Atto n. 4-01934

Pubblicato il 25 marzo 2014, nella seduta n. 216
Trasformato

FATTORI , FUCKSIA , SCIBONA , MOLINARI , DE PIETRO , MONTEVECCHI , CAPPELLETTI , BUCCARELLA , CASTALDI , PUGLIA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, della salute e degli affari esteri. -

Premesso che il sistema agroalimentare rappresenta oltre il 17 per cento del prodotto interno lordo e registra complessivamente un fatturato nazionale di 245 miliardi di euro, di cui oltre 52 provengono dal settore prettamente agricolo;

considerato che, a parere degli interroganti:

è evidente la necessità di ricreare un sistema stringente di norme rispetto all'origine di provenienza dei prodotti alimentari affinché il consumatore sia messo nelle condizioni migliori per poter scegliere in maniera consapevole e senza essere tratto in errore;

un sistema di normative che vadano a tracciare la composizione e il percorso di trasformazione del prodotto alimentare a partire dalla provenienza della materia prima risulta necessario anche per il mantenimento di un profilo qualitativo elevato della produzione italiana sul mercato nazionale ed estero, soprattutto per quanto attiene alla possibilità dell'uso di tratti distintivi come il made in Italy o l'uso del tricolore o altri rimandi che ne sottolineano il valore aggiunto affinché sia riconoscibile dall'acquirente;

il prodotto alimentare italiano risulta essere di elevata qualità non soltanto per la maestria e la professionalità utilizzate in fase di trasformazione, ma in quanto il prodotto tipico nazionale mantiene le sue peculiarità qualitative anche grazie all'uso delle materie prime del nostro Paese e, di conseguenza, i tratti distintivi del made in Italy andrebbero utilizzati allorquando l'intera filiera di produzione e trasformazione sia italiana, con il fine di giungere ad uno sviluppo del concetto di filiera corta e a "chilometro 0";

considerato inoltre che:

il richiamo EU Pilot, anticamera di una procedura d'infrazione, 5938/12/SNCO con protocollo del 20 dicembre 2013, da parte della Commissione europea in merito alla legislazione italiana, in particolare in relazione alla legge n. 4 del 2011 sull'etichettatura, evidenzia il contrasto con la normativa comunitaria soprattutto con il regolamento (UE) n. 1169/2011 e con l'articolo 24 del codice doganale dell'Unione europea, in merito alla regolazione dell'origine del prodotto alimentare trasformato;

il regolamento (UE) n. 1169/2011, che si applica agli operatori alimentari della filiera di produzione e a tutti i prodotti destinati ai consumatori finali e comunque destinati al pubblico, pur introducendo principi migliorativi e semplificativi per la protezione e l'informazione dei cittadini europei, anche in termini di leggibilità e chiarezza delle etichette, prevede che l'indicazione obbligatoria è resa tale solo nel caso in cui la sua omissione possa indurre il consumatore in errore circa l'effettiva provenienza del prodotto alimentare (art. 3 della direttiva 2000/13/CE, confermato dal regolamento);

tale impostazione, a giudizio degli interroganti, non tutela la qualità e l'origine del prodotto alimentare italiano che invece va salvaguardato come patrimonio anche culturale del nostro Paese;

nel tentativo di aumentare la protezione delle origini territoriali del prodotto italiano l'art. 4, comma 2, della legge n. 4 del 2011, in attesa dell'emanazione dei decreti attuativi, prevede che "Per i prodotti alimentari non trasformati, l'indicazione del luogo di origine o di provenienza riguarda il Paese di produzione dei prodotti. Per i prodotti alimentari trasformati, l'indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione dei prodotti";

la Commissione europea contesta la doppia indicazione del Paese di trasformazione e del Paese di origine della materia prima agricola, ritenendo (art. 39 del regolamento n. 1169) la prima obbligatoria e la seconda necessaria solo in caso di induzione all'errore del consumatore;

ulteriori contestazioni della Commissione europea riguardano la mancanza di notifica da parte dello Stato italiano dei provvedimenti normativi in merito alla materia e ai decreti ministeriali, così come previsti all'art. 4, comma 3, della legge n. 4 del 2011, che non sono stati emessi nonostante il termine dei 60 giorni dalla data di entrata in vigore;

considerato infine che, a parere degli interroganti:

l'attuale normativa italiana, rappresentata dall'art. 4, comma 49-tere seguenti, della legge n. 350 del 2003, modificata dal decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, contestata dalla Commissione europea, è uno strumento fondamentale per la lotta alla contraffazione;

le vigenti normative nazionali necessitano di una migliore e inequivocabile organicità per la tutela dei consumatori e della qualità produttiva del settore agroalimentare;

l'attuale impostazione dell'Unione europea non rispecchia i principi di salvaguardia del made in Italy, in quanto avvantaggia i gruppi industriali dell'alimentazione sfavorendo le peculiarità tipiche territoriali del nostro Paese;

in data 14 gennaio 2014 la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la mozione 1-00311 sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari chiedendo di dare attuazione, attraverso l'emanazione dei decreti ministeriali, alla legge n. 4 del 2011 e impegnando il Governo ad intraprendere le necessarie iniziative per una maggiore tutela della provenienza di origine della produzione agroalimentare proprio andando a completare le disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011;

la Commissione europea, all'interno del richiamo EU Pilot 5938/12/SNCO, si è detta preoccupata dell'adozione di tale mozione,

si chiede di sapere:

quali siano le iniziative che il Governo intenda adottare in relazione all'attuazione degli indirizzi disposti ai sensi della mozione 1-00311 approvata dal Camera dei deputati il 14 gennaio 2014 in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentari;

quali azioni intenda promuovere in ambito comunitario, anche nel contesto della presidenza del semestre europeo, per garantire una maggiore tutela del made in Italy e dei consumatori.