Pubblicato il 10 novembre 2003
Seduta n. 486
FABRIS. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso:
che da oltre un decennio il Veneto attende la realizzazione della Pedemontana Veneta, originariamente concepita quale tratta autostradale tra la A4 da Montecchio Maggiore (Vicenza) a Spresiano (Treviso) sulla A27 intersecando la A31 tra le uscite di Thiene (Vicenza) e Dueville (Vicenza);
che, in occasione della proroga della concessione alla Autostrada Serenissima Brescia-Padova Spa, si decise di separare la Autostrada Pedemontana Veneta (APV) in due tratte, la prima definita “Pedemontana Ovest”, di circa 30 km, tra la A4 e la A31, in quanto da considerarsi come bretella di interconnessione tra due autostrade in concessione alla stessa Società, la seconda definita “Pedemontana Est”, più lunga, tra la A31 e la A27, da intendersi quale vera e propria nuova autostrada da sottoporre dunque a procedure e gara secondo le norme comunitarie;
che la legge finanziaria del 1999 ha definito le procedure per la realizzazione dell’Autostrada Pedemontana Veneta impegnando a tal fine 310 milioni di euro;
che nella legge finanziaria del 2001 è stata prevista la possibilità di realizzare l’Autostrada Pedemontana Veneta anche in soluzione superstrada;
che nella legge finanziaria del 2002 è stato previsto il trasferimento della competenza sulla APV alla regione Veneto, con conseguente trasferimento da parte dello Stato delle relative risorse finanziarie già stanziate nella finanziaria del 1999;
considerato:
che dopo l’espressione, nel marzo 2001, da parte della maggioranza degli enti locali interessati convocati a Castelfranco Veneto dall’allora Ministro dei lavori pubblici, del consenso a realizzare la Pedemontana Veneta in soluzione superstrada – scelta che avrà quale unico risultato tangibile la riduzione di 48 cm della sezione originariamente prevista per l’opera ma che provocherà un aumento dei futuri accessi sull’arteria e una riduzione della fascia di rispetto da 25 a 15 m – non si è provveduto, entro i 3 mesi stabiliti in quella sede, ad un adeguamento soddisfacente per gli stessi enti locali interessati del progetto definitivo da autostrada e superstrada;
che la regione Veneto non ha ancora definito una nuova progettazione della Pedemontana Veneta che tenga conto delle indicazioni espresse dalla maggioranza degli Enti locali interessati;
che la legge finanziaria della regione Veneto per il 2002 ha integrato il finanziamento statale con 62 milioni di euro;
che solo a fine marzo 2002 risulta che l’ANAS abbia consegnato alla Regione Veneto il progetto definitivo della soluzione autostradale redatto dalla Società Bonifica S.p.a.;
che la Presidente attuale della Amministrazione provinciale di Vicenza, che ricopre anche la carica di Vice Presidente della Brescia-Padova S.p.a., così come altre forze politiche locali della attuale maggioranza di Governo quali Lega, UDC, nonché il Presidente della Provincia di Treviso e molte amministrazioni comunali trevigiane, non hanno mai nascosto di preferire la soluzione autostradale per la realizzazione della Pedemontana Veneta;
che nel giugno 2002 si è costituita la Società Pedemontana Veneta S.p.a., partecipata da Autostrade S.p.a., Società Autostrade di Brescia, Verona, Vicenza e Padova, Autovie Venete, Banca Antonveneta, Cardine Banca e Cariverona, con l’obiettivo di formulare una proposta per la realizzazione in project financing della Pedemontana Veneta, nonché di una offerta tecnico-economica nell’ipotesi di gara per l’affidamento della costruzione e gestione dell’opera e la progettazione, costruzione e gestione della nuova Pedemontana Veneta, in caso di aggiudicazione;
che solo tale ultima candidatura a soggetto promotore venne allora trasmessa alla regione Veneto;
che nell’ottobre 2002 la regione Veneto ha indetto il bando di gara europeo per l’individuazione di candidati eventualmente alternativi al soggetto promotore per la realizzazione dell’arteria stradale, individuando anche il calendario per l’ultimazione dell’infrastruttura;
