Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02826
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Atto n. 4-02826
Pubblicato il 14 ottobre 2014, nella seduta n. 330
DI BIAGIO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
l'assegno sociale è una prestazione a carattere assistenziale riconosciuta ai cittadini italiani, comunitari e extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno europeo per soggiornanti di lungo periodo), rifugiati politici e apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno rilasciati dalle competenti autorità) che possiedono il requisito di residenza effettiva ed abituale in Italia e dimostrino di soggiornare legalmente, in via continuativa, per almeno 10 anni nel territorio nazionale;
molti degli immigrati con più di 65 anni che arrivano in Italia per il ricongiungimento familiare presentano la domanda e dopo aver ricevuto l'assegno sociale dall'Inps chiedono che venga accreditata la quota mensile su un conto corrente collegato al servizio bancomat nel circuito internazionale Visa o Mastercard, o in altri casi lasciano la delega ad un familiare, e rientrano nel Paese di origine e mensilmente prelevano la pensione con il bancomat o si fanno inviare i soldi, dal familiare delegato, attraverso "Moneygram";
sono ormai circa 56.000 gli stranieri in Italia che godono dell'assegno sociale di 447,61 euro al mese per 13 mensilità e l'Inps spende circa 330 milioni di euro all'anno per garantire l'assegno sociale agli stranieri con più di 65 anni;
quando lo straniero torna nel proprio Paese di origine, senza comunicarlo allo Stato italiano, e continua a percepire la pensione, viola il requisito principale richiesto dalla legge che è la residenza effettiva e abituale sul territorio italiano;
si deve tenere conto che gli stranieri in Italia con regolare permesso di soggiorno sono quasi 5 milioni e di questi circa 800.000 hanno più di 65 anni, con il conseguente risvolto in termini pratici che entro 4 o 5 anni almeno la metà di questi avrà il diritto all'assegno sociale, con una cifra stimata approssimativamente in 3.000 milioni di euro all'anno fra 4 anni che lo Stato italiano dovrà versare;
senza ovviamente voler mettere in discussione il diritto riconosciuto a queste persone che si ritiene giusto e legittimo, si evidenzia la necessità di intensificare i controlli sull'effettiva sussistenza dei requisiti per la sua corresponsione;
al riguardo, il segretario generale dell'organizzazione sindacale Federazione lavoratori, Giuseppe Giordano, ha scritto al direttore generale dell'Inps per far aumentare i controlli, così come altri istituti previdenziali o assicurazioni dei Paesi esteri fanno con l'Italia per controllare i pensionati italiani che hanno lavorato all'estero e chiedono o beneficiano della pensione estera, nei modi e nelle forme degli accordi bilaterali,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di loro competenza, ritengano opportuno effettuare e rafforzare i controlli per verificare se i beneficiari di questa prestazione assistenziale si trovino effettivamente in Italia in modo continuativo, come previsto dalla legge.