Atto n. 4-03676

Pubblicato il 19 marzo 2015, nella seduta n. 413

CASALETTO , ORELLANA , GAMBARO , CAMPANELLA , MOLINARI , BOCCHINO , PEPE , BENCINI , BIGNAMI , MUSSINI , MASTRANGELI , DE PIETRO , DE PIN , ROMANI Maurizio , SIMEONI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -

Premesso che le tensioni che ormai da tempo si perpetuano ai confini dell'Europa opprimono le imprese italiane, già alle prese con la crisi interna e la recessione economica che sta interessando il Paese;

considerato che i mercati libico e russo hanno da sempre rappresentato grossi punti di riferimento per l'Italia ma le crisi in atto in quei Paesi stanno influenzando fortemente la nostra economia;

rilevato che:

lo stato di caos in cui versa la Libia ha provocato nel mercato un taglio del 25 per cento all'export di generi alimentari italiani, una cifra pari a 160 milioni di euro;

da un'analisi effettuata della Coldiretti su elaborazioni di dati Istat emerge che ad essere colpita è stata soprattutto la pasta e le conserve di pomodoro che rappresentano un simbolo del made in Italy a tavola; ma anche l'ortofrutta e in particolare le mele, la cui importazione in Libia nel 2014 ha registrato un valore di circa 50 milioni di euro, già in calo del 22 per cento rispetto all'anno precedente. Secondo la Coldiretti nel 2015 la situazione sarebbe precipitata;

la cooperativa Fruit Modena group ha interrotto le esportazioni di pere in Libia da alcune settimane per i rischi nei pagamenti e l'incertezza che regna sul quel mercato in passato molto promettente;

preoccupazioni per il futuro riguardano anche le esportazioni di conserve di pomodoro, pari ad oltre 40 milioni di euro e rimaste pressoché stabili nel 2014 (con un calo dello 0,2 per cento). Il consorzio Casalasco del pomodoro di Cremona ha spedito nel maggio 2014 l'ultimo carico di "Pomì" e "Gusto d'oro" in Libia, poi l'instabilità del Paese ha impedito ulteriori rapporti di scambio commerciale che erano stati avviati nel 2013;

un drammatico calo si è registrato per le spedizioni di pasta made in Italy che sono crollate dell'84 per cento ed ammontano ad appena 2 milioni di euro nel 2014;

altro brusco calo delle nostre esportazioni di prodotti agroalimentari si è registrato sul fronte russo per via delle sanzioni economiche e per l'embargo russo scattato il 7 agosto 2014 verso le importazioni dall'Unione europea e da altri Paesi. Da alcune stime effettuate dalla Coldiretti emerge, infatti, che da agosto a novembre 2014 l'export di prodotti agroalimentari italiani sia passato dagli oltre 19,3 milioni di euro di esportazioni nello stesso periodo del 2013 a 2 milioni di euro;

in particolare, le perdite maggiori ad ottobre sarebbero risultate per i prodotti della zootecnia da carne (oltre 4,6 milioni di euro), per formaggi e latticini (oltre 5 milioni di euro) e per l'ortofrutta (oltre 6 milioni di euro). In soli 4 mesi, quindi, le esportazioni italiane sono calate di oltre 50,7 milioni di euro, di cui oltre 19 milioni di euro di prodotti ortofrutticoli;

risulta evidente come la crisi libica e quella russo-ucraina stiano cagionando notevoli danni alle imprese italiane e come le misure adottate dall'Unione europea siano assolutamente inadeguate;

ritenuto che l'Italia debba mantenere e tutelare sia con Tripoli che con Mosca forti legami economici, energetici e geopolitici onde evitare la perdita definitiva di grosse fette di mercato che potrebbero essere rioccupate facilmente a scapito del nostro Paese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, per quanto di competenza, possa attivare strategie e meccanismi adeguati per facilitare le esportazioni del comparto agroalimentare, uno dei comparti più proficui e importanti dell'export italiano;

se intenda promuovere, mantenere e tutelare tanto con Tripoli quanto con Mosca i tradizionali forti legami economici, energetici e geopolitici onde evitare la perdita definitiva di grosse fette di mercato.