Pubblicato il 17 febbraio 2015, nella seduta n. 392
DE PIN , CASALETTO , GAMBARO , BOCCHINO , SIMEONI , MASTRANGELI , CAMPANELLA , BENCINI , PEPE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante, "Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti", è stato firmato dal Capo provvisorio dello Stato;
il provvedimento risulta privo dell'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), relazione che è necessaria nella redazione dei decreti-legge, al pari della relazione tecnica;
secondo Assopopolari (associazione nazionale fra le banche popolari), la trasformazione in società per azioni delle prime 10 banche popolari, con un totale attivo superiore agli 8 miliardi di euro (oltre il 90 per cento dell'intera categoria del credito popolare), penalizzerà fortemente i territori di riferimento e l'economia reale del Paese;
attualmente le banche popolari erogano crediti a clientela per circa 375 miliardi di euro, un valore che rappresenta il 27 per cento degli impieghi complessivi del sistema bancario italiano; lo snaturamento della natura mutualistica delle banche popolari avrà un effetto di riduzione del credito alle famiglie di 25 miliardi e del credito alle imprese di 55 miliardi;
inoltre, la trasformazione in società per azioni farà venire meno circa un miliardo di euro di donazioni alle comunità locali che le banche popolari, a vario titolo, hanno erogato in tutto l'arco lunghissimo del periodo della crisi;
un ulteriore effetto negativo, secondo Assopopolari, è costituito dalla previsione sui tagli imposti ai costi del personale che saranno pari a oltre 1,5 miliardi di euro, determinando una contrazione del numero degli occupati pari a circa 20.000 unità;
inoltre, dal momento dell'annuncio della riforma da parte del Presidente del Consiglio dei ministri all'approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri sono passati alcuni giorni nei quali le azioni delle banche popolari destinatarie del decreto hanno avuto un notevole rialzo. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in 10 milioni di euro. Questo fatto anomalo ha spinto la procura di Roma ad aprire un'inchiesta,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno fornire informazioni sull'impatto dello stesso decreto-legge;
se tale riforma sia in sintonia con la legislazione europea e se essa esponga le imprese italiane al rischio di un peggioramento del loro accesso al credito, visto che essa elimina un modello di banca legata al territorio di origine e agli investimenti nel territorio;
se le modalità di comunicazione della riforma, anticipata il venerdì e poi attuata per decreto il martedì successivo, possano essersi prestate a fenomeni di insider trading o a manovre speculative sui titoli in borsa;
se al Governo risulti che la Consob abbia assunto tutte le azioni prescritte normativamente, in particolar modo in materia di aggiotaggio, quando, dopo l'annuncio del Governo, i titoli delle banche popolari destinatarie del decreto sono schizzati alle stelle.