Pubblicato il 3 marzo 2015, nella seduta n. 401
ASTORRE - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
Poste italiane SpA ha recentemente presentato il nuovo piano industriale che, tra l'altro, prevede la chiusura di 450 uffici postali e la riduzione del servizio a giorni alterni per 609 uffici postali;
il taglio lineare, così come previsto dal nuovo piano, avrà pesanti ripercussioni sulle comunità interessate che non disporranno più di quei servizi essenziali da sempre offerti dagli uffici postali;
la razionalizzazione riguarderebbe in particolare nel Lazio 45 uffici postali con particolare incidenza nell'area della città metropolitana della capitale;
il disagio, ancora una volta, riguarderà maggiormente le fasce deboli (anziani e meno abbienti), che avranno maggiori difficoltà a raggiungere Comuni vicini che dispongono dell'ufficio postale e che non hanno accesso a quegli strumenti telematici che oggi costituiscono in parte l'alternativa all'ufficio postale;
alcune macro zone della città metropolitana sarebbero pesantemente colpite dal piano, in particolare l'area della Valle dell'Aniene con 8 drastiche riduzioni in altrettanti Comuni;
la chiusura dell'ufficio postale ha come conseguenza diretta l'eliminazione del servizio "bancoposta";
il piano non prevede aperture di nuovi punti di accesso al servizio "bancoposta" che potrebbero in qualche modo surrogare la scomparsa degli uffici, o limitare i disagi conseguenti alle riduzioni previste negli orari e nei giorni di funzionamento degli uffici postali,
si chiede di sapere:
quali interventi il Ministro in indirizzo intenda assumere per una diversa razionalizzazione prevista dal piano di Poste italiane;
se intenda aprire con Poste italiane e con i rappresentanti delle associazioni degli enti locali un tavolo di concertazione per limitare al massimo le conseguenze di detto piano;
se intenda intervenire per sollecitare Poste italiane a dotare ogni singolo ufficio postale di uno sportello di "bancoposta".