Pubblicato il 24 aprile 2014, nella seduta n. 237
DE PIETRO , SERRA , BLUNDO , MONTEVECCHI , MINZOLINI , LIUZZI , VATTUONE , CALEO , ALBANO , GUERRIERI PALEOTTI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -
Premesso che:
il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Barracciu ha recentemente risposto in Senato, nella seduta del 19 marzo della 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport), all'interrogazione 3-00620, sulla grave situazione del teatro Carlo Felice di Genova, rammentando che il teatro percepiva un contributo previsto dalla legge finanziaria per il 2004, pari a 2,5 milioni di euro;
ha riferito, inoltre, che la fondazione teatro Carlo Felice di Genova, trovandosi nelle condizioni previste all'articolo 11, comma 1, del decreto-legge n. 91 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2013 (cosiddetta legge Bray), in quanto impossibilitata a far fronte a debiti certi ed esigibili da parte di terzi, con una nota del 6 dicembre 2013, ha comunicato formale adesione alla procedura di cui al medesimo articolo 11 e ha presentato formale richiesta di anticipazione a valere su quanto stabilito al comma 9, allo scopo di far fronte alla grave emergenza finanziaria;
ha comunicato, al riguardo, che l'istruttoria è attualmente in corso e, per il suo completamento, nel rispetto della normativa di riferimento, è stata recentemente richiesta dall'amministrazione una documentazione integrativa;
valutato che:
il Sottosegretario, in quella sede, precisando che le disposizioni normative intendono conferire al settore nuova spinta propulsiva al fine di superare lo stato di crisi e di pervenire al risanamento delle gestioni e al rilancio delle attività lirico-sinfoniche, giudicava, allora, prematuro pronosticare la validità del piano di risanamento definitivo e l'entità del conseguente, eventuale contributo a favore del teatro Carlo Fenice di Genova;
il decreto-legge n. 91, recante "Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo", è stato concepito per intervenire sulle situazioni di criticità estrema di alcune fondazioni che potrebbero causare la liquidazione coatta amministrativa delle stesse e di conseguenza attivare "l'effetto domino" sul resto d'Italia;
la legge, infatti, attiva una serie di interventi di urgenza per le fondazioni che sono in difficoltà nella chiusura in pareggio del bilancio 2013 a causa di debiti pregressi verso terzi;
a tale proposito l'articolo 11, al comma 9, recita: «Nelle more del perfezionamento del piano di risanamento, per l'anno 2013 una quota fino a 25 milioni di euro può essere anticipata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo su indicazione del Commissario straordinario, a valere sulle disponibilità giacenti, alla data di entrata in vigore del presente decreto»;
i 25 milioni di euro rappresentano fondi straordinari che verranno divisi tra i teatri in difficoltà, come si evince dalla lettera a), la quale stabilisce «che la fondazione interessata, entro 30 giorni dalla nomina del Commissario straordinario, comunichi al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e al Ministero dell'economia e delle finanze l'avvio della negoziazione per la ristrutturazione del debito della fondazione che prevede uno stralcio del valore nominale complessivo del debito stesso, comprensivo degli interessi maturati e degli eventuali interessi di mora, esistente al 31 dicembre 2012»;
secondo il Ministero, l'ente lirico teatro Carlo Felice non rientrerebbe di diritto tra quelle fondazioni che obbligatoriamente devono applicare la legge Bray perché negli ultimi 2 anni, entro il 31 dicembre 2012, non era commissariato, bensì appartenente alla categoria dei teatri che possono farne parte con specifica domanda;
la legge Bray non fa distinzioni in tal senso, come si può evincere dal comma 1 dell'articolo 11 che recita: « Al fine di fare fronte allo stato di grave crisi del settore e di pervenire al risanamento delle gestioni e al rilancio delle attività delle fondazioni lirico - sinfoniche, gli enti di cui al decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e successive modificazioni, e di cui alla legge 11 novembre 2003, n. 310 e successive modificazioni, di seguito denominati "fondazioni", che versino nelle condizioni di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, ovvero non possano far fronte ai debiti certi ed esigibili da parte dei terzi, ovvero che siano stati in regime di amministrazione straordinaria nel corso degli ultimi due esercizi, ma non abbiano ancora terminato la ricapitalizzazione, presentano, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, (...) un piano di risanamento»;
