Pubblicato il 11 febbraio 2015, nella seduta n. 388
CERVELLINI - Ai Ministri della salute e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
nell'aprile 2013, nell'ambito dell'indagine sulla crisi finanziaria e sul saccheggio di risorse che aveva travolto la Provincia italiana della congregazione dei figli dell'immacolata concezione (PICFIC), istituto religioso proprietario di ospedali e strutture di cura di primo livello ("Idi" e "San Carlo" a Roma e "villa Paola" a Viterbo), con accuse di appropriazione indebita aggravata, bancarotta patrimoniale fraudolenta, emissione ed utilizzo di fatture false e occultamento delle scritture contabili, la Procura di Roma ha operato alcuni arresti eccellenti, che hanno riguardato personaggi ai vertici della congregazione;
a seguito dello stato di insolvenza accertato dal Tribunale di Roma, in relazione ad un passivo che inizialmente era stato stimato in oltre 600 milioni di euro, queste aziende ospedaliere sono state poste in amministrazione straordinaria dal marzo 2013;
considerato che:
il debito accertato sembra superiore al miliardo di euro, per gran parte nei confronti dello Stato (INPS ed Equitalia), dei dipendenti e dei fornitori, e lo stesso sarebbe ulteriormente lievitato nel corso dell'amministrazione straordinaria, nonostante il controllo degli organi statali o pubblici;
dopo l'esperimento di 2 processi d'asta andati deserti, i commissari straordinari sono stati autorizzati dal Ministero dello sviluppo economico all'accettazione della proposta di acquisto presentata dalla congregazione, tramite una fondazione da costituire appositamente;
i commissari hanno richiesto all'acquirente l'immediata costituzione di un tavolo di lavoro al fine di pervenire con la massima urgenza alla stipula del contratto di cessione e al passaggio dei rami di azienda oggetto di vendita, con il solo onere di un debito ipotecario di un istituto bancario,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non ritengano inammissibile che i soggetti che si erano resi responsabili del fallimento delle strutture possano ricomprare, con l'avallo del Ministero dello sviluppo economico, lo stesso patrimonio per una frazione del suo valore, al netto dei debiti;
se non ritengano inoltre necessario acquisire maggiori informazioni e porre garanzie indispensabili per la tutela dei livelli occupazionali, approfondendo, valutando e vigilando sull'applicazione di un piano di risanamento e sviluppo aziendale che preveda il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali;
se infine non ritengano necessario imporre un piano di rientro integrale dei debiti pregressi, e quelli accumulati dalla stessa gestione straordinaria, alla costituenda fondazione o alla congregazione cui la PICFC fa capo.