Atto n. 4-01823

Pubblicato il 11 marzo 2014, nella seduta n. 205

ESPOSITO Giuseppe - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'interno. -

Premesso che:

l'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi (ENS) persegue il fine istituzionale dell'integrazione dei sordi nella società attraverso una pluralità di iniziative contemplate dal suo statuto. L'ente costituito nel 1932 ha ottenuto il riconoscimento del carattere di "associazione di promozione sociale", iscritta nel registro nazionale (decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 10 ottobre 2002), nonché l'iscrizione all'anagrafe unica delle onlus;

l'ENS è sottoposto alla vigilanza e al controllo del Ministero del lavoro in merito al concreto perseguimento delle finalità istituzionali;

l'ENS riceve un contributo ordinario annuo a carico del bilancio dello Stato in qualità di associazione nazionale di promozione sociale (ex legge n. 438 del 1998). Nel quinquennio 2006-2010 lo Stato gli ha erogato in via ordinaria un importo medio annuo di 516.000 euro, ed in via straordinaria un importo di 1.128.925,46 euro. Pertanto l'ENS è sottoposto al controllo della Corte dei conti "sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria", ai sensi della legge 21 marzo 1958, n. 259;

la legge istitutiva dell'ENS (art. 3 della legge 21 agosto 1950, n. 698) sottopone l'ente alla vigilanza del Ministero dell'interno al quale è demandata l'approvazione dei bilanci. Entro il mese di ottobre di ogni biennio, l'ENS è tenuto a trasmettere al Ministero il bilancio consuntivo e preventivo rispettivamente del biennio antecedente e successivo accanto alla relazione del collegio centrale dei revisori;

considerato che:

da molto tempo la gestione economica e di bilancio dell'ENS registra forti criticità come evidenziato in diversi articoli di stampa. Il deficit di bilancio che ammonterebbe a 12,5 milioni di euro avrebbe spinto gli amministratori dell'ente ad ipotizzare la vendita di parte del patrimonio immobiliare;

nell'aprile 2013 sono state riscontrate nell'elaborazione del bilancio consolidato uscite non documentate, effettuate e non autorizzate per centinaia di migliaia di euro. Le perdite in bilancio sono state riscontrate sia sotto la gestione della ex presidente Ida Collu sia durante l'attuale gestione del presidente Petrucci. Nonostante un passivo crescente, le spese a carico dell'ente sono lievitate nel tempo. Fra stipendio, spese per affitto e spese di rappresentanza, in realtà non sempre congrue al raggiungimento delle finalità istituzionali (come si evincerebbe da lettere di servizio a firma del presidente), il presidente, infatti, può beneficiare di quasi 10.000 euro netti al mese, mentre le indennità di carica e rimborso spese dei 7 componenti del direttivo ammontano a 18.627 euro al mese cadauno;

nonostante la posizione debitoria, sembra che nel 2012 il direttivo ENS abbia approvato la conversione in hotel di una parte della sede romana dell'ente, ora occupata dal tribunale del giudice di pace penale, attraverso un'operazione di project financing messa a punto dalla società "Risparmio e sviluppo" di Roma. Il progetto prevede un finanziamento di 20 milioni di euro da restituire in 30 anni, con un'esposizione bancaria complessiva che arriverebbe a 32 milioni di euro più interessi. Il pagamento del finanziamento dovrebbe essere garantito con i ricavi dell'hotel, senza alcuna garanzia di una reale copertura dello stesso;

sembrerebbe evidente che le somme stanziate dallo Stato siano state utilizzate negli anni non per il perseguimento delle finalità istituzionali ma per il mero soddisfacimento di utilità private,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se intendano avviare una fase di commissariamento dell'ENS per ripristinare la corretta gestione dell'ente;

se siano a conoscenza delle modalità di spesa e di utilizzo delle risorse economiche pubbliche destinate allo svolgimento della missione dell'ENS;

se abbiano disposto l'accertamento, anche attraverso ispezioni, di responsabilità in capo ai presidenti dell'ente, per il periodo di loro competenza, in merito all'eventuale disavanzo di 12,5 milioni di euro.