Atto n. 4-02726

Pubblicato il 25 settembre 2014, nella seduta n. 319

LUMIA - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

Palma di Montechiaro è un comune della provincia di Agrigento, la cui comunità ha sofferto molto la presenza della criminalità organizzata, radicata sul territorio, in particolare di "Cosa nostra" e quella dell'altra organizzazione mafiosa, denominata "stidda". Una presenza che si è sempre caratterizza su diversi versanti: quello violento e sanguinario che ha visto coinvolti anche diversi rappresentanti delle istituzioni come il caso degli omicidi del giudice Antonino Saetta e di suo figlio Stefano del 25 settembre 1988, del giudice Rosario Livatino del 21 settembre 1990, del maresciallo Giuliano Guazzelli del 4 aprile 1992 e del vigile urbano Giovanni Fazio del 21 settembre del 1997; e quello del sistema delle collusioni, che ha visto coinvolti parti della politica e dell'apparato burocratico - amministrativo sino a che il Comune è stato nel 1991 sciolto per mafia e altre volte è stato in procinto di essere sciolto per mafia;

naturalmente non sono mancati percorsi di cambiamento che hanno coinvolto la comunità anche sul versante amministrativo, con azioni di pulizia che hanno visto partecipi rappresentanze delle istituzioni come l'ex sindaco Rosario Gallo;

successivamente, l'amministrazione è nuovamente "ricaduta" sotto la guida a giudizio dell'interrogante rovinosa del sindaco Rosario Bonfanti tanto da essere coinvolta in fatti di corruzione, al punto tale che l'esperienza amministrativa si era conclusa con la contestazione di avvisi di garanzia ad amministratori, funzionari e operatori esterni per la sussistenza di indizi in ordine ai reati di corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti e dei procedimenti di scelta dei contraenti, falsità materiale ed ideologica da cui non è da escludere possibili rilievi mafiosi;

l'attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pasquale Amato ha avviato un percorso progettuale e sistemico di rottura col passato, portando avanti un'azione di legalità e sviluppo, attraverso l'emanazione di atti amministrativi qualificati ed indirizzati a mettere in crisi il sistema delle collusioni burocratico-clientelari e affaristico-mafiose;

considerato che, a quanto risulta all'interrogante:

