Atto n. 4-02691

Pubblicato il 17 settembre 2014, nella seduta n. 312
Risposta pubblicata

TOMASELLI , LATORRE , MATURANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

in data 6 e 7 settembre 2014, violenti nubifragi hanno colpito diverse zone della Puglia, in particolare la zona del Gargano;

le criticità provocate dalle violente ondate di maltempo hanno comportato danni ingenti alle produzioni agricole e all'intero comparto pugliese;

la Regione ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di emergenza secondo la procedura di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

considerato che:

a seguito degli eventi calamitosi, numerose famiglie, già in difficoltà, si trovano oggi impossibilitate a rispettare i diversi adempimenti di ordine fiscale, burocratico, nonché i mutui in scadenza;

le alluvioni hanno letteralmente spazzato via centinaia di ettari di coltivazione, determinando danni che ammonterebbero a diverse decine di milioni di euro, con il conseguente collasso per le aziende agricole coinvolte,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga di procedere con urgenza ad adottare gli opportuni provvedimenti al fine di far fronte allo stato di emergenza nelle zone colpite dalle alluvioni;

se il Ministro dell'economia e finanze non ritenga di prorogare al 31 dicembre 2015, anche di concerto con la Regione Puglia e le amministrazioni provinciali e comunali coinvolte, ogni adempimento fiscale, contributivo e assicurativo, nonché ogni adempimento relativo al pagamento di ratei di mutuo di persone fisiche e giuridiche residenti nei centri interessati dagli eventi calamitosi;

se il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali non intenda procedere con urgenza alla dichiarazione del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi e alla conseguente attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, e successive modifiche, al fine di evitare che il comparto agricolo pugliese, già duramente provato dalla grave congiuntura economica, subisca ulteriori pesanti e irrimediabili conseguenze sul ciclo produttivo.