Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00060
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Atto n. 4-00060
Pubblicato il 10 aprile 2013, nella seduta n. 12
DI BIAGIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
la Sace SpA, fino a qualche mese fa società per azioni interamente detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze e ora acquistata dalla Cassa depositi e prestiti, a sua volta partecipata per il 70 per cento dallo stesso Ministero, è la società che assicura i crediti delle imprese italiane che operano all'estero, proteggendo e sostenendo, in base alla dichiarata mission del gruppo SACE, la crescita di oltre 25.000 imprese in più di 180 Paesi;
la società controlla a sua volta al 100 per cento la Sace BT, operante nel campo assicurativo privato per l'assicurazione del credito a breve termine, le cauzioni e i rischi della costruzione;
le attività del gruppo sono più volte divenute oggetto di interesse mediatico per alcune anomalie sul versante gestionale, con particolare riferimento agli emolumenti dei vertici della società, per i quali a fine dicembre 2011, appena prima della conversione in legge del decreto-legge "salva Italia" (decreto-legge n. 201 del 2011) che aveva fissato un tetto agli stipendi dei manager pubblici, fu definito uno spropositato aumento di stipendio;
quanto disposto, con l'esplicita finalità di aggirare una disposizione normativa ispirata al contenimento degli sprechi nella gestione del denaro pubblico, avrebbe portato oggi il presidente a guadagnare 250.000 euro annuali, l'amministratore delegato a guadagnare un milione di euro all'anno e il chief operation officer 450.000 euro all'anno;
su tali aspetti relativi alla mancanza di trasparenza nella gestione dei compensi sono stati disposti numerosi atti di sindacato ispettivo nel corso della XVI Legislatura;
a corollario di tali ambiguità e della mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, la scorsa settimana SACE SpA è stata condannata dall'Unione europea a recuperare 70 milioni di euro dalla controllata Sace BT che, ai sensi della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato, sarebbero stati illegittimamente conferiti alla controllata medesima, determinando in tal modo una distorsione della concorrenza;
il comportamento dell'azienda madre è plausibilmente da collegare anche al fatto che la società ha da tempo i bilanci in perdita (Sace BT ha chiuso il 2012 con 23 milioni di euro di deficit) anche a causa di un cambiamento radicale di strategia da parte dell'attuale dirigenza;
l'attuale situazione gestionale ha determinato gravi criticità che potrebbero avere serie ricadute sulla tenuta economica e occupazionale della società che rischia di incorrere in una liquidazione di Sace BT con perdita di lavoro per oltre 250 dipendenti;
in tale quadro, suscita crescente perplessità la decisione dei vertici Sace che si sarebbero assegnati, per l'ennesima volta nell'ultimo decennio, consistenti MBO (premi di risultato) dovuti ai "brillanti obiettivi" perseguiti dalla società nel 2012 e attestati da una sapiente tecnica di redazione del bilancio;
i brillanti obiettivi non sarebbero tuttavia riconducibili all'attività principale del gruppo, cioè l'attività assicurativa di supporto all'imprenditoria italiana, che risulta pressoché in pareggio, bensì alla gestione finanziaria dell'enorme capitale sociale detenuto da Sace, che consta di circa 6 miliardi di euro pubblici dovuti ad un maxi accordo di rientro sottoscritto oltre dieci anni fa tra Italia e Russia;
sembrerebbe che i vertici di Sace, attraverso mirate politiche di bilancio, riescano da anni a "mascherare" la reale origine del denaro, attribuendosi i meriti dei risultati e pagandosi bonus incredibilmente elevati. Risulta all'interrogante che per l'anno in corso, i premi di risultato distribuiti sarebbero stati complessivamente pari a 4,4 milioni di euro che, seppure ufficialmente distribuiti a tutto il personale Sace attraverso un ben pianificato meccanismo di conguaglio-premio su base triennale, si sarebbero concentrati per la gran parte dell'importo sulle 3 figure apicali dell'azienda precedentemente citate, sebbene, nel caso del chief operation officer, si tratta del presidente, con assolute funzioni decisionali già dall'ultimo triennio, della società Sace BT ridotta in condizioni fallimentari;
a giudizio dell'interrogante, le circostanze evidenziate manifestano una gestione senza controllo e totalmente degenerata dei soldi pubblici che appare ancor più grave in tempi come questi in cui l'intera comunità nazionale è chiamata a compiere grandi sacrifici a causa della crisi economica,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto evidenziato;
quali iniziative di competenza intenda predisporre al fine di fare chiarezza sulle anomalie gestionali e definire appositi interventi per sanzionarle ed eventualmente rettificarle;
quali misure, anche di natura sanzionatoria, intenda avviare al fine di garantire un effettivo monitoraggio e controllo sulla gestione del denaro pubblico da parte delle società caratterizzate da una partecipazione statale, totale o parziale, al fine di evitare che si determinino ambigue situazioni di degenerata gestione, quali quelle evidenziate.