Atto n. 4-03625

Pubblicato il 12 marzo 2015, nella seduta n. 409

SCAVONE , COMPAGNONE - Ai Ministri dell'interno, per la semplificazione e la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

Adrano (Catania) è una città di circa 35.000 abitanti e si caratterizza maggiormente per un'economia basata sulla produzione e commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, a fronte di una cronica mancanza di infrastrutture atte a favorire un vero e proficuo sviluppo dello stesso comparto;

la città lega, purtroppo, il suo nome anche ad eventi e fatti di cronaca giudiziaria e politico-amministrativa sicuramente poco lusinghieri. Nel 1991 il Consiglio comunale in carica fu sciolto per condizionamento e infiltrazione mafiosa. Negli anni tra l'80 ed il '90 la città costituiva con le limitrofe città di Biancavilla e Paternò il triste "triangolo della morte" in conseguenza di una cruenta lotta tra organizzazioni malavitose di stampo mafioso che insanguinavano le strade delle 3 città catanesi;

negli ultimi anni la città vive in uno stato permanente di crisi igienico-sanitaria dovuta alla mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani. Il servizio di raccolta è affidato ad una ditta in amministrazione controllata;

il sindaco nel luglio 2014 ha subito un attentato incendiario alla sua autovettura, a tutt'oggi senza colpevoli;

nelle ultime settimane molti quartieri stanno vivendo una situazione di profondo disagio a causa della mancata erogazione del servizio di pubblica illuminazione, che fa rimanere nel buio vie e piazze di interi quartieri popolari densamente abitati;

risulterebbe che nel Comune di Adrano vi siano funzionari sotto processo presso il Tribunale di Catania per gare d'appalto truccate. Altri dirigenti sarebbero destinatari di avviso di garanzia per "frode in fornitura pubblica";

è tuttora in corso un'attività di verifica amministrativa da parte del comitato regionale urbanistico (CRU) della Regione Siciliana per diverse concessioni edilizie rilasciate illegittimamente;

si evidenzia anche la mancata deliberazione da parte del Consiglio comunale circa la presa d'atto sulle demolizioni di circa 58 unità abitative sorte abusivamente, nonostante i numerosi solleciti da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti:

il Consiglio comunale di Adrano con la delibera n. 46 del 27 settembre 2002, mediante procedura diretta, ha affidato alla società Luce Elettrica SpA (oggi Enel Sole Srl) la "Fornitura di servizi relativi agli impianti di pubblica illuminazione" per 15 anni;

in data 24 ottobre 2002 con apposito contratto (rep. 22/02), veniva affidata alla società Luce Elettrica la concessione per l'esercizio, la manutenzione ordinaria, la fornitura di energia elettrica, l'ammodernamento tecnologico-strutturale e la valorizzazione artistica degli impianti di illuminazione pubblica ad Adrano a partire dal 1° gennaio 2003 e fino al 2017;

la società Enel Sole Srl nel 2014 ha espresso la volontà di cessare anzitempo il rapporto contrattuale in corso e procedere alla consegna dell'impianto di pubblica illuminazione al Comune di Adrano;

il Comune ha manifestato il proprio consenso alla cessazione del rapporto con la Enel Sole Srl attraverso una risoluzione consensuale, facendo presente però di avere bisogno di maggior tempo, rispetto a quanto richiesto dalla società, per effettuare le procedure di scelta di un nuovo operatore economico;

il canone annuale da corrispondere per contratto all'Enel Sole Srl è di 2.274.950,28 euro come emerge dalla determina dirigenziale n. 975 del 18 settembre 2014;

la società Enel Sole in questi anni avrebbe richiesto con diversi solleciti il pagamento delle prestazioni effettuate e in data 2 febbraio 2010 ha notificato il decreto ingiuntivo n. 442/2010 per un importo pari a 4.804.997,40 euro e il giudice del Tribunale di Palermo ha concesso la provvisoria esecuzione, ma il Comune di Adrano si sarebbe opposto;

Enel Sole Srl avrebbe comunicato in data 30 aprile 2012 che l'esposizione debitoria del Comune di Adrano ammontava a 11.030.119,33 euro;

il Comune avrebbe iscritto in bilancio, per diversi anni, una somma di circa 1.000.000 euro per anno occultando e non iscrivendo in bilancio una somma pari a circa 1.200.000 euro per anno, somma prevista dal contratto con Enel Sole Srl quindi obbligatoria;

il debito fuori bilancio ad oggi nei confronti di Enel Sole Srl sarebbe di circa 15.000.000 euro;

considerato altresì che, a quanto risulta agli interroganti:

emergerebbero irregolarità riguardanti i bilanci preventivi e i conti consuntivi almeno dal 2010 ad oggi;

l'Enel Sole Srl, detenuta al 100 per cento da Enel SpA (partecipata al 31,2 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze), non avrebbe dato seguito al decreto ingiuntivo concesso con la provvisoria esecuzione e nello stesso tempo non avrebbe avviato altre procedure per la riscossione dell'elevato credito vantato (circa 15.000.000 euro);

la Corte dei conti, sezione controllo per la Regione Siciliana, ha già avviato per il conto consuntivo 2012 la procedura prevista dall'art 148-bis, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000 con delibera della stessa Corte n. 158/2014/PRSP;

la Corte di cassazione con la sentenza n. 18686 del 15 febbraio 2012 ha sancito che per configurarsi il reato di falso ideologico di pubblico ufficiale non è necessario provare l'intenzione di nuocere all'ente pubblico o comunque di raggiungere, tramite l'atto stesso, scopi contrari alla legge, ma è sufficiente il dolo generico del delitto, vale a dire la consapevolezza di ciò che si sta facendo;

considerato infine che, a giudizio degli interroganti:

la Giunta del Comune di Adrano avrebbe voluto reiteratamente sottoporre all'approvazione vari bilanci preventivi e vari bilanci consuntivi non attendibili (non prevedendo circa 1.200.000 euro per anno nei confronti di Enel Sole Srl) per evitare di dichiarare il dissesto finanziario e conseguentemente evitare le sanzioni previste per l'ente e gli organi politici e amministrativi;

la stessa Giunta con il bilancio di previsione 2014 avrebbe cercato, dopo la denuncia pubblica agli organi di stampa, di rettificare la prima proposta di bilancio preventivo (novembre 2014) inserendo tutte le somme previste per contratto con Enel Sole Srl, ma avrebbe utilizzato per pareggiare il bilancio un fittizio avanzo di amministrazione (consuntivo 2013) di 272,614,14 euro, in quanto i bilanci di previsione e i consuntivi precedenti sarebbero stati alterati dalla mancata imputazione di spesa obbligatoria nei confronti di Enel Sole Srl per circa 1.200.000 euro per anno, quindi sarebbe stato impossibile avere in precedenza un avanzo di amministrazione;

la società Enel Sole deve chiarire la mancata esecuzione del decreto ingiuntivo e le mancate e ulteriori azioni di recupero del credito vantato, considerata la responsabilità in solido di Enel SpA, società quest'ultima quotata in borsa,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

quali azioni intendano intraprendere al fine di adempiere le funzioni di controllo e garanzia del funzionamento dell'ente locale e della società Enel SpA come proprietaria (100 per cento delle quote) di Enel Sole Srl;

se non ritengano opportuno attivarsi urgentemente nell'ambito delle proprie competenze disponendo un'ispezione al fine di verificare la fondatezza di quanto esposto e la correttezza dei documenti contabili ed evitare un ulteriore peggioramento della situazione;

se non ritengano necessario disporre l'intervento del prefetto di Catania.