Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01659
Azioni disponibili
Atto n. 3-01659 (in Commissione)
Pubblicato il 17 febbraio 2015, nella seduta n. 392
PUPPATO - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
il 5 novembre 2014 l'amministratore delegato di Poste italiane SpA ha annunciato la chiusura di 450 uffici postali sull'intero territorio italiano, a seguito della delibera 342/14/CONS del 26 giugno 2014 e prevede la chiusura a partire dal 13 aprile 2015;
dei 450 uffici in via di chiusura, 30 sono ubicati nel Veneto e, tra questi, la metà nella sola provincia di Treviso;
considerato che:
la provincia di Treviso è tra le più penalizzate del Paese con una perdita di circa il 10 per cento degli sportelli esistenti;
tutte le chiusure riguardano frazioni di comuni che in questi anni hanno già subito danni derivanti dalle concentrazioni nei capoluoghi di numerosi servizi pubblici, a discapito soprattutto delle persone anziane che trovano, negli uffici postali, un servizio pubblico di indubbia utilità riguardante anche il prelievo della pensione e altri servizi finanziari;
la soppressione degli uffici fa seguito ad un aumento delle competenze di Poste italiane SpA negli ultimi anni, con il rischio che gli uffici dei capoluoghi non riescano più a servire in tempi rapidi il numero aumentato di persone che si recheranno agli sportelli;
considerato, inoltre, che:
l'ufficio postale si caratterizza anche come luogo sociale in cui si ritrova e si identifica la comunità, la soppressione quindi rischia anche di causare l'abbandono dei piccoli centri;
tale disposizione sembra ignorare lo sviluppo urbano della provincia di Treviso e del Veneto centrale in generale, che si caratterizza per città diffuse organizzate in centri medio-piccoli;
pertanto, la concentrazione degli uffici postali porterebbe ad un aumento del traffico e alla congestione dei centri maggiori,
si chiede di sapere:
se non sia il caso di riconsiderare le programmate chiusure degli uffici postali in Veneto, vista la loro straordinaria valenza dal punto di vista sociale;
se, in particolare il Ministro in indirizzo non ritenga di dover chiedere a Poste italiane SpA di rivedere le chiusure in provincia di Treviso;
se non ritenga che sia necessario chiedere a Poste italiane SpA di prevedere almeno dei servizi minimi nei centri in cui gli sportelli saranno chiusi.