Pubblicato il 9 aprile 2013, nella seduta n. 10
PAGLIARI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
da ormai diverse settimane la regione Emilia-Romagna, in particolare la provincia di Parma, è colpita da un'eccezionale ondata di maltempo a carattere alluvionale;
i ripetuti eventi meteorologici hanno generato lungo i diversi corsi d'acqua della regione (Enza, Secchia, Panaro e Reno) piene lunghe e significative con più colmi successivi e stati idrometrici che si sono mantenuti al di sopra del livello di attenzione per molti giorni consecutivi. Le ondate di piena che hanno coinvolto il reticolo idrogeografico hanno danneggiato in modo significativo numerose opere idrauliche, provocato erosioni spondali, tracimazione di fossi e canali, danni alle strutture viabilistiche (strade e ponti) e cedimenti di parti delle reti fognarie e degli acquedotti, provocando allagamenti delle abitazioni e degli esercizi produttivi e compromettendo la viabilità provinciale e locale;
le piogge hanno inoltre determinato il riattivarsi di diversi movimenti franosi in tutta l'area appenninica, ma è soprattutto in provincia di Parma che si registra l'emergenza più acuta: la strada provinciale Massese è stata interrotta al chilometro 33 in località Boschetto dove la frana, in poche ore, ha travolto la carreggiata stradale interrompendo i collegamenti tra Langhirano e la parte alta del territorio; vi sono centri abitati rimasti isolati e alcune abitazioni sono state evacuate;
le gravi criticità che stanno interessando la viabilità nell'area appenninica rischiano di ripercuotersi negativamente sulle attività produttive della zona, in particolare sui prosciuttifici, alcuni dei quali, peraltro, minacciati anche direttamente dai movimenti franosi, con prevedibili conseguenze anche per il sistema economico non solo locale e per l'occupazione;
l'Agenzia di protezione civile della Regione Emilia-Romagna congiuntamente alle Province