Atto n. 4-03109

Pubblicato il 3 dicembre 2014, nella seduta n. 364

MARCUCCI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

la produzione cartaria italiana rappresenta uno dei poli tecnologici di eccellenza nel panorama europeo e mondiale con intere linee produttive caratterizzate da altissima automazione e tecnologia specializzata che viene esportata in tutto il mondo; anche in termini occupazionali il settore risulta trainante con un indotto tecnologico che contribuisce a raddoppiare quasi il numero di occupati;

la produzione di carta dal 2007 al 2013 ha subito una sensibile riduzione, pari a 1,6 milioni di tonnellate, cioè il 18 per cento dell'attuale livello di produzione; il settore ha reagito alla forte flessione interna mediante l'acquisizione di quote di mercato estero, dove lo sviluppo dell'industria cartiera italiana è stato rilevante;

tra i principali gruppi industriali italiani che hanno consistenti produzioni all'estero, molti appartengono al polo di Lucca, vera eccellenza in Italia in questo settore, con esponenti di spicco sia nella produzione, in tutti i settori (packaging, tissue, ondulato), che nella tecnologia, soprattutto macchinari per converting ma anche tecnologie termiche e cogenerative;

come è noto il settore è caratterizzato da elevati costi energetici, principalmente energia elettrica e termica; l'incidenza del costo energetico per il settore cartario rispetto al valore della produzione è molto elevato e si attesta intorno al 20 per cento con punte che arrivano anche al 45 per cento. Se si considera l'incidenza del costo energetico sul valore aggiunto della produzione (come in Germania) il valore aumenta sensibilmente raggiungendo livelli superiori al 50 per cento;

il costo dell'energia per il settore cartario (energia elettrica e gas naturale) è superiore a 1,1 miliardi di euro, superiore al 16 per cento del valore del fatturato, escludendo il costo degli oneri derivanti dall'anidride carbonica, mentre il conto pagato dal settore in termini di oneri di sistema elettrici e gas e di costi accessori delle tariffe arriva a circa 150 milioni di euro all'anno, ovvero il 15 per cento del costo totale della bolletta. Ad esso devono essere aggiunti almeno 10 milioni di euro per il pagamento degli oneri di sistema all'autoconsumo, oltre a quelli per le emissioni di anidride carbonica che si stima che siano in media di 25 milioni di euro all'anno fino al 2020;

l'aumento dei costi per il supporto delle fonti rinnovabili sta determinando enormi criticità di natura competitiva per tutti i settori energivori in Europa ed in particolar modo in Italia, il cui costo energetico soffre ancora di un elevato gap rispetto all'Europa: per la commodity elettrica è più elevato anche del 50 per cento rispetto al prezzo tedesco e francese;

l'Unione europea ha da tempo introdotto disposizioni per consentire ai Paesi membri di supportare l'industria energivora, senza ricorrere agli aiuti di Stato;

Francia e Germania hanno varato misure che garantiscono ai settori energivori un costo energetico tale da consentire una competitività ottimale; attualmente per il settore cartario la bolletta per l'energia elettrica in Francia si attesta sui 55-60 euro per megawatt ora ed è addirittura inferiore ai 50 euro per megawatt ora in Germania; la bolletta italiana per lo stesso settore viaggia sui 170 euro per megawatt all'ora, inclusi oneri e trasporto;

la riduzione degli oneri prevista dall'articolo 39 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, non va oltre una media di 10 euro per megawatt all'ora laddove in Germania supera i 70 euro per megawatt all'ora, azzerando in tal modo anche buona parte del trasporto e del dispacciamento;

più in generale sembrerebbe che le modalità attuative della normativa ex art. 39 abbiano in gran parte reso impossibile la reale fruizione dell'agevolazione, trasformandola in un boomerang finanziario;

infatti l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico ha sottoposto l'erogazione dell'agevolazione all'emissione di una garanzia; tuttavia allo stato attuale la condizione del sistema bancario e finanziario italiano induce le aziende a preferire l'utilizzo delle linee di credito per l'attività con la conseguenza di non usufruire delle agevolazioni connesse, anche se di fatto già iscritte a bilancio;

l'istituto dell'interrompibilità rappresenta la misura di politica industriale fruita in modo equilibrato da tutti i settori industriali energivori italiani e rappresenta un indispensabile elemento di mitigazione del crescente impatto del costo della bolletta elettrica per importanti settori industriali, quali siderurgia, carta, chimica ceramiche e fonderie per limitarsi ai principali. Esso è in scadenza alla fine del 2014 ed il suo rinnovo è al centro del decreto "taglia bollette" (decreto-legge n. 91 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014). I settori interessati stanno subendo un taglio importante, ben superiore a quel 10 per cento richiesto dal "taglia bollette", condizione che già rischia di pregiudicare la competitività di molte aziende. Oltre a questo sembra che si voglia percorrere anche un'ulteriore riduzione dei corrispettivi tramite una forte contrazione del servizio stesso ed un'allocazione a riduzione del premio, metodologia che certamente acuirà le discriminazioni settoriali tra quelli che godono di altre agevolazioni e quelli che godono pressoché solo di questa. L'industria della carta rischia di uscirne molto penalizzata, forse il settore più compromesso;

un'ulteriore misura di politica industriale per il comparto è rappresentato da "Interconnector" (di cui al regolamento (CE) n. 1228/2003), programma di sviluppo delle interconnessioni con l'Europa che sinora ha permesso di fruire di una misura di avvicinamento del costo della commodity a quella tedesca. Alla misura sono ammessi solo i grandi siti industriali, caratterizzati da potenza superiore ai 10 megawatt, e quindi solo in parte fruibile dal settore cartario;