il teatro, "per ripristinare l'equilibrio economico-finanziario e patrimoniale", come indicato dalla legge, ha richiesto 4 milioni di euro per la prima erogazione (d'urgenza) e 7 milioni di euro per la seconda erogazione;
il fatto di attribuire una sorta di "prelazione" ad alcune fondazioni rispetto ad altre, consentendo di entrare nel programma di risanamento della legge Bray, potrebbe creare problemi al teatro Carlo Felice per accedere ai 25 milioni di euro;
considerato che:
il teatro Carlo Felice di Genova, realtà storica e culturale di grande rilievo per la città ligure, versa in uno stato di estrema difficoltà nel continuare il suo operato attraverso la propria fondazione, sebbene vi sia stato e continui ad esserci il massimo impegno da parte dei dipendenti tutti;
il presidente della fondazione denuncia come il disposto della cosiddetta legge Genova (legge n. 350 del 2003) sia stato ignorato e disapplicato a partire dal 2010, anno in cui lo stanziamento ha subito un taglio improvviso di circa il 40 per cento, ulteriormente ridotto negli anni successivi sino a toccare un minimo di 880.000 euro nel 2014;
l'originario importo fissato per legge, ripetibile e non percentualizzato, a favore del teatro ammonta a 2,5 milioni di euro in aggiunta alla quota del riparto annuale del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) spettante alla fondazione;
dal 2010 il teatro vive una crisi drammatica culminata con 2 anni di utilizzo dei contratti di solidarietà al 40 per cento, e ora la fondazione è di fronte a un piano triennale di risanamento estremamente pesante;
l'ente è stato commissariato dal 2008 al 2010 e, successivamente, nel 2010 ha subìto la drammatica apertura dello stato di crisi secondo la legge n. 223 del 1991, recante "Norme in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive della Comunità europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del lavoro", che prevede licenziamenti collettivi;
nel 2010 al teatro sono stati implementati gli ammortizzatori sociali per 2 anni consecutivi attraverso l'adozione dei cosiddetti contratti di solidarietà che, oltre ad aver imposto sacrifici in termini economici sulle buste paga del lavoratori, hanno ridotto anche l'orario di lavoro del 40 per cento annuo;
il contributo permanente di 2,5 milioni di euro è stato erogato annualmente sino al 2011, anno in cui la legge di bilancio ne ha ridotto l'importo a 1,3 milioni di euro;
tale riduzione si è aggravata ulteriormente con il contributo che oggi è sceso a 880.000 euro e ciò pesa notevolmente sulla situazione economica dell'ente lirico;
il sovrintendente Giovanni Pacor ha comunicato che, a seguito di un'approfondita revisione dei conti, il bilancio preventivo 2014 della fondazione, a differenza delle precedenti informazioni, evidenzia un passivo di circa 5 milioni di euro;
su tale passivo grava anche la recente modifica della ripartizione del FUS che penalizza ulteriormente questa fondazione per quasi un milione di euro, oltre alla nuova riduzione del "fondo Genova", poco sopra richiamata;
di fronte a questo nuovo scenario, i revisori hanno "consigliato" di operare una riduzione di circa 70 posti di lavoro su un organico di 274 unità, che è già oggi il personale più ridotto e meno retribuito fra tutte le fondazioni liriche italiane;
di conseguenza i lavoratori rimarrebbero gli unici a pagare, in termini occupazionali ed economici, il disavanzo accumulato negli anni per incapacità gestionali e politiche,
si chiede di sapere quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative urgenti voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per ripristinare il contributo originario in favore del teatro Carlo Felice pari a 2,5 milioni di euro annui, determinare un equo riparto del FUS per il 2014 e riconoscere alla fondazione teatro Carlo Felice l'accesso alle risorse economiche straordinarie previste dalla legge Bray.