Atto n. 4-00693

Pubblicato il 1 agosto 2013, nella seduta n. 86

DE POLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

il decreto-legge n. 35 del 2013, recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali", convertito, con modificazioni, dalla legge n. 64 del 2013, definisce un insieme di regole e procedure volte ad accelerare il recupero dei crediti nei confronti delle amministrazioni vantati da imprese, cooperative e professionisti, per un importo complessivo di 40 miliardi di euro, da erogare negli anni 2013-2014 accordando priorità ai crediti che le imprese non hanno ceduto pro soluto al sistema creditizio degli enti territoriali;

l'ammontare dei crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione costituisce, nell'attuale fase di crisi economico-finanziaria, un rilevante elemento di debolezza della struttura finanziaria delle imprese, per le quali la disponibilità di liquidità rappresenta una delle condizioni necessarie per aumentare i piani d'investimento o per migliorare le condizioni della gestione ordinaria (ivi inclusi i pagamenti degli arretrati ai propri dipendenti), oltre che per limitare il fenomeno, in crescita negli ultimi mesi, di chiusura di attività produttive;

la metà dei debiti della pubblica amministrazione sarebbe attribuibile a Regioni e Azienda sanitaria locale;

presso la Commissione sanità della Regione Veneto è passato il disegno di legge con cui la Giunta ha deciso di accedere al fondo nazionale previsto dal decreto-legge n. 35 del 2013;

il Veneto, quindi, avrà in prestito 1.470 milioni di euro (770 milioni di euro nel 2013 e 700 nel 2014) che dovrà restituire in 30 anni con un tasso di interesse compreso tra il 3,15 per cento e il 4 per cento (circa 20 milioni di interessi l'anno fino ad esaurimento del debito);

il Veneto ha oltre 1.300 milioni di euro fermi nella tesoreria unica congelati dal patto di stabilità ad un tasso dell'1 per cento;

vista la reale preoccupazione che, per onorare l'impegno di pagamento del debito, la Regione sarà costretta ad intaccare i capitoli di spesa del sociale,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire nell'ambito delle proprie competenze sulle modalità di restituzione del debito, programmando un dilazionamento più equo e meno gravoso per le casse della Regione Veneto.