Atto n. 1-00217

Pubblicato il 9 dicembre 2003
Seduta n. 503

CORTIANA, DONATI, BOCO, MARITATI, RIPAMONTI, ZANCAN, BETTONI BRANDANI, MODICA, PETERLINI, MUZIO, DE ZULUETA, FILIPPELLI, MARTONE, IOVENE, MALABARBA, VICINI, FLAMMIA, LONGHI, ROTONDO, SODANO TOMMASO, BARATELLA, BATTAFARANO, FORLANI, GUBERT, D'IPPOLITO, ZANDA, OCCHETTO, BATTISTI.

Il Senato,

premesso che:

il Vertice Mondiale sulla Società dell’Informazione è organizzato, per conto delle Nazioni Unite, dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) e avrà luogo dal 10 al 12 dicembre 2003 nel Palazzo delle Esposizioni di Ginevra. Tale vertice ha l’obiettivo di costruire una visione comune della società dell’informazione e trasformare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione in un nuovo strumento di sviluppo economico e sociale per il raggiungimento degli “obiettivi del millennio” delle Nazioni Unite, dando vita a nuovi modelli di cooperazione internazionale. Il vertice, su base intergovernativa ma aperto anche ai contributi del settore privato e della società civile, dovrebbe concludersi con l’approvazione di una Dichiarazione di principi e di un Piano d’azione. Una successiva seconda fase del vertice a Tunisi, dal 16 al 18 novembre 2005, si concentrerà sulla transizione verso una società della conoscenza e potrebbe portare all’adozione di una “Carta” della società dell’informazione e un’“agenda sulla solidarietà digitale” a livello globale, con piani d’azione regionali;

il vertice di Ginevra si svolgerà durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea e spetterà quindi all’Italia gestire i negoziati per la posizione comunitaria prima e durante il summit. La partecipazione italiana al vertice è coordinata dal Ministero degli affari esteri, che ha istituito lo scorso gennaio una task force presso la Direzione generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale. La task force è composta anche da rappresentanti di Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie, Ministero delle comunicazioni, Ministero dell’economia e delle finanze e si sono svolti alcuni incontri con rappresentanti della società civile e del settore privato;

il summit, proprio per la sua organizzazione distribuita nell’arco di più anni e la possibilità di verificare i risultati conseguiti e valorizzare le buone prassi messe in campo, consente al consesso globale delle nazioni di mettere in campo una strategia unitaria verso l’ICT che non solo permetta di avviare un processo che riduca gli squilibri economici e sociali tra i diversi Paesi, ma sia capace anche di ridurre il divario sociale all’interno dell’Unione europea e di rilanciare un sistema economico europeo in questo settore,

impegna il Governo:

ad operare, nella costruzione della posizione europea e nell’ambito del WSIS, al fine di garantire il pluralismo informatico, come principio di base per uno sviluppo diversificato delle tecnologie in grado di consentire a tutti i cittadini il pieno accesso alle risorse informatiche, mettendo a punto, secondo i criteri di economicità, efficienza ed efficacia, già esplicitati dalla Commissione Interministeriale per l’uso dell’open source nella Pubblica Amministrazione, proposte in grado di garantire l’adeguato pluralismo e la libera competizione tra i sistemi proprietari e i sistemi cosiddetti liberi;

ad impegnarsi per la definizione di criteri e strategie comuni che garantiscano la piena interoperabilità dei sistemi informativi e informatici, al fine di non aggravare il divario digitale tanto in ambito internazionale quanto in ambito nazionale ed europeo e di abbassare la soglia di accesso alle informazioni nello spazio pubblico e al mercato, in modo tale da garantire l’esercizio di piena cittadinanza e da agevolare la nascita di standard aperti e non proprietari che consentano uno sviluppo pluralistico del mercato dell’ICT;

a rafforzare in senso partecipativo l’ecosistema dei sistemi di comunicazione, e di Internet in particolare (Internet governance), assicurando che l’informazione e la conoscenza siano effettivamente al servizio dello sviluppo umano, e non al servizio del solo mercato, e garantendo altresì i diritti civili internazionalmente riconosciuti e l’assenza di forme di censura delle informazioni e ad assicurare il diritto alla privacy degli utenti, valutando la costruzione di una politica globale in questo senso;

ad istituire una governance trasparente e democratica della società dell’informazione dal livello locale fino a quello globale, con un forte investimento sui processi di partecipazione e di e-democracy, oltre che di e-government, anche facendo conoscere e valorizzando l’esperienza delle reti civiche e di realtà quali il Global Cities Dialogue, Telecities, Villes-internet, etc.;

a garantire che gli alfabeti della conoscenza, a partire dagli algoritmi informatici, siano ritenuti un bene universale, tale da non poter essere sottoposto a processi di brevettazione, e ad assicurare ed estendere i beni comuni globali per le trasmissioni e le telecomunicazioni, per assicurare che questa risorsa pubblica non venga gestita nell’interesse esclusivo dei soggetti privati, bensì valorizzata anche grazie alle nuove tecnologie di trasmissione al fine di garantire il più ampio pluralismo nelle informazioni e la più bassa soglia di accesso alle informazioni stesse, anche grazie ad adeguate iniziative di formazione, educazione, life-long learning, etc.;

a promuovere la nascita di un’agenzia in ambito ONU che razionalizzi il processo di brevettazione, nel rispetto del principio di non brevettabilità del software, e che sia capace di indurre all’obbligo di pubblicità e trasparenza tutte le agenzie, istituzionali e non, che si occupano di brevetti, come indicato dal Parlamento europeo;

ad agevolare strumenti formativi innovativi nel campo dell’ICT, ponendo la leva della formazione delle nuove generazioni e lungo tutto il corso della vita come una chiave capace di ridurre la distanza tra le varie aree del Paese e tra le diverse regioni del globo, anche sperimentando forme pubbliche di certificazione che non siano sottoposte al vaglio privato come avviene per ECDL;

a garantire un dialogo costruttivo con i diversi attori (multistakeholder) ed un reale coinvolgimento della società civile e delle organizzazioni non governative nel periodo che intercorre tra l’inizio dei lavori nel corso della Prima Conferenza Mondiale, prevista per dicembre 2003 a Ginevra, e la conclusione degli stessi, prevista nel corso del 2005 a Tunisi;

a garantire il libero accesso agli strumenti di comunicazione e telecomunicazione ribadendo il principio, già fatto proprio dai lavori preparatori del World Summit, che lo spettro di radiofrequenza deve essere pubblico e controllato nell’interesse generale, attuando tutte le politiche necessarie affinché, a livello nazionale, europeo e internazionale, ne sia libero l’accesso – funzione determinante per garantire l’accesso alle stesse informazioni –, sia garantito il pluralismo informativo, sia combattuto il monopolio informativo e siano agevolate le tecniche di trasmissione capaci di abbattere la soglia di accesso al mercato della trasmissione dei contenuti e di allargare le fonti informative, come ad esempio le trasmissioni satellitari.