Atto n. 4-01785

Pubblicato il 4 marzo 2014, nella seduta n. 200

VACCIANO , SIMEONI , CATALFO , PUGLIA , PAGLINI , AIROLA , CAPPELLETTI , BENCINI , BUCCARELLA , GIARRUSSO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e della giustizia. -

Premesso che:

è noto che la posizione del M5S contro i contributi pubblici all'editoria è netta;

in data 4 febbraio 2014 è stata depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge "Disposizioni volte alla abolizione del finanziamento pubblico all'editoria" (AC 1990) a prima firma dell'on. Giuseppe Brescia, che prevede contributi di natura prevalentemente sociale, finanziamenti per le start up di nuovi progetti editoriali nel campo dei media per gli under 35, mantenimento del fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti nonché quello per il finanziamento delle pubblicazioni per le minoranze linguistiche;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

"La Provincia Quotidiano" è un giornale edito dalla Effe cooperativa editoriale SpA, presente sul territorio ciociaro dal 1998 e su quello pontino dal 2004. Dal 2000 la cooperativa editoriale ha visto come presidente del Consiglio di amministrazione Arnaldo Zeppieri, un costruttore di spicco di Frosinone che, grazie ai contributi per l'editoria dal 2003 al 2010 ha permesso alla cooperativa giornalistica di beneficiare di finanziamenti per circa 18 milioni di euro. Nel gennaio 2013 Arnaldo Zeppieri, in seguito ad un'inchiesta della guardia di finanza, si è dimesso lasciando l'incarico a Davide Rea, nominato con atto del 23 gennaio 2013;

risulta agli interroganti che dall'aprile 2012 sono comparsi i primi problemi di continuità lavorativa dei dipendenti della cooperativa con contratto subordinato, comunque soci della cooperativa, dovuti ad accertamenti finanziari in merito ad una parte dei contributi editoriali percepiti negli anni 2008, 2009 e 2010, per una somma che si aggira intorno ai 5 milioni di euro. Nel luglio 2013 è esploso il caso giudiziario e in base a quanto dichiarato dalla Guardia di finanza «Si è così potuto accertare che la cooperativa ciociara investigata, a fronte di talune prestazioni pubblicitarie o della pubblicazione di alcuni eventi, obbligava chi beneficiava di tale prestazione ad acquistare un certo numero di giornali, per fare in modo che la "tiratura" del quotidiano potesse raggiungere e superare la soglia prevista dalla legge. In tal modo si conseguiva anche il risultato di abbattere i ricavi derivanti dalla pubblicità fino a ricondurli entro i limiti stabiliti dalla legge (…) I 4 responsabili del reato di truffa ai danni dello Stato sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica che ha proposto il sequestro preventivo di beni» ("Latina Notizie" 31 gennaio 2014), «ragione per la quale la Presidenza del Consiglio dei ministri ha anche sospeso il finanziamento pubblico» ("Latina 24ore", 17 febbraio 2014);

le recenti decisioni della Effe cooperativa si sono concretizzate nell'impedimento ai giornalisti e poligrafici di Latina di prendere servizio nella sede di Frosinone, altra sede della stessa azienda e al momento unica redazione operativa, o in alternativa di riaprire la sede di Latina, dopo averne unilateralmente deciso la chiusura. La cooperativa Effe, nel portare avanti tale comportamento, ha violato l'accordo firmato l'8 novembre 2013 presso la Regione Lazio dal Presidente del Consiglio di amministrazione Davide Rea, dai sindacati, dai lavoratori ma non dal direttore della testata Umberto Celani. Tendenzialmente, la Effe ha continuato a difendere la posizione di una cassa integrazione senza rotazione tra le due sedi e un simile atteggiamento è stato ribadito in occasione del nuovo incontro tra le parti del 25 febbraio 2014, durante il quale la società cooperativa «ha manifestato l'esigenza di sospendere a zero ore senza rotazione i lavoratori giornalisti addetti all'edizione di Latina, dichiarando l'impossibilità di poter effettuare meccanismi di rotazione con i giornalisti addetti all'edizione di Frosinone a causa della distinta autonomia delle due unità produttive e dell'impossibilità pratica di far ruotare il personale giornalistico addetto alle due distinte sedi». Le Organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori hanno accettato questo accordo per ovviare allo stato di necessità dei dipendenti di Latina. A parere degli interroganti, è importante sottolineare come l'istituto della rotazione nasca dall'oggettiva necessità di non gravare con la riduzione delle retribuzioni soltanto alcuni lavoratori ed ha come ulteriore scopo quello di porre un freno ad eventuali decisioni di vertice finalizzate ad un trattamento disarmonico tra dipendenti con fine discriminatorio. La materia è regolata principalmente dai commi 7 e 8 dell'art. 1 della legge n. 223 del 1991. Inoltre risulta agli interroganti una mancata corresponsione dei rimborsi del 730, delle indennità di disabilità, di maternità e degli assegni familiari, oltre che di ferie e giorni liberi non pagati o pagati parzialmente ai lavoratori;

si legge sullo statuto della cooperativa Effe: «Lo scopo che i soci lavoratori della cooperativa intendono perseguire è quello di ottenere, tramite la gestione in forma associata e con la prestazione della propria attività lavorativa, continuità di occupazione e le migliori condizioni economiche, sociali, professionali (…) Riguardo ai rapporti mutualistici la cooperativa deve rispettare il principio di parità di trattamento». Sebbene la cooperativa sia iscritta nella sezione "cooperative diverse da quelle a mutualità prevalente" dell'albo delle società cooperative, queste sono comunque chiamate per loro natura al rispetto dei parametri mutualistici più di qualsiasi altra forma associativa aziendale;

