Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01205

Atto n. 3-01205

Pubblicato il 30 luglio 2003
Seduta n. 454

DALLA CHIESA. - Al Ministro della giustizia. -

Premesso:

che da quasi dieci anni, precisamente dal 30 novembre 1993, si ignorano le cause della morte violenta, a soli trent’anni d’età, di Carmina Ferrante, moglie del Dott. Michele Lamacchia, all’epoca dei fatti neo-eletto sindaco di S. Ferdinando di Puglia (Foggia);

che il decesso avveniva nell’abitazione nella quale la donna conviveva con il marito e i figli, in seguito all’esplosione al capo di un colpo della pistola regolarmente detenuta dal Lamacchia;

che per ben tre volte il PM presso la procura di Foggia ha chiesto l’archiviazione del caso come suicidio o come istigazione al suicidio e per tre volte il GIP ha respinto la richiesta;

che nell’ultimo rigetto, del 5.12.2002, il GIP ha restituito gli atti al PM perché venissero effettuati, nel termine di 5 mesi, approfondimenti delle indagini che egli stesso, qualche anno prima, aveva definito “quanto meno poco approfondite”: di tali approfondimenti, trascorsi oltre 6 mesi, non si conosce l’esito;

che le richieste di archiviazione sono state avanzate nonostante il fatto che il perito Prof. Francesco Vinci, nominato dallo stesso PM a ben 5 anni dai fatti, nella sua relazione escludesse l’ipotesi suicidaria, che la signora “sia stata vista dai vicini stendere i panni nemmeno un’ora prima della morte. E questo sarebbe difficilmente compatibile con un animo disperato (“Libero” del 22.1.2003), che residui di polvere da sparo venissero ritrovati unicamente sulla mano destra della defunta che avrebbe solo sostenuto la sinistra nello sparo e che comunque si trovava sotto un plaid che copriva il corpo della donna e che non vi fossero tracce di sangue sui cuscini sotto e dietro la testa;

che nel suo provvedimento del 5.12.2002 il GIP esclude che vi sia stato un intervento correttivo della posizione di entrambe le mani da parte dei Carabinieri intervenuti: “si sarebbe infatti trattato di un intervento manipolativo talmente grave da apparire del tutto illogico”;

che se, dunque, la tesi suicidaria appare, oggi come oltre 9 anni fa, del tutto improbabile e irragionevole (“Gazzetta del Mezzogiorno” del 23.6.2000) paiono evidenziarsi quei profili di abnormità o d’inerzia investigativa in presenza dei quali può essere sindacato il merito dell’attività giurisdizionale in ordine,

si chiede di sapere:

se il Ministro della giustizia non intenda segnalare al Consiglio Superiore della Magistratura i fatti sopra indicati per gli opportuni interventi;

se vi siano responsabilità e da parte di chi nei ritardi verificatisi nello svolgimento delle indagini;

quali iniziative di propria competenza ritenga di porre in essere affinché sia resa giustizia ai familiari della vittima.