Pubblicato il 21 aprile 2015, nella seduta n. 433
SCILIPOTI ISGRO' - Al Ministro della difesa. -
Premesso che:
a distanza di oltre 15 anni dai primi casi di militari malati a seguito di esposizione senza protezione agli effetti dell'uranio impoverito ad oggi sono 314 i militari deceduti ed oltre 3.600 i militari impiegati in missioni internazionali con patologie gravi;
nonostante le direttive emesse dall'Organizzazione mondiale della sanità si riscontrano casi di contaminazione tra la popolazione civile dei Balcani e tra quella che risiede vicino ai poligoni della Sardegna;
sono oltre 24 le sentenze che vedono la l'amministrazione della difesa soccombente su contenziosi in materia di malattie leucemiche o tumorali contratte da militari durante missioni internazionali. Infatti, la giurisprudenza in materia è ormai consolidata (tra le sentenze si ricordano le seguenti: TAR Salerno n. 00017/2013; Tribunale civile di Roma n. 16844/2012; TAR Lazio n. 07363/2012; Corte dei conti de L'Aquila n. 290/2012; Tribunale civile di Roma n. 21972/2012; Tribunale civile di Roma n. 13617/11; Tribunale civile di Roma n. 17270/12, n. 1060/12, n. 19437/10 e n. 24951/09; Corte dei conti del Veneto n. 736/2010; TAR Lazio n. 02719/2015; Tribunale civile di Roma n. 1002/10; Corte dei conti del Lazio n. 369/2013; TAR Lazio n. 07777/14, Tribunale civile di Roma n. 11360/2012; Corte dei conti de L'Aquila n. 399/12). Malgrado ciò continuano i contenziosi legali dei militari, o dei loro familiari, per ottenere dall'amministrazione della difesa gli indennizzi spettanti;
in Parlamento si discute sulla possibilità di istituire l'ennesima commissione parlamentare d'inchiesta, sebbene il mondo medico e scientifico a livello internazionale si sia già espresso sulla correlazione tra uranio impoverito e malattie cancerose e leucemiche;
ad oggi continua ad esserci un'immotivata distinzione tra militari caduti in servizio a seguito di attentati e militari che si sono gravemente ammalati dopo aver partecipato a missioni internazionali e sono deceduti,
si chiede di conoscere:
quale sia il numero esatto di militari deceduti a seguito di patologie tumorali al rientro da missioni internazionali, compresi coloro che sono stati posti in congedo proprio per questo motivo dal 2000 ad oggi;
per quale ragione il Ministero della difesa, malgrado le sentenze di condanna a risarcire i militari che si sono ammalati all'estero per aver operato su territori contaminati da armi uranio impoverito, non doti i soldati di sistemi di protezione adeguati;
se non ritenga opportuno considerare i militari deceduti a seguito di gravi patologie sopraggiunte dopo le missioni internazionali come deceduti a causa di servizio;
se non ritenga che il proseguire contenziosi legali su una questione acclarata come quella del danno biologico certo derivante da esposizione ad uranio impoverito rappresenti per le finanze pubbliche un irragionevole sperpero di risorse.