Pubblicato il 19 gennaio 2015, nella seduta n. 378
MAURO Mario - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
con l'art. 1, commi 586 e 587, della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014), si è stabilito che l'Agenzia delle entrate effettui "controlli preventivi, anche documentali, sulla spettanza delle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborso complessivamente superiore a 4.000 euro, anche determinato da eccedenze d'imposta derivanti da precedenti dichiarazioni";
con questa norma il contribuente che presenta il modello 730, e che vanti un credito superiore a 4.000 euro, non otterrà subito il rimborso, ma dovrà attendere che l'Agenzia delle entrate effettui controlli formali sulla spettanza delle detrazioni e delle eccedenze d'imposta indicate;
negli scorsi anni il modello semplificato (730) ebbe un grandissimo successo perché nel giro di pochissimo tempo al contribuente veniva saldato il credito risultante dalla propria dichiarazione dei redditi;
ad essere colpiti saranno circa 300.000 contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati con redditi medio alti che hanno significative spese deducibili o detraibili;
l'Agenzia delle entrate, con comunicato stampa del 10 giugno 2014, ha precisato che: "Chi non ha carichi di famiglia o crediti relativi a precedenti periodi d'imposta non verrà coinvolto perché comunque non bisogna operare nessun controllo straordinario sulla sua dichiarazione": questo significa che i rimborsi superiori ai 4.000 euro derivanti, per esempio, da spese per le ristrutturazioni o da interessi passivi sul mutuo prima casa, saranno sottoposti a controllo preventivo solo se sono presenti familiari a carico, oppure crediti riportati dalla dichiarazione dell'anno precedente,
si chiede di di conoscere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che la norma inserita nella legge di stabilità per il 2014 colpisca indistintamente tutti i contribuenti, compresi quelli che non hanno familiari a carico o eccedenze provenienti da precedenti dichiarazioni;
se e come intenda intervenire presso l'Agenzia delle entrate affinché rispetti il termine dei 6 mesi per i crediti vantati, considerato che è noto che uno dei problemi del fisco è rappresentato dall'ingente "stock" di debiti nei confronti di contribuenti che hanno pagato somme in eccesso. A volte si aspettano anche 5 o 6 anni con punte di 10 prima di avere il rimborso;
se non ritenga di dover intervenire, per quanto di competenza, affinché i rimborsi continuino a essere erogati secondo le procedure previste finora.