con una nota resa pubblica il 20 settembre 2014 nel corso di un incontro con la città e con la stampa e alla presenza di rappresentanti del Parlamento nazionale e regionale, il sindaco Pasquale Amato ha evidenziato tutti i punti qualificanti la sua attività amministrativa nel corso del primo anno del suo governo locale. In particolare nella nota si evidenzia l'impegno soprattutto orientato a riportare la legalità diffusa nella gestione della cosa pubblica, ristabilire le condizioni di legalità ormai palesemente lese dando disposizioni agli uffici di sospendere, prudenzialmente, rapporti di lavoro con soggetti esterni coinvolti nelle indagini in questione (sollecito UTC prot. n. 17682 del 4 luglio 2013) - decisione che è costata anche l'avvio di un procedimento penale contro il sindaco Pasquale Amato e l'ingegner Capo UTC, con una prima proposta del pubblico ministero di archiviazione della querela e dopo l'opposizione degli interessati si è proceduto all'archiviazione definitiva dell'indagine -; si è provveduto ad effettuare la ricognizione, sul rispetto degli impegni contrattuali nell'assegnazione di lotti a edificazione agevolata, area degli insediamenti artigianali (PIP), avviando le procedure di revoca delle assegnazioni che non hanno portato alla realizzazione degli insediamenti produttivi nei termini contenuti in convenzione (prot. 20263/2013) fino alla ritrascrizione dei beni al patrimonio comunale. Ormai si è già in condizione di bandire i primi lotti resi disponibili. È bene sapere che in questa materia la parte più delicata coincideva con la revoca delle convenzioni e la ritrascrizione dei lotti in capo al Comune, che pare comunque sia stata effettuata dall'ufficio preposto; si sono organizzate le procedure informatizzate delle pratiche edilizie, puntando ad assicurare certezze sul format e sui tempi di espletamento delle procedure stesse, eliminando la "catena" infinita di compiti distribuiti in più centri burocratici di "interferenza", con l'uso di programmi disponibili da un decennio e mai utilizzati. Anche in questo caso i tempi di produzione risultano fortemente insoddisfacenti a tutt'ora, anzi, dopo mesi, nonostante l'espressa volontà dell'amministrazione a sburocratizzare le procedure, l'ufficio manifesta ancora una tendenza non adeguatamente collaborativa con l'utenza. Si è avviata l'archiviazione di procedimenti edilizi senza fine, per l'aberrante pratica dell'ufficio di reiterare richieste di integrazione ed un'utenza assuefatta, che ha generato procedure infinite, che non di rado hanno condotto al ricorso all'abusivismo, stremando l'utenza fino alla ribellione e all'insofferenza alle vessazioni generate dalla lentezza delle istituzioni. Nel frattempo, i conseguenti controlli per l'archiviazione hanno permesso di scoprire nuovi abusi (prot. 22546/2013). Il sindaco ha dovuto denunciare anche i problemi interni alla propria attività amministrativa in un settore delicato come quello dell'avvio delle attività d'impresa. È emblematica la procedura farraginosa innescata per una autorizzazione di un impianto di trattamento di inerti per il tramite dello sportello unico, che a distanza di un anno nonostante siano stati coinvolti tutti i massimi livelli dirigenziali, non si è aperto neanche uno spiraglio alla conclusione del procedimento che per altro rivela contraddizioni in danno della richiedente impresa. Lo SUAP (sportello unico per le attività produttive) è stato voluto dal legislatore per accelerare e sburocratizzare le procedure per l'insediamento dell'attività produttive. A Palma di Montechiaro purtroppo gli effetti dell'articolo 2, comma 9-bis modificato e integrato, della legge n. 241 del 1990 ancora non sono sopraggiunti: "Nell'ipotesi di omessa individuazione il potere sostitutivo si considera attribuito al dirigente generale o, in mancanza, al dirigente preposto all'ufficio o in mancanza al funzionario di più elevato livello presente nell'amministrazione". Il sindaco ha fatto rilevare pubblicamente che si sono verificati mancati pagamenti degli oneri concessori, nonostante mille tentativi verbali nei confronti degli uffici per attivare le azioni di recupero dei mancati introiti (nota del 11 novembre 2013). Si è verificata la realizzazione delle urbanizzazioni da attuare a scomputo degli oneri, scoprendo che non era stata realizzata neanche una delle opere in previsione e si sono avviate, quindi, le attività di contestazione degli obblighi ad eseguire (prot. n. 852/2014 e n. 12491/2014). Il sindaco denuncia inoltre che al riguardo ancora ad oggi l'ufficio del Comune non è riuscito a far regolarizzare neppure un'opera di urbanizzazione denunciando che il non pagare gli oneri e non realizzare le opere permette di frodare il Comune procurando danni che si ripercuotono sulle spalle della comunità pesantemente. Si è continuata a svolgere la lotta