Pubblicato il 28 maggio 2013, nella seduta n. 29
BLUNDO , NUGNES , BENCINI , MOLINARI , CASTALDI , MORONESE , ROMANI Maurizio , DONNO , VACCIANO , GAMBARO , SANTANGELO , PEPE , GIARRUSSO , BIGNAMI , FATTORI , MARTELLI , LUCIDI , DE PIETRO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. -
Premesso che:
nel marzo del 2007 a Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, sede di uno dei più importanti poli chimici italiani, fu rinvenuta una mega discarica di rifiuti tossici, nella quale per decenni sarebbe avvenuto lo smaltimento illegale di sostanze quali cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni, metalli pesanti, tutte sostanze altamente tossiche e cancerogene, al punto da essere definita una delle più grandi discariche nascoste di sostanze tossiche e pericolose mai trovate in Italia e addirittura in Europa;
la conseguente inchiesta, condotta dalla procura della Repubblica di Pescara, si è conclusa il 18 aprile 2013 con il rinvio a giudizio, da parte del giudice per le udienze preliminari Gianluca Sarandrea, di 19 persone, in gran parte dirigenti degli enti regionali di gestione dell'acqua e del gruppo Montedison, per il reato di inquinamento e disastro ambientale e avvelenamento di acque (Ansa del 19 aprile 2013);
considerato che:
in data 29 aprile 2013 il WWF ha diffuso i dati dell'attività di monitoraggio del sito, svolta per conto della Solvay SpA, attualmente proprietaria dell'area, dalla società Environ, sui pozzi spia a valle del sito e su quelli situati nella valle del Pescara. Una situazione sconfortante, come riporta un'agenzia di Ansa Abruzzo del 29 aprile, caratterizzata, rispetto al passato, da un quadro ancora più grave della contaminazione. In merito al sito industriale i dati attestano il superamento, in ben 35 parametri su 43, delle concentrazioni soglia di contaminazione per la falda superficiale e 23 per la falda profonda. Più specificatamente si registrano notevoli superamenti per sostanze come il cloroformio, 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda, tricloroetilene 193.333 e 156, mercurio 2.100 volte nella falda superficiale, diclorometano 1.073.333 e 3.267, tetracloruro di carbonio 666.667 e 3.733;
anche per quanto riguarda il monitoraggio dei pozzi spia la situazione risulta alquanto problematica, al punto che tra il 2007 e il 2012 nove parametri hanno superato la concentrazione soglia di contaminazione per la falda superficiale e tre per la falda profonda. In particolare, il monocloroetilene ha avuto picchi di 106 volte il limite di legge per la falda superficiale e 264 volte per la falda profonda; inoltre, superamenti si sono verificati anche recentemente nei monitoraggi 2012, con alcune sostanze che continuano a fuoriuscire dal sito nonostante il trattamento, come recentemente confermato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
la situazione peggiora ulteriormente, andando verso valle, nei pozzi-piezometrici che monitorano la falda nell'area della confluenza del fiume Tirino con il fiume Pescara, per i quali nel biennio 2011-2012 sono stati rispettivamente riscontrati per la falda superficiale e per la falda profonda 11 e 12 parametri oltre i limiti di legge;
considerato inoltre che:
nel sito è presente una quantità di diossina, materiale non degradabile, superiore di circa 24 volte rispetto al tasso consentito, che contribuisce a contaminare ancora di più l'intera area;
l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), per conto dell'Avvocatura dello Stato, ha stimato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e una contaminazione di circa 2 milioni di metri cubi di terreni, oltre a quella relativa all'acqua di falda;
attualmente i rifiuti restano depositati nella valle, coperti da un telone, e, nonostante la necessità di un'immediata bonifica, per la quale occorrerebbero almeno 150 milioni di euro, i lavori non accennano ad iniziare,
si chiede di sapere quali provvedimenti i Ministri in indirizzo, per le rispettive competenze, intendano concretamente adottare al fine di progettare e realizzare una seria, efficace e rapida opera di bonifica, nonché di garantire alla popolazione residente nell'area il diritto alla salute, messo fortemente in pericolo dall'inquinamento delle falde acquifere.