Pubblicato il 4 febbraio 2015, nella seduta n. 386
DE POLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
la profonda crisi economica che ha investito il nostro Paese sta colpendo pesantemente in modo particolare quei settori che caratterizzano il tessuto produttivo italiano e ne fanno un unicum nel mondo: i lavoratori autonomi. Dai dati delle Camere di commercio, nel 2014 emerge un decremento di circa 357.000 partite IVA;
con la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014) sono stati introdotti interessanti sgravi contributivi sul lavoro dipendente, ma non su quello autonomo, per il quale anzi essa prevede l'aumento delle aliquote dei contributi previdenziali dal 27 al 30 per cento e della tassazione forfettaria dal 5 al 15 per cento: in altre parole un titolare di partita IVA nel 2015, tolto un 22 per cento di spese che le normative riconoscono forfettariamente, dovrebbe versare il 30 per cento di aliquota contributiva e il 15 per cento di quella fiscale;
in risposta all'ondata di critiche secondo le quali non applicare tale aumento determinerebbe un costo di diverse centinaia di milioni a carico del bilancio dello Stato, intervengono, a sostegno della sospensione degli aumenti, le osservazioni del Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti, nelle quali si propone di far convivere il vecchio e il nuovo regime contributivo, almeno per un periodo di transizione: il costo sarebbe di circa 10 milioni di euro per arrivare ad un centinaio nei prossimi anni: si tratterebbe di un risparmio notevole;
sono state presentate 1.083 proposte emendative riferite al testo della legge di conversione del decreto-legge n. 192 del 2014, alcune delle quali considerate non ammissibili. A giudizio dell'interrogante, fatti salvi i criteri di ammissibilità, ed in particolare, la circolare del presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa, è proprio a tali criteri ai quali il vaglio dovrebbe obbedire prestando particolare attenzione "alla ratio unitaria di intervenire con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal Governo e dal Parlamento", interessi che devono essere precipuamente quelli di tutelare e salvaguardare il più possibile la salute del tessuto produttivo italiano;
nelle ultime riforme si sono riscritte molte regole dello statuto dei lavoratori, garantendo sgravi fiscali (in particolar modo contributivi triennali) ma purtroppo è necessario constatare che, anche in questa occasione, i lavoratori autonomi sono i più colpiti anche in virtù di deleteri pregiudizi che ne farebbero i maggiori evasori fiscali;
è opportuno ricordare un dato incontrovertibile, senza ricorrere a statistiche i cui dati potrebbero essere interpretati ed interpolati con una certa elasticità: il mondo delle partite IVA è il vero tessuto economico del nostro Paese, è il vero "made in Italy", non usufruisce delle "trasfusioni" dei grandi capitali pubblici o privati, non è oggetto di equilibrismi di borsa, non ha capitale straniero. Esso è il frutto del duro lavoro di singole persone che, affidandosi alle proprie risorse e grazie all'ingegno, hanno fatto grande il nome dell'Italia nel mondo senza tema di imitazioni di alcun genere,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga possibile e opportuno prevedere la proroga del blocco degli aumenti, procedendo altresì ad una complessiva ridiscussione del prelievo fiscale e contributivo sulle partite IVA, visto che l'attuale configurazione della tassazione sul lavoro autonomo rappresenta una sorta di "dichiarazione di sfiducia" nei confronti della categoria.