al commercio abusivo su aree pubbliche (gennaio 2014); la richiesta di revoca delle autorizzazioni a parcheggi riservati ai disabili "in grado di deambulare" (oltre 500 autorizzazioni rilasciate su circa 100 autorizzazioni valide); il monitoraggio delle attività di completamento dei procedimenti di repressione dell'abusivismo edilizio (note prot. 8442 del 27 marzo 2014, n. 8444 del 27 marzo 2014, n. 12794 del 7 maggio 2014 e n. 13718 del 14 maggio 2014); si è proceduto alla rimozione della cartellonistica abusiva per pubblicità su spazi pubblici (disposizione del 12 febbraio 2014); alla rimozione dell'occupazione indebita di spiagge e aree demaniali (sgombero di tende e gazebo ritrovati sulla spiaggia di Malerba in data 26 luglio 2013) e alla rimozione di indebite limitazioni poste da privati alla fruizione di beni demaniali di interesse pubblico e comune (catena posta sulla strada di accesso alla spiaggia della Vincenzina). Inoltre, si sta riordinando il consorzio "Tre Sorgenti", azzerando assunzioni illegali e nomine dirigenziali spropositate (4 posizioni organizzative su 7 dipendenti), annullando l'ampliamento della pianta organica (utile solo a produrre assunzioni a carico degli utenti), revocando incarichi "super pagati" e contestando ai funzionari le esorbitanti quantità di denaro spese per l'affidamento degli stessi; si è voluto lo scioglimento della PROPITER, agenzia di sviluppo per la programmazione negoziata, con il presidente condannato per mafia e i funzionari inquisiti (delibera di Giunta municipale n. 7 del 20 gennaio 2014). Nel rapporto con le imprese esterne si è ristabilita nuova attenzione, contestando con fermezza il mancato rispetto degli impegni contrattuali, applicando detrazioni o esigendo il rifacimento di quanto fosse stato fatto male negli appalti dalle ditte contraenti (contestazioni alla DEDALO nella gestione del servizio di raccolta rifiuti, rifacimenti asfalti del 27 gennaio 2014). Anche in tema di gestione dei rifiuti la battaglia è stata aspra e continua. Si è dato sostegno e solidarietà ad amministratori vittime di minacce e di atti intimidatori, perdendo anche consiglieri di maggioranza (Vitello Desirée), com'è accaduto per la vicenda che ha interessato l'assessore Dario Augugliaro e mostrato solidarietà a Rosy Comparato, colpita al volto con arma da fuoco dall'ex fidanzato, e visitata a Ludiwgshafen, con una delegazione, il 16 maggio 2014; si è effettuata una fiaccolata di silenzio "urlato" contro gli omicidi di mafia, che venivano ormai esaltati e rivestiti di un falso senso dell'onore, promosso attraverso una mitizzazione, che tende all'affermazione della "cultura della morte" propria delle organizzazioni mafiose e criminali, che afferma in realtà il disprezzo per i valori della vita (4 novembre 2013 a seguito dell'omicidio del giovane Antonio Morgana, avvenuto in data 23 ottobre 2013). Si è ordinato l'oscuramento di manifesti omaggianti i caduti ammazzati in contesti verosimilmente criminali o mafiosi, in occasione della processione a cavallo della Madonna del Castello (ordinanza n. 36 del 26 aprile 2014). Si è richiamata l'attenzione per garantire la sicurezza agli operatori di frontiera impegnati nella lotta alla mafia, diffondendo appelli, indossando una casacca dichiarante la vicinanza della comunità al giudice Di Matteo, durante le manifestazioni programmate in occasione della 3 giorni di sport e cultura "Mettiamoci in gioco - Palma 2014", promossa dalle associazioni sportive locali. Si è inoltre manifestata la solidarietà al giudice Nino Di Matteo, aderendo a "SCORTA CIVICA" (delibera consiliare n. 8 del 20 febbraio 2014) e si è tornati a celebrare la giornata della memoria dell'omicidio del vigile urbano Fazio il 21 settembre, fino a deliberare in consiglio "la giornata della memoria dei caduti di mafia per mano palmese" (delibera consiliare n. 65 del 22 novembre 2013). Il Comune ha aderito ad "AVVISO PUBBLICO", svegliando dal torpore l'amministrazione della cosa pubblica, per far sentire il grido di ribellione organizzato e l'impegno solenne al rispetto etico della Costituzione e dei valori antimafiosi da parte degli amministratori tutti, compresi i consiglieri comunali (delibera di Consiglio comunale n. 39 del 1° luglio 2014). Come richiesto dalla normativa vigente, è stato redatto il piano anticorruzione trasmesso al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, sugli obblighi di trasparenza ed attuazione dello stesso. Sono stati aggiornati i dirigenti in materia, avviando contestualmente la rotazione del personale (ci sono state giornate formative il 7 e 8 aprile 2014 a Favara, il 10 giugno a Palma di Montechiaro e il 12 giugno ad Aragona); con delibera Giunta municipale n.10 del 24 gennaio 2014 è stato approvato il piano triennale per la prevenzione e la repressione della corruzione per il triennio 2014-2016;