che successivamente alcuni Comuni del Vicentino, interessati dal tracciato della Pedemontana Veneta così come definito da Bonifica S.p.a., hanno presentato ricorso al TAR del Veneto avverso la gara indetta dalla Regione dato che tale gara non avrebbe risposto, a detta dei ricorrenti, ai criteri stabiliti dalla cosiddetta “legge obiettivo” in quanto la regione Veneto ha indetto la gara europea prima di ottenere la valutazione di impatto ambientale (VIA) dal competente Ministero e prima della conseguente delibera finale da parte del CIPE, procedura di VIA i cui esiti ed eventuali prescrizioni si sarebbero dovuti inserire nel bando di gara;
che, nel luglio 2003, il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha accolto tale ricorso, annullando tutta la procedura avviata dalla regione Veneto a partire dall’ottobre 2002, la quale era stata sospesa in attesa della sentenza dei giudici amministrativi;
che, conseguentemente a tale sentenza da parte del TAR, che accoglie nella sostanza le eccezioni avanzate dagli Enti locali, la regione Veneto dovrà risolvere in maniera definitiva tutti i problemi inerenti al tracciato della Pedemontana Veneta prima di poter ottenere la VIA e procedere, quindi, all’indizione del bando di gara europea;
che era atteso per la fine del mese di ottobre 2003 il deposito del progetto e lo studio di impatto ambientale (SIA) da parte della Società Pedemontana Veneta S.p.a. necessario ad avviare la procedura di VIA;
che tuttavia, nonostante la procedura di VIA prevedesse proprio nella sua fase iniziale la possibilità da parte di Comuni e cittadini di presentare osservazioni volte a modificare il progetto che doveva essere depositato dal soggetto promotore, sembra che non tutti i soggetti interessati abbiano potuto avanzare le loro osservazioni in merito, determinando così un ulteriore prevedibile slittamento dei tempi di realizzazione che sarà dovuto ad un nuovo ed inevitabile confronto sul tracciato;
che, a tutt’oggi, sono trascorsi ben quattro anni, con spese notevoli per gli studi, le progettazioni e i monitoraggi avviati secondo quanto previsto dalla legge finanziaria del 1999, e nonostante esponenti della maggioranza regionale e parlamentari di maggioranza della zona avessero presentato un cronoprogramma per la Pedemontana Veneta che prevedeva l’aggiudicazione della concessione per la Pedemontana Veneta al vincitore della gara per il project financing nel maggio 2003, l’approvazione del progetto preliminare da parte del CIPE sentita la Conferenza dei Servizi con i Comuni nel febbraio 2004, la presentazione del progetto definitivo prevista per aprile 2004 e l’avvio dei cantieri nel luglio successivo;
che nel frattempo, nello scorso mese di luglio, la Commissione dell’Unione europea ha inviato un parere motivato all’Italia in materia di modalità di attribuzione della costruzione e della gestione della Pedemontana Veneta Ovest, chiedendo al Governo italiano chiarimenti in ordine a tale procedura;
che il ritardo accumulato nella realizzazione della Pedemontana Veneta nel suo intero percorso, che nel caso fossero stati rispettati i tempi previsti dalla legge finanziaria del 1999 sicuramente vedrebbe da tempo i propri cantieri già aperti, ha causato, e causerà ancor più in futuro, gravissimi danni alla mobilità delle persone e delle cose non solo per un’area strategica per il sistema produttivo nazionale, ma anche ai fini della realizzazione del corridoio plurimodale europeo n. 5, evitando il rischio, oggi concreto, che esso venga realizzato escludendo la Pianura Padana a favore di altre nazioni transalpine,
si chiede di sapere:
se il Governo ritenga, e in che modo, di rispondere ai rilievi mossi dall’Unione europea circa l’inserimento nella concessione della Società Serenissima Brescia-Padova Spa, registrata nel 1999, della realizzazione della Pedemontana Veneta Ovest, considerato che la convenzione registrata fu il frutto dei molteplici confronti con gli stessi organi dell’Unione europea;
