclusioni a cui giungono i commissari d'accesso sulla vicenda: "A) sfruttamento del territorio nell'interesse di pochi - B) sistematico abuso di potere da parte degli organi elettivi e burocratici del Comune - C) condotte volte a favorire soggetti vicini alla criminalità mafiosa locale….". Il completo esame della documentazione relativa alla vicenda attesta invece incontrovertibilmente che: L'iniziativa nasce nel 1998 ad opera di un Consorzio di piccoli artigiani imprenditori di Augusta denominata CONSIL; la delibera di "revisione generale dello strumento urbanistico" è adottata da un Commissario Regionale ed approvata dalla Regione nel 2005; sino all'aprile di quell'anno l'iniziativa era esclusivamente privata e la quota di compartecipazione prevista dal bando era a totale carico del privato (Consil) nella misura di un milione di euro. Per quanto fosse un'iniziativa esclusivamente privata, il Comune inserisce una clausola a favore della P.A. sulla base della quale il 20% dei lotti dell'area in questione apparterranno al Comune che in quel momento non compartecipa alla spesa in alcuna misura; nel 2008 cambia tutto: il progetto viene ceduto da Consil al Comune e con delibera del Consiglio Comunale diventa quindi esclusivamente pubblico ed il Comune partecipa (e ottiene il finanziamento) al nuovo bando con fondi europei; la quota di compartecipazione a questo punto è evidentemente a carico del Comune, in quanto esclusivo titolare dell'iniziativa; con la succitata delibera del Consiglio il Comune dispone il criterio totalmente pubblico di assegnazione delle aree eliminando di fatto la riserva prevista precedentemente a favore della Consil escludendola da qualsiasi prelazione (la Commissione d'accesso, facendo un errore macroscopico che peserà sull'intera procedura, sosterrà esattamente il contrario). Altre incredibili affermazioni contenute nella relazione d'accesso sono quelle che si riferiscono ad altri comuni, come quelle relative alla "presenza di idrocarburi, in misura superiore a quella consentita, nella falda superficiale sottostante il Comune di Priolo"!!! o quelle sull'indagine Istat del 2012 che "colloca Siracusa al 2° posto delle città più inquinate d'Italia"!!!; o ancora quelle su illeciti smaltimenti di rifiuti in discariche situate nei Comuni di Melilli e Siracusa! Tutto vero. Ma che attinenza ha con Augusta? Altra chicca da manuale è quella relativa al sistema abusivo di affissione dei manifesti elettorali. Nella relazione si afferma che "l'indagine ha documentato che tutti i candidati locali alle diverse competizioni elettorali - svoltesi tra il 2006 e 2008 (amministrative, regionali e nazionali) - pur consapevoli di tale sistema illegale, se ne sono serviti…". Tutti? Quindi centinaia e centinaia! La commissione non ha ritenuto nemmeno di apporre cautelativamente un "quasi"! Si utilizza, come motivazione per condurre allo scioglimento di un consiglio comunale, un fenomeno che esiste pressoché in tutti i comuni siciliani e lo si utilizza senza neppure tentare di dimostrare che il fenomeno è ad Augusta più rilevante che in altri comuni. Alla fine di questa breve ed esemplificativa disamina, non si può che avere l'impressione che sin dal suo insediamento la Commissione d'accesso avesse ben chiaro un obiettivo: sistematizzare, individuare e descrivere ogni fatto, considerazione, asserzione, elemento in modo tale da poter rappresentare agli occhi di freddi e distanti burocrati una realtà cittadina del profondo sud (tradizionalmente ritenuto "terra di mafia" a prescindere) collusa e corrotta, dedita in ogni sua componente sociale ed economica solo ed esclusivamente al "malaffare" e quindi meritevole dell'adozione dello scioglimento. Non si riesce a spiegare altrimenti, in molte delle improbabili ricostruzioni e degli approssimativi collegamenti fatti per irrobustire il quadro accusatorio, l'omissione sistematica di ogni dato a favore della città di Augusta. Significativa in tal senso è la dichiarazione pubblica del Prefetto di Siracusa (che suona quasi come una critica) resa in occasione della visita effettuata il 28 Giugno 2013 al Palazzo di Città di Augusta, pochi mesi dopo lo scioglimento: "Non ho potuto fare a meno di tornare con la mente sull'esperienza prima di arrivare a Siracusa in un comune sciolto per mafia (Casal di Principe) e devo dire che provo un certo turbamento nel fare questo confronto perché c'è qualcosa che qui non mi convince ancora. Quando sono arrivato in provincia di Caserta non ho avuto alcun dubbio sui motivi dello scioglimento, perché lì c'era un'amministrazione al collasso, che qui invece non c'è..". Augusta non è di certo immune da fenomeni criminali e vive al proprio interno contraddizioni e problemi; vi sono stati errori, scelte discutibili e responsabilità politiche, ma di certo le motivazioni che hanno portato allo scioglimento non rispondevano ai criteri individuati dalla legge che richiede: "…. concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori ….." Come si può allora definire la relazione. Si tratta di un atto unilaterale, superficiale e mai sfiorato dall'etica del dubbio, scritto da chi pare ritenersi possessore di precostituite verità assolute ed intangibili. Verità che non sarebbero state neppure sottoposte alla legittima critica nel merito in quanto si riteneva rimanessero atti interni".