le minacce ricevute dal sindaco Pasquale Amato, nei giorni di sabato 6, 9, 17 e da ultimo il 22 settembre 2014, ripetono e sottolineano la manifesta insofferenza alla sua permanenza in carica alla guida della città e alla direzione di legalità e sviluppo di cui si è fatto portavoce;

per quanto riguarda la presenza mafiosa sul territorio spiccano i fratelli Ribisi, una famiglia potente coinvolta nell'omicidio del giudice Saetta e in diretta congiunzione con i vertici di "Cosa nostra" siciliana (Totò Riina e Bernardo Provenzano) e con proiezione anche su scala nazionale ed europea, in particolare in Germania. In questi giorni si assiste al ritorno sul territorio di un esponente di questa famiglia mafiosa ritenuto alquanto pericoloso, Nicola Ribisi per fine pena fatto che testimonia quanto sia necessario l'aumento delle pene per tutti i reati di mafia. I fratelli Ribisi hanno avuto un ruolo determinante nell'organizzazione di un nuovo mandamento (l'ottavo) nella provincia di Agrigento. Nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia del gennaio 2014 si legge quanto segue a proposito della famiglia Ribisi: "In tal senso vanno elencati, solo a titolo di mera precisazione, alcune circostanze di carattere generale utili ad inquadrare il ruolo di Ribisi Francesco e del suo luogotenente Tarallo Giovanni: - Ribisi Francesco e Tarallo Giovanni (si veda l'intercettazione ambientale del 10 marzo 2011) hanno ottenuto il compito di dirigere "cosa nostra" nei territori di Agrigento, Favara, Porto Empedocle, Palma di Montechiaro e Raffadali; l'attività investigativa ha consentito di dimostrare come gran parte dei soggetti coinvolti nelle indagini (Sutera Leo, Mangione Stefano, Faldetta Raffaele) fossero uomini d'onore di vertice dell'organizzazione criminale denominata "cosa nostra" operante nel territorio agrigentino e già in passato tratti in arresto nel corso dell'operazione "Cupola" (allorquando in data 14 luglio 2002 le forze dell'ordine intervennero nelle campagne di Santa Margherita Belice interrompendo una riunione di mafia convocata per nominare il nuovo rappresentate provinciale e così decapitando i vertici dell'organizzazione mafiosa), ovvero familiari di esponenti mafiosi di spicco attualmente detenuti (Ribisi Francesco, Messina Fabrizio, Cosentino Luca, Vetro Carmelo, Capraro Pietro); nel costituire questo nuovo "ottavo mandamento" Ribisi Francesco ha, come maggiore preoccupazione iniziale, quella di raccogliere il più possibile denaro sotto forma di tangenti per le esigenze quotidiane di "cosa nostra" e per mantenere i detenuti eccellenti e le loro famiglie; i riferimenti ricavabili dal contenuto delle intercettazioni ambientali evidenziano in maniera impressionante il numero di imprenditori attenzionati dagli atti intimidatori e dalle richieste estorsive del Ribisi; Ribisi Francesco ha bisogno di accreditarsi agli occhi dei vertici mafiosi che ne hanno sponsorizzato la nomina per dimostrare che la loro fiducia è stata ben riposta e in tal senso si interpretano le numerose conversazioni in cui egli stesso evidenzia la necessità di aumentare il volume di affari (cioè la riscossione delle tangenti) per non fare brutta figura; Ribisi Francesco tiene contatti, personalmente o tramite emissari, con altri esponenti mafiosi dei territori limitrofi (si leggano in tal senso l'incontro di Cosentino Luca, quale emissario di Ribisi, con Gagliano Antonino (ci. 72) di Siculiana -16 novembre 2011-, ovvero il fallito incontro di Tarallo Giovanni, quale emissario di Ribisi, con Faldetta Raffaele di Casteltermini -27 e 30 gennaio 2011-, ovvero ancora gli incontri nel territorio di Ventimiglia di Sicilia preceduti da una richiesta di "credenziali" da parte della famiglia mafiosa di Travia); nell'operare al fine della realizzazione del proprio compito (cioè la costituzione dell'"ottavo mandamento"), Ribisi Francesco si reca periodicamente, adottando particolari cautele, a Sambuca di Sicilia per incontrare Leo SUTERA, indicato come nuovo rappresentante provinciale (e ciò anche in considerazione di diversi spunti investigativi che hanno acclarato come lo stesso sia, a sua volta, il terminale ultimo di incontri con esponenti mafiosi palermitani quali Sciarabba Cosimo Michele e Maranzano Gaetano rispettivamente quale componente della famiglia mafiosa di Porta Nuova e quale responsabile della famiglia di Cruillas, recentemente tratti in arresto 17788/08 R.g.n.r. e n. 12569/09 R.G. GIP, i quali anch'essi intraprendono viaggi, con particolari modalità precauzionali, per incontrarlo).";

