Atto n. 3-00560

Pubblicato il 11 dicembre 2013, nella seduta n. 149

ORELLANA , MUSSINI , DE PIETRO - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

la Repubblica centrafricana è scossa da violenze e razzie di estrema brutalità dal 24 marzo 2013, da quando il regime del presidente Francois Bozizé è stato rovesciato dalle milizie della coalizione ribelle Seleka guidata da Michel Djotodia;

uno dei primi atti del Presidente è stato l'ufficiale scioglimento delle milizie, promuovendone però i comandanti ai vertici dell'esercito;

a seguito dello scioglimento ex miliziani Seleka, non assorbiti all'interno della compagine ufficiale dell'esercito, continuano a seminare il terrore nel Paese;

i ribelli che si opponevano al Governo di Bozizé, tra cui movimenti armati provenienti in prevalenza dal nordest della Repubblica centrafricana, hanno ripreso le armi perché ritenevano che fosse stato disatteso l'accordo di pace che imponeva, fra l'altro, la liberazione dei detenuti politici, l'integrazione dei guerriglieri nell'esercito regolare e la fine del sostegno militare di Sudafrica e Uganda all'Esecutivo in carica;

considerata la grande instabilità dell'intera regione il Ministro della difesa francese Jean-Yves Le Drian, come riportato da "Le Monde" il 3 dicembre 2013, ha annunciato l'avvio della settima operazione militare nella Repubblica centrafricana;

considerato che:

in un articolo del quotidiano "la Repubblica" del 28 novembre 2013, viene ricordato come l'accesso alle cure per la popolazione sia sempre più difficile e che le malattie sessualmente trasmesse, i casi di malaria e le malattie epidemiche sono drasticamente aumentate;

il team di Emergency operante nel territorio, in un comunicato pubblicato recentemente sul sito dell'organizzazione non governativa, ha denunciato l'arrivo, presso il Complexe pédiatrique di Bangui, di bambini di etnia peuls, nomadi musulmani che vivono a una novantina di chilometri da Bangui, feriti a colpi di machete;

diverse organizzazioni operanti sul territorio hanno denunciato il rapido deteriorarsi della situazione: la crisi umanitaria e il collasso del sistema politico centrafricano, infatti, non risparmiano nessuna regione del Paese e le stime pervenute al momento parlano di circa 6.000 minori reclutati durante il conflitto;

considerato inoltre che l'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recentemente convertito in legge, recante la proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali, prevede che il Ministro degli affari esteri possa, con proprio decreto, destinare risorse ad iniziative in altre aree di crisi, rispetto a quelle già indicate espressamente nel medesimo comma,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga opportuno porre in essere ogni opportuna azione diplomatica, al fine di permettere un soccorso internazionale delle popolazioni civili della Repubblica centrafricana, dando seguito alle determinazioni in tal senso degli organismi internazionali cui l'Italia appartiene ed evitando così che, come risulta agli interroganti, l'ennesima situazione di instabilità politica nel continente africano si trasformi nel pretesto, per taluni attori della scena internazionale, per mettere in atto una politica prettamente interventista e militarista in solitaria.