le suddette precise e documentate dichiarazioni dell'ex parlamentare Rino Piscitello nell'articolo e nella Conferenza Stampa, riportano fatti gravissimi, che se rispondessero a verità, getterebbero una luce molto preoccupante sul processo di formazione della misura di scioglimento del Consiglio Comunale di Augusta;
in particolare, determina una forte preoccupazione anche relativamente ad una certa superficialità nelle indagini, la nota dei Carabinieri del 17 giugno del 2008 (allegato n. 2) nella quale si sostiene che il sindaco di Augusta aveva visitato l'esponente mafioso Blandino agli arresti domiciliari e i due avevano parlato di questioni riguardanti l'amministrazione comunale e che di questo incontro esistevano filmati e intercettazioni ambientali (questo incontro ha costituito uno dei cardini principali dello scioglimento in quanto provava la frequentazione tra i due soggetti), nonché la nota, sempre dei Carabinieri, dell'8 maggio 2014 (allegato n. 3), 6 anni dopo, nella quale si smentisce tutto e si sostiene che si era trattato "di un refuso dovuto alla coincidenza tra il nome di battesimo di Carrubba Massimo con quello di Di Mare Massimo";
altrettanto preoccupante è il fatto (riferito dall'on. Piscitello) che le pesantissime affermazioni, tanto generiche quanto sommarie, contenute nel decreto di scioglimento e riferite pressoché a tutti gli amministratori in carica eletti nel 2008, nonché ai dipendenti e dirigenti dell'intera amministrazione, non solo non hanno trovato alcun riscontro o seguito in sede penale ma non si sono tramutate neanche in concrete decisioni della Commissione Straordinaria (la quale ha pedissequamente riproposto l'operato della disciolta amministrazione!) e che diversamente da quanto avvenuto se non in tutti, certamente nella maggior parte dei casi di scioglimento di consigli comunali, e malgrado le apodittiche affermazioni contenute nelle relazioni allegate al D.P.R. di scioglimento del Comune di Augusta e nella relazione d'accesso (allegato n. 1) non è stato contestato all'ex Sindaco né a funzionari comunali o dirigenti né ad altri soggetti alcun reato contro la Pubblica Amministrazione o fatti di "mala gestio",
si chiede di sapere:
se, al fine di una piena e corretta ponderazione dei diversi interessi da tutelare (l'applicazione, da un lato, di strumenti rapidi ed efficaci di contrasto alla criminalità organizzata e, dall'altro, nel caso di misure così rilevanti per la vita democratica di una comunità, la garanzia di una compiuta istruttoria nel momento della formazione della "prova"), il Ministro in indirizzo non ritenga maturi i tempi per intervenire in materia delineando più dettagliatamente il procedimento relativo allo scioglimento dei Consigli comunali previsto dall'art.143 del testo unico sugli enti locali e successive modifiche e integrazioni;
se, relativamente al caso evidenziato del Comune di Augusta, non intenda verificare con attenzione tutte le anomalie indicate e, se confermate, adottare le misure necessarie affinché casi analoghi non si ripetano;
se non ritenga di verificare come possa essersi verificato il gravissimo errore nel corso delle indagini (definito incredibilmente refuso) relativo allo scambio di persona nel corso di intercettazioni video e ambientali che ha contribuito in modo rilevante allo scioglimento del Consiglio comunale di Augusta.
La relazione della Commissione d'Indagine per l'accesso presso il Comune di Augusta (Allegato 1); la richiesta di proroga di intercettazione del Comando provinciale Carabinieri di Siracusa del 17 giugno 2008 (Allegato 2); la nota dei Comando provinciale Carabinieri di Siracusa a Procura della repubblica Distrettuale dell'8 maggio 2014 (Allegato 3) sono state trasmesse in allegato alla presente interrogazione e restano acquisite agli atti del Senato.