Atto n. 4-00497

Pubblicato il 4 luglio 2013, nella seduta n. 59
Trasformato

VERDUCCI , RUTA , FERRARA Elena - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. -

Premesso che:

alla data del 31 dicembre 2010 l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), già Unione nazionale incremento razze equine (UNIRE), aveva censito in Italia: 436.961 cavalli, 19.495 allevatori, 42.228 tra proprietari, allenatori, guidatori e fantini, circa 6.000 tra dipendenti di ippodromi, maniscalchi, veterinari e giudici, per un totale complessivo di circa 60.000 operatori nel settore ippico;

ai suddetti dati è opportuno affiancare quelli dell'indotto economico e produttivo: circa 610.000 ettari di terra per l'allevamento e la produzione alimentare, 26 ippodromi di trotto e 18 di galoppo sia pubblici che privati;

in Italia, il settore ippico è stato da sempre governato da enti pubblici: prima con UNIRE, poi con ASSI (ai sensi del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111) e, a seguire, sotto la diretta governance del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (ai sensi del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135);

con il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, è stato introdotto un contributo statale di sostegno al comparto pari a 150 milioni di euro per l'anno 2010, ridotto a 129 milioni per il 2011 e a 40 milioni per il 2012. A fronte della diminuzione del contributo statale, gli introiti, derivanti da codesto settore sono stati, invece, considerando il solo 2009, di 96 milioni di euro per le casse dell'erario, 11 milioni per l'Amministrazione autonoma monopoli di Stato e 58 milioni complessivamente tra Iva, Irpeg e Irpef;

come annunciato dal Ministro dell'agricoltura, sono stati stanziati circa 32,5 milioni di euro per coprire i debiti ex ASSI nei confronti degli ippodromi;

la struttura del settore ippico tuttavia non è composta esclusivamente dagli ippodromi: si tratta, infatti, di una filiera complessa comprendente guidatori, allenatori, proprietari, artieri, maniscalchi, fornitori di materie prime, veterinari e, per conto dell'amministrazione pubblica, funzionari;

le suddette categorie, esclusi ippodromi e funzionari, sono retribuiti attraverso il Montepremi, che non rientra nei succitati 32, 5 milioni di euro;

il controllo delle corse spetta al "giudice ippico", il quale dal 2008 è stato inquadrato giuridicamente dall'UNIRE come "funzionario onorario", essendo l'ente impossibilitato a concedere ulteriori proroghe dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa in essere, a seguito delle modifiche apportate al testo unico di cui al decreto legislativo n. 165 del 2001, dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

la figura del "funzionario onorario" è qualificata dal carattere residuale della sua previsione giurisprudenziale e dalla temporaneità dell'incarico; è evidente che così configurata è del tutto inidonea ad assolvere la funzione che organicamente e sistematicamente viene resa dai giudici ippici al Ministero; la controversia pendente dinanzi al giudice del lavoro di Roma non a caso è volta all'accertamento della configurazione giuridica del rapporto in essere tra i funzionari in oggetto e il medesimo Ministero;

alla variazione della qualificazione giuridica del rapporto di lavoro adottata dall'UNIRE, mediante delibera del consiglio d'amministrazione n. 63 del 28 novembre 2008, non ha fatto seguito alcuna modifica nella determinazione del compenso erogato e nella modalità di svolgimento delle prestazioni, nonostante il regolamento di gestione prevede tuttora che il compenso e le spese sostenute dagli addetti alla vigilanza corse debbano essere liquidate entro il mese successivo a quello del servizio reso, a seguito di regolare certificazione;

gli addetti alla vigilanza, pur avendo svolto regolarmente l'attività professionale e presentato la documentazione dovuta, non hanno ad oggi ricevuto dal Ministero il corrispettivo spettante, per quanto riguarda i mesi di novembre e dicembre 2012 e febbraio, marzo, aprile e maggio 2013;

il limite di età di funzione dei giudici ippici è attualmente fissato a settanta anni, diversamente da quanto previsto per il personale della pubblica amministrazione;

la deliberazione commissariale n. 45 del 20 giugno 2012 inoltre ha stabilito testualmente che "per particolari situazioni di emergenza ed in caso di impedimento improvviso di persona nominata per il controllo disciplinare delle corse nonché del supplente, l'Ente può procedere alla sostituzione sul campo con altra persona ritenuta idonea, anche non iscritta negli appositi Albi";

la disposizione, oltre ad aumentare fortemente la precarietà del personale tecnico, rappresenta un vulnus all'intero sistema di giustizia sportiva, dal momento che le delicate funzioni di giudice ippico potrebbero essere affidate a soggetti non idonei e sprovvisti dell'esperienza, professionalità e competenza che il ruolo richiede;

il protrarsi dei ritardi nella liquidazione dei corrispettivi arretrati, oltre a non consentire ai giudici sportivi di poter adempiere alle proprie funzioni, è fortemente penalizzante per tutti quegli operatori e relative famiglie che compongono la galassia della filiera ippica;

già diversi grandi ippodromi italiani sono stati costretti alla chiusura con gravi ed inevitabili ripercussioni sia sul personale sia sui cavalli che sono stati spostati in altre strutture;

il controllo disciplinare delle corse riveste un ruolo di particolare importanza soprattutto allo scopo di evitare la manomissione delle stesse e l'alterazione dei risultati, nell'interesse sia degli addetti che degli scommettitori; consente inoltre di contrastare l'infiltrazione malavitosa in tale settore;

la mancanza di un serio ed efficace controllo disciplinare provocherebbe inevitabilmente una diminuzione del volume delle scommesse, nonché ulteriori effetti negativi sull'intero comparto ippico, già cosi gravemente in crisi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e necessario procedere in tempi brevi all'erogazione completa dei Montepremi, al fine di far ripartire il circuito dell'indotto ippico, necessario per il funzionamento complessivo dell'intero settore;

quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire una corretta gestione dell'intero settore ippico e del personale addetto al controllo disciplinare delle corse, al fine di assicurare l'autonomia, l'indipendenza e il riconoscimento della professione di giudice ippico e per una riforma adeguata e moderna del sistema delle scommesse e del doppio totalizzatore, ripensando l'equiparazione dell'ippodromo ai casinò.