se, nel caso in cui l’Unione europea decida di sanzionare la scelta compiuta nel 1999 dal nostro Paese di inserire la Pedemontana Veneta Ovest nella proroga della concessione alla Società Serenissima Brescia-Padova Spa, il Governo non ritenga sia il caso di confermare la scelta compiuta allora dall’ANAS al fine di consentire l’immediata realizzazione di almeno un tratto della Autostrada Pedemontana Veneta come originariamente concepita, al servizio di una delle aree maggiormente trafficate e produttive del nostro Paese, accettando le eventuali sanzioni a cui l’Italia verrebbe sottoposta nel caso non riuscisse a dimostrare la validità delle proprie ragioni, per altro in precedenza concordate con la stessa Unione europea. A tal proposito vale la pena ricordare come in analoghe occasioni altri Paesi dell’Unione (Francia e Spagna in particolare per quanto riguarda le autostrade) abbiano fatto valere l’interesse nazionale opponendosi con successo alle decisioni dell’Unione europea, e comunque procedendo nella realizzazione delle opere;
se il Governo non ritenga sia comunque più importante, anche dal punto di vista economico, considerati i costi che il sistema Italia sostiene per il trasporto delle merci e delle persone, accettare di pagare eventuali sanzioni comminate dall’Unione europea piuttosto che ritardare all’infinito la realizzazione del tratto autostradale da Montecchio Maggiore sulla A4 a Thiene sulla A31, che a tutti gli effetti va considerato parte integrante del corridoio plurimodale europeo n. 5;
come il Governo giudichi l’ipotesi, a giudizio dell’interrogante assurda, elaborata in ambienti e da alcuni quotidiani veneti, che vorrebbe unificare il tratto autostradale da Montecchio Maggiore sulla A4 a Thiene sulla A31 (già parte della concessione autostradale ANAS alla Società Serenissima Brescia-Padova Spa) e la Superstrada Pedemontana Veneta prevista tra Dueville (Vicenza) e Spresiano (Treviso) (di competenza regionale) in un unico asse, ripristinando così l’iniziale progetto della APV, tenendo conto anche del fatto che, secondo la Società Pedemontana Veneta Spa, per ora unico candidato promotore, servono almeno altri 200 milioni di euro di contributo pubblico a fondo perduto, che a quel punto dovrebbero essere reperiti dalla regione Veneto, per garantire la realizzazione del solo tratto Est. In ogni caso in tale ipotesi bisognerebbe sottrarre la competenza all’ANAS, modificando la concessione affidata alla Società Serenissima Brescia-Padova Spa, assegnandone per intero la realizzazione alla regione Veneto, sulle cui capacità realizzative è lecito dubitare alla luce di quanto dimostrato dalla Regione nel realizzare negli scorsi anni il tratto già affidato alla sua competenza, sciogliendo i contrasti locali ed evitando errori clamorosi dettati solo dal protagonismo politico, che hanno portato alla nota sentenza del TAR del Veneto del luglio 2003 ricordata in premessa, omologando per di più con apposite procedure le due strutture, dato che la cosiddetta Pedemontana Ovest è prevista in soluzione autostradale mentre la Pedemontana Est è oggi considerata quale “superstrada a pagamento”, categoria di opera viaria per altro sconosciuta nel nostro Paese;
se il Ministro in indirizzo intenda chiedere alla regione Veneto il rispetto dell’intesa firmata il 9 agosto 2001, con particolare riferimento a quanto previsto nell’art. 11 (Poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi e inadempienze) dell’Accordo di programma – quadro in materia di infrastrutture per la mobilità firmato a Roma nel dicembre del 2001 tra Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Veneto, ANAS, che prevedeva il rapido espletamento delle procedure ora di sua competenza al fine di realizzare un’opera di straordinario interesse strategico per l’intera mobilità nazionale nonché parte integrante del corridoio plurimodale europeo n. 5.