a parere dell'interrogante lo Stato deve impedire che il controllo del territorio ricada in mano a "Cosa nostra" e deve colpire sul nascere tutti i tentativi di questa famiglia di riprendere l'attività, qualora fosse stata mai interrotta. Bisogna inoltre verificare con attenzione se nel frattempo a Palma di Montechiaro e nel territorio circostante siano emersi nuovi boss ancora "a volto coperto" a cui non bisogna dare alcuna possibilità di costruire nuove gerarchie e una nuova presa sulla vita sociale, economica e politica del territorio alla luce anche dei 4 terribili omicidi che si sono consumati a Palma negli ultimi 2 anni. Anche questi nuovi tentativi vanno sventati e bloccati con un'azione preventiva e la più rigorosa possibile. Per quanto riguarda la "stidda", anch'essa struttura sanguinaria e affaristico-mafiosa, si registra la presenza sul territorio dei fratelli Chiazza. Uno di questi risulta essersi trasferito in un comune circostante, un altro risulta essere assunto come cuoco (come possibile attività di copertura) al Grand Hotel Villaggio Mosè. Stessa attenzione va posta nei confronti della famiglia "stiddara" dei Pace di cui un esponente, Domenico, coinvolto nell'omicidio del giudice Livatino, si trova a scontare la pena dell'ergastolo mentre risulta ancora attiva la rete parentale presente sul territorio. Anche questa presenza non va sottovalutata, visto il carattere sanguinario e tipicamente mafioso di questa organizzazione che ha causato in passato danni rilevanti alla vita sociale ed economica di una parte consistente della provincia di Agrigento e di Caltanissetta. Questa presenza è ancor di più pericolosa dato che tale organizzazione, in crisi in altri comuni, risulta forte e capace di agire proprio nel comune di Palma di Montechiaro e nell'altro limitrofo comune di Camastra,

si chiede di sapere:

quali valutazioni siano state fatte dal Ministro in indirizzo in merito alle minacce ricevute dal sindaco Amato e quali azioni siano state intraprese per garantire la sicurezza sua, della famiglia e l'agibilità democratica della vita amministrativa del comune di Palma di Montechiaro con sostegno concreto e reale al risanamento urbanistico e sociale dei quartieri e del territorio del comune;

quali siano le attività di prevenzione e sostegno alla libertà d'impresa al fine di sostenere la denuncia delle richieste estorsive e corruttive e promuovere l'associazionismo antiracket e antiusura, nonché promuovere la cultura della legalità nella scuola;

come venga valutata la presenza delle cosche Ribisi, Chiazza e Pace e quali misure di competenza siano state intraprese per evitare che tali famiglie possano ritornare a controllare e gestire il territorio attraverso un'azione penale rigorosissima e la promozione di misure di prevenzione patrimoniale anche delle imprese che fiancheggiano le cosche mafiose, attraverso assunzioni e attività economiche collegate;

quale attività di intelligence si intenda intraprendere per prevenire l'ascesa di nuovi boss e nuove cosche "a volto coperto" al fine di bloccare per tempo l'ascesa di nuove famiglie ai vertici di "Cosa nostra" e della "stidda" attraverso il potenziamento dell'attività preventiva e repressiva delle forze dell'ordine su cui bisogna investire in uomini e mezzi.