un'altra misura adottata è rappresentata dall'esenzione dalla corresponsione degli oneri di dispacciamento per le aziende che prestano un servizio di interrompibilità superiore ai 40 megawatt mensili, il "comma 19". Questa misura non è fruibile dal settore cartario, così come dalla maggioranza dei settori energivori;

in sintesi il settore cartario accede in modo cospicuo all'istituto dell'interrompibilità elettrica, in modo esiguo alla riduzione oneri prevista dall'articolo 39 del decreto-legge n. 83 ed in modo assolutamente parziale al programma Interconnector;

anche sommando tutte le misure citate il costo dell'energia elettrica acquistata dal settore cartario rimane significativamente superiore ai 120 euro per megawatt all'ora, oltre il doppio di Francia e Germania;

il processo di cogenerazione ha accompagnato la storia industriale dell'industria cartaria degli ultimi 20 anni almeno ed è l'unico strumento di ulteriore efficientamento per perseguire la competitività; gli impianti di cogenerazione esistente, in gran parte realizzati nei primi anni '90 ed ormai del tutto obsoleti, dovranno essere sostituiti con impianti moderni ed in grado di supportare correttamente lo sviluppo dello stabilimento;

l'articolo 24 del decreto-legge n. 91 del 2014 ha introdotto una misura di netta penalizzazione della cogenerazione, capace di contrastare il suo sviluppo in ambito industriale, bloccando l'ammodernamento del parco cogenerativo, ed i nuovi investimenti, necessari per mantenere efficiente il parco produttivo cartario;

esso ha, infatti, introdotto l'applicazione del 5 per cento dei corrispettivi variabili unitari degli oneri di sistema, previsti per l'energia prelevata da rete, all'energia elettrica autoconsumata a decorrere dal 1° gennaio 2015 (art. 24, comma 3). La disposizione si applica a tutti i sistemi esistenti anche in maniera retroattiva e prevede la possibilità di incrementare ogni 2 anni, a partire dal 30 settembre 2015, la quota del 5 per cento di massimo 2,5 punti percentuali. Gli eventuali ulteriori incrementi saranno applicati agli impianti che entreranno in funzione in data successiva alla decisione di aumento e rendono di fatto impossibile l'esatta quantificazione di tali oneri in caso di investimenti nuovi;

l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico, con la deliberazione del 13 novembre 2014, 566/2014/R/eel, ha modificato la precedente deliberazione 301/2014/R/eel, dettando la "Disciplina finale per l'approvvigionamento a termine dei servizi di interrompibilità" con efficacia a decorrere dal 1° gennaio 2015;

in particolare, con la delibera 566/2014/R/eel rispetto alla precedente delibera è stato previsto che i megawatt di servizio passino da 3.900 a 3.300 e che il corrispettivo (massimo) per il premio di riserva per l'assegnazione di capacità interrompibile istantaneamente passi da 150.000 a 135.000 euro per megawatt all'anno;

tali nuovi indirizzi hanno l'obiettivo di conseguire un risparmio stimato di circa 140 milioni di euro;

appare necessario a parere dell'interrogante chiarire alcuni aspetti della delibera in relazione ai nuovi limiti e agli impatti che determineranno sul comparto cartario;

è da valutare, ad esempio, se la compressione del servizio da 3.900 e 3.300 megawatt possa essere accompagnata da altrettanti adattamenti tali da modificare la capacità di servizio prestabile in modo compatibile;

in caso contrario, il mancato adeguamento tra domanda ed offerta (avendo modificato ex lege l'offerta portandola a 3300 megawatt) potrebbe comportare per alcuni settori, tra cui certamente quello cartario, una forte riduzione in fase di assegnazione;

la delibera tace relativamente al numero di interruzioni incluse nei premi base d'asta di 135.000 euro. Nel contratto attuale sono incluse 10 interruzioni nel premio (di 150.000 euro). Il numero di interruzioni medio degli ultimi anni è stato 4. Ne deriva che, se il nuovo contratto includesse 5 interruzioni, la riduzione complessiva di costo per il sistema diventerebbe circa 149 milioni di euro. Laddove il numero di interruzioni incluse nel contratto rimanesse 10 la riduzione diventerebbe di circa 200 milioni di euro rispetto all'onere caricato in bolletta,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda attivarsi al fine di rivedere le misure sulla cogenerazione previste all'articolo 24 del decreto-legge n. 91 del 2014 al fine di dare certezze sul medio periodo alle scelte di sviluppo industriale, prevedendo che tale misura non si applichi ai settori energivori interessati dall'applicazione dell'art. 39 del decreto-legge n. 83 del 2012;

se intenda consolidare gli istituti attuali che interessano le politiche industriali, a partire da quello dell'interrompibilità elettrica;

se ritenga di attivarsi al fine di rivedere le misure applicative dell'articolo 39 del decreto-legge n. 83 del 2012, in modo da prendere in considerazione dati certi e definitivi e contestualmente rimuovere l'esigenza di prestare garanzia;

se intenda tutelare i settori energivori tra cui il settore cartario, vigilando sull'impatto della riduzione del costo dell'istituto dell'interrompibilità a fronte dell'attuazione delle delibere citate dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico recanti la disciplina finale per l'approvvigionamento a termine dei servizi di interrompibilità.