Pubblicato il 16 dicembre 2014, nella seduta n. 366
TORRISI - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
in Italia si stima che vi siano 300-500.000 casi diagnosticati di pazienti con epatite C", e tra questi molti con malattia avanzata;
a causa della stessa malattia (per il 70 per cento) ogni giorno il nostro Paese conta tra i 20-25 decessi per cirrosi epatica e tumore al fegato;
si tratterebbe, però, di cifre "al ribasso", poiché gli esperti stimano in circa un milione i cittadini che hanno riscontrato l'epatite C, molti dei quali senza nemmeno saperlo;
si tratta di numeri allarmanti che dimostrano come l'epatite C sia ormai una vera e propria malattia sociale;
oggi, di questa malattia si può finalmente guarire grazie a farmaci di nuova generazione, i quali però hanno prezzi molto alti;
è di pochi giorni fa la dichiarazione del direttore dell'Agenzia italiana del farmaco, Luca Pani, il quale ha affermato che "la trattativa per il primo di questi super-farmaci è stata conclusa, ma ora serve un finanziamento speciale", mentre altri 2 farmaci sono ancora in fase di valutazione da parte dell'Aifa, e altrettanti dovrebbero essere approvati dalle autorità competenti;
già da tempo le associazioni onlus EPAC, LILA, NADIR e PLUS affermano che "l'accesso a queste terapie innovative ci darà la possibilità di spazzare via un'intera patologia dal nostro Paese nei prossimi anni. Si tratta di un fatto storico, inimmaginabile sino a qualche anno fa, ma che mai sarà realizzato senza azioni mirate. Curare tutte le persone con epatite C significa anche risparmiare svariati miliardi di euro, spesi per gestire le conseguenze della malattia non curata. Dalle giornate di lavoro persone, ai costi indiretti sostenuti da malati e famiglie". Quindi, "in nessun'altra malattia cronica si può riscontrare un rapporto costo beneficio così vantaggioso in termini di salute, anni di vita produttivi per la società guadagnata, e denaro pubblico risparmiato attraverso queste terapie";
ma i costi per queste cure coi farmaci innovativi, efficaci e con effetti collaterali di scarso rilievo, sono particolarmente esosi. Ciò, allo stato attuale, non consente pertanto a tutti i cittadini affetti da epatite C di accedere alle giuste cure, attuando discriminazioni per cause economiche;
proprio in tal senso, le associazioni chiedono allo Stato un fondo speciale per l'acquisizione dei farmaci salvavita;
nel mese di settembre 2014 le stesse associazioni, in rappresentanza dei malati, hanno chiesto ai Ministri della salute dei Paesi europei una risposta concreta e unanime al problema. L'appello era finalizzato ad invitare le aziende farmaceutiche produttrici dei nuovi farmaci per HCV e i Governi a mettere in atto pratiche e rapide soluzioni, ovvero a trovare i necessari accordi economici per dare accesso ai farmaci a tutti i pazienti senza fare alcuna discriminazione;
il 4 novembre 2014, è stato presentato alla Camera un atto di sindacato ispettivo (3-01133) al Ministro in indirizzo, a prima firma dell'onorevole Anna Margherita Miotto e cofirmata da altri 23 colleghi, che chiedeva se si intendesse "predisporre iniziative urgenti volte a far sì che si possa arrivare in ambito europeo ad una determinazione unica del prezzo effettivo dei farmaci valevole in tutti i Paesi dell'Unione europea", e nel caso specifico del medicinale Sovaldi (sofosbuvir) contro l'epatite C, quali iniziative intendesse assumere "non solo per garantire l'accesso al farmaco Sovaldi a carico del sistema sanitario nazionale a più pazienti possibile, ma anche i tempi di pubblicazione del piano nazionale delle epatiti virali",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda quantificare verosimilmente il numero delle persone infette da epatite C in Italia, e non solo coloro che si trovano in una fase cronica e grave della malattia;
quali iniziative siano in corso per prevedere e programmare le somme necessarie da mettere a bilancio a partire dal 2015, e per gli anni successivi, affinché si garantisca egualmente l'accesso al farmaco a tutti i cittadini che ne necessitano e necessiteranno, inserendole nel piano nazionale per la lotta alle epatiti virali.