Pubblicato il 18 luglio 2013, nella seduta n. 71
PELINO - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
la legge 14 settembre 2011, n. 148, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari", all'articolo 1, comma 2, ha conferito la delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza con l'osservanza dei principi e criteri direttivi di cui alle lettere da a) a q);
con i decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 il Governo ha disposto la cancellazione di 667 uffici dei giudici di pace, di 31 tribunali non coincidenti con capoluoghi di provincia e di 220 sezioni distaccate, il tutto sulla base (e l'interrogante crede di interpretare bene gli schemi di decreti legislativi relativi con le collegate relazioni illustrative alle Camere per il parere parlamentare e l'articolato trasfuso nei medesimi decreti legislativi), di una radicale ed acritica semplificazione delle presenze dei presidi giudiziari sul territorio, attraverso l'utilizzo di parametri, meramente numerici, che portano pressoché al mantenimento dei soli tribunali aventi sede nei comuni capoluogo di provincia;
tra gli uffici soppressi è compreso anche il tribunale di Sulmona (L'Aquila);
la legge delega consente al Governo, entro il termine ivi indicato, l'adozione di provvedimenti di correzione del decreto di soppressione;
considerato che:
nelle aree dei comuni della valle Peligna e dell'alto Sangro, le quali costituiscono il corpus del circondario del soppresso tribunale di Sulmona, si localizzano le situazioni di crisi più gravi dell'Abruzzo, come riconosciuto nel protocollo d'intesa firmato presso il Ministro dello sviluppo economico in data 20 febbraio 2008 e ribadito il 7 marzo 2011 con delibera n. 162 dalla Regione Abruzzo secondo cui "l'area della Valle Peligna - Alto Sangro deve essere qualificata come un'unica grande area di crisi industriale complessa", con riflessi allarmanti sulla tenuta del tessuto sociale a rischio disgregazione;
il circondario del tribunale di Sulmona include un'area omogenea per peculiarità geografiche e morfologiche che si estende in zone interamente montane, per la gran parte poste oltre i 1.200 metri di altitudine, con carenza grave di infrastrutture di comodo e rapido collegamento con il capoluogo di provincia, stante l'assenza di autostrade, di strade a scorrimento veloce e di efficiente rete ferroviaria ed autoveicolare pubblica, e la sua soppressione costringerebbe la popolazione ad affrontare viaggi, anche di centinaia di chilometri, in territorio impervio e spesso interessato da precipitazioni nevose per molti mesi dell'anno, per raggiungere il presidio giudiziario provinciale accorpante;
il tribunale di Sulmona è collocato al centro di tale area e comprende, pressoché per intero, il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, oltre al parco nazionale della Maiella ed al parco regionale del Velino-Sirente, le cui complesse problematiche giuridiche, legate in particolare alla tutela dell'ambiente, imporrebbero una forte presenza del presidio di legalità sul territorio per la prevenzione dei reati ambientali ed anche al fine di evitare notevoli costi per la pubblica amministrazione dei recuperi e risanamenti idrogeologici ed ambientali;
il circondario del tribunale di Sulmona è in rapporto di contiguità geografica con territori a forte rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, rischio che può essere scongiurato solo attraverso la presenza di un imponente e funzionale presidio giudiziario;
il comune di Sulmona è sede della più importante casa di reclusione del Centro Italia (con sezioni di massima sicurezza in cui sono ristretti esponenti di spicco della criminalità organizzata) la quale non può prescindere dalla presenza in loco di un'efficiente sede di tribunale (per prove delegate) e di un'istituenda sezione distaccata del magistrato di sorveglianza (per le questioni attinenti all'esecuzione della pena), soprattutto in considerazione del recente disposto ampliamento della struttura carceraria che ne farà sede di massimo rilievo nel Paese;
peraltro, una significativa area dell'alta val Pescara, confinante con i territori facenti parte del circondario del tribunale, gravita socialmente, culturalmente ed economicamente in naturale interscambio con essi, e ciò militerebbe per l'attribuzione di porzioni di tali territori all'ufficio giudiziario di Sulmona, peraltro sgravando di carichi di lavoro il tribunale limitrofo oggi competente (Pescara). E a tale ultimo proposito va rilevato che la legge delega prevede come prioritario "il riequilibrio delle attuali competenze territoriali, demografiche e funzionali tra uffici limitrofi (…) caratterizzati da rilevante differenza di dimensione";
il risparmio di spesa ipotizzabile nel caso concreto, pari a circa 120.000 euro all'anno, non pare giustificare ridimensionamenti e/o soppressioni, ove solo si consideri che la giustizia, e quindi l'agevole accesso alla giustizia, è un bene primario, al pari del diritto alla salute e all'istruzione, costituzionalmente garantito e perciò non suscettibile di compressioni;
occorre osservare, sul piano dell'efficienza, che il Tribunale di Sulmona applica prassi virtuose ed è all'avanguardia per l'utilizzo dei modelli informatici;
per i motivi anzidetti, il tribunale di Sulmona può essere definito, con felice locuzione utilizzata dal CSM sin dal 1996, ufficio giudiziario di prossimità, dal momento che: si articola sul territorio ed è ubicato in zone particolarmente disagiate ed impervie; è al centro di un territorio provinciale che costituisce all'incirca il 50 per cento del territorio complessivo regionale; rappresenta un argine, non solo simbolico, alla diffusione dei fenomeni criminosi organizzati, garantisce, diversamente dai cosiddetti mega tribunali, una risposta "prossima", quindi diretta e, soprattutto, celere, alle aspettative di giustizia dei cittadini,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che la soppressione del tribunale di Sulmona sia estremamente penalizzante e costituisca un grave danno per le comunità locali e le specifiche esigenze di giustizia dell'intero territorio, considerato il carico di lavoro, le caratteristiche specifiche della collocazione geografica, trattandosi di zona interamente montana, e la dimensione territoriale;
se sia stata effettuata un'attenta analisi dei costi e degli svantaggi che la soppressione inevitabilmente comporterebbe, determinando un pesante e negativo impatto anche sotto il profilo socio-economico con evidenti riflessi su tutto il territorio provinciale;
se non ritenga di valutare gli eventuali correttivi da adottare nel termine biennale, tenendo nel massimo conto le esigenze del territorio, per evitare che la riforma sia applicata parzialmente e in modo non coerente con le sue finalità, tese a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, e per ovviare, soprattutto nella prima fase di attuazione, a disagi organizzativi per la popolazione e funzionali per il servizio giustizia.