Atto n. 3-00731 (in Commissione)

Pubblicato il 12 febbraio 2014, nella seduta n. 190
Trasformato

BIGNAMI , LUCIDI , NUGNES , SIMEONI , PEPE , ORELLANA , CASALETTO , ROMANI Maurizio - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. -

Premesso che:

la valle Olona è un'area produttiva in gran parte contaminata nel suolo principalmente da mercurio; la valle prende il nome dal fiume Olona che nasce nelle Prealpi varesine e ha una lunghezza complessiva di 71 chilometri, sino a Milano; attraversa 45 comuni appartenenti alle province di Varese e Milano;

lungo l'Olona la qualità delle acque viene monitorata nelle stazioni di Varese, Lozza, Fagnano Olona, Legnano e Rho;

come segnalato in un recente documento elaborato da Legambiente Lombardia, l'Olona registra giudizi molto negativi sulla qualità delle acque da Varese a Lainate, collezionando valutazioni che vanno dallo "scarso" al "cattivo". Secondo quanto riportato nel documento più della metà dei carichi organici inquinanti nel tratto tra Castiglione e Rho deriva da scarichi non depurati, anche il Lura e il Buzzente sono in uno stato critico, e nei tratti dove confluiscono nell'Olona provocano un peggioramento delle condizioni del fiume, che registra uno stato di qualità che viene definito "pessimo";

Legambiente Lombardia segnala inoltre come il 50 per cento dei depuratori sull'Olona presentino anomalie o malfunzionamenti rilevati dall'Agenzia regionale protezione ambientale; anche il depuratore di Varese ha notevoli difficoltà nella rimozione dei carichi di azoto ammoniacale;

considerato che:

la direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque) istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque e introduce un approccio innovativo nella legislazione europea tanto dal punto di vista ambientale quanto dal punto di vista amministrativo gestionale. Tra gli obiettivi fissati dalla direttiva vi è quello del raggiungimento dello stato di qualità "buono" per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015;

la Regione Lombardia nel proprio piano di tutela e uso delle acque ha chiesto una proroga al 2027 per il raggiungimento dello stato "buono" e al 2015 per il raggiungimento dello stato "sufficiente" per i fiumi Lambro, Seveso, Olona e Mella;

nei confronti dell'Italia è stata aperta dalla Commissione europea la procedura di infrazione n. 2009/2034 per l'applicazione degli articoli 3, 4, 5 e 10 della direttiva del Consiglio 91/271/CEE del 21 maggio 2008, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, ai cui obblighi avrebbe dovuto ottemperare entro il 31 dicembre 1998; il mancato adeguamento comporterebbe sanzioni che graverebbero nella misura di 10 milioni di euro per ogni mancato depuratore e di 200.000 euro per ogni giorno di ritardo nell'assolvimento degli adempimenti previsti;

la pessima qualità delle acque del fiume Olona è dovuta al fatto che gli scarichi costituiscono il 40-60 per cento della portata del fiume. I depuratori consortili che scaricano lungo l'asse dell'Olona sono 6. La Provincia di Varese ha concesso autorizzazioni allo scarico in deroga complessivamente a 22 industrie, 5 delle quali scaricano nei depuratori consortili sul fiume Olona. La Regione ammette, nella risoluzione di luglio 2013, che gli scarichi in deroga compromettono la capacità depurativa dei depuratori. Tali deroghe sono attualmente in fase di rinnovo;

nel complesso la valle Olona registra uno stato ambientale estremamente critico, con un preoccupante inquinamento delle falde acquifere, dell'aria e del suolo;

si apprende dai molteplici rapporti di caratterizzazione e le migliaia di analisi effettuate dal 2006 ad oggi che il polo chimico ex Montedison di Castellanza e Olgiate Olona ha inquinato la falda acquifera sottostante. L'unico intervento di messa in sicurezza operativa è costituito da una barriera idraulica di 7 pozzi che emungono oltre 3 milioni di metri cubi all'anno (fino a 100 metri di profondità) da tale acqua di falda,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, siano a conoscenza della situazione e quali siano le ripercussioni sulla salute dei cittadini della valle;

quali azioni, nei limiti delle rispettive attribuzioni, intendano intraprendere in collaborazione con la Regione Lombardia e gli enti territoriali interessati per far sì che il fiume Olona raggiunga gli standard di qualità delle acque definite dalla direttiva europea 2000/60/CE nei tempi previsti dalla legge, per evitare di incorrere in sanzioni;

se sia stato redatto un quadro completo di quanti e quali fiumi in Italia non rispettano i parametri di qualità definiti dalla direttiva europea 2000/60/CE;

se siano previsti ulteriori interventi di messa in sicurezza operativa del polo chimico ex Montedison.