al direttore della testata, Umberto Celani, in quanto giornalista e dunque collega dei lavoratori vessati, è imputabile a giudizio degli interroganti il mancato rispetto della clausola di solidarietà prevista dall'articolo 2 della legge istitutiva dell'ordine dei giornalisti, legge n. 69 del 1963: «Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori». In più, all'art. 48, la norma prevede provvedimenti disciplinari: «Gli iscritti nell'albo, negli elenchi o nel registro, che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionali, o di fatti che compromettano la propria reputazione o la dignità dell'ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare. Il procedimento disciplinare è iniziato d'ufficio dal Consiglio regionale o interregionale, o anche su richiesta del procuratore generale competente ai sensi dell'art. 44»;

lo statuto della cooperativa, ai punti 13, 14 e 15, riporta i poteri conferiti al Presidente del Consiglio di amministrazione che ha facoltà di: «rappresentare attivamente e passivamente la società dinnanzi alle autorità amministrative e giudiziali di ogni ordine e grado anche per i giudizi in materia tributaria, di rievocazione e per cessazione, nominando all'uopo avvocati e procuratori; costituirsi parte civile in procedimenti penali; firmare e presentare querele; compromettere in arbitri anche amichevoli compositori e controversie; addivenire a transazioni in sede giudiziaria ed extra giudiziaria; concludere con tutte le clausole che crederà opportune, contratti di impiego e di lavoro, assumere e licenziare il necessario personale per il funzionamento dell'azienda. Conferire incarichi per collaborazioni continuative e/o occasionali; rappresentare la società nei rapporti con le organizzazioni sindacali e con le associazioni di categoria»;

la legge del 5 agosto 1981, n. 416, recante "Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l'editoria", all'art. 35 affronta e chiarisce quale deve necessariamente essere il trattamento straordinario di integrazione salariale: «Il trattamento straordinario di integrazione salariale può essere erogato ai dipendenti delle imprese editrici o stampatrici di giornali quotidiani e delle agenzie di stampa (...) in tutti i casi di crisi aziendale nei quali si renda necessaria una riduzione del personale ai fini del risanamento dell'impresa e, nei casi di cessazione dell'attività aziendale, anche in costanza di fallimento. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale (...) adotta i provvedimenti di concessione del trattamento indicato nei commi precedenti per periodi semestrali consecutivi e, comunque, non superiori complessivamente a ventiquattro mesi. Alla corresponsione del trattamento previsto per i giornalisti dal presente articolo provvede l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani "Giovanni Amendola"»;

considerato inoltre che a parere degli interroganti:

la chiusura dell'edizione di Latina de "La Provincia Quotidiano" comporterebbe una sostanziosa perdita di pluralismo dell'informazione per tutto il territorio pontino, soprattutto se si tiene in considerazione la recente dichiarazione di fallimento della società che edita "Latina oggi" e "Ciociaria oggi", testate leader del settore dell'informazione cartacea delle province di Latina e Frosinone;

sarebbe opportuno individuare i responsabili che indirettamente hanno indotto i dipendenti - soci di questa cooperativa ad uno stallo, non solo lesivo della loro dignità lavorativa, ma che li ha prostrati soprattutto dal punto di vista finanziario. In particolare, i dipendenti di Latina non hanno percepito alcun tipo di remunerazione per ben 10 mesi e sono stati oggetto di un comportamento discriminatorio rispetto ai dipendenti di Frosinone. Dunque, privare i cosiddetti soci delle retribuzioni stipendiali, che spettano loro di diritto, li costringe ad una condizione di svantaggio nel suo più ampio significato, soprattutto in una realtà di crisi economica nazionale e globale. Inoltre è d'obbligo ribadire la fallibilità dei finanziamenti editoriali come strutturati, in particolare nel caso in questione, in cui un costruttore e non un editore (comunque Presidente del Consiglio di amministrazione all'epoca dei fatti, quindi responsabile di fronte alla legge), sfruttando la forma associativa di cooperativa per la quale si presuppone una posizione egualitaria di tutti i soci, come risulta dalle indagini della Guardia di finanza, abbia dirottato a suo vantaggio personale o a lui riconducibile ben 5 milioni di euro, chiaramente non capitalizzati dalla cooperativa che al contrario versa in manifesta difficoltà economica,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza della condotta, a giudizio degli interroganti, antisindacale tenuta dalla Effe cooperativa;

quali iniziative di competenza vogliano adottare al fine di garantire ai lavoratori il godimento della garanzia dell'istituto di rotazione, arbitrariamente scavalcato anche in sede di ultimo accordo tra le parti favorendo una delle due sedi che tuttavia fanno capo alla medesima società, nonché l'immediata erogazione di tutte le retribuzioni pregresse che la Effe cooperativa si era impegnata a rateizzare senza poi presentare alcun piano, ponendo fine alle continue infrazioni di leggi e contratti che l'editrice ha fino ad oggi commesso;

se non intenda, nei limiti delle proprie attribuzioni, alla luce delle violazioni delle norme deontologiche e contrattuali, attivarsi affinché anche l'ordine regionale del Lazio intervenga a tutela della dignità della professione e dei giornalisti;

se l'ordine dei giornalisti cui è iscritto Umberto Celani abbia aperto un'istruttoria per violazione della clausola di solidarietà prevista dall'articolo 2 della legge istitutiva dell'ordine dei giornalisti, anche alla luce di quanto previsto dall'art. 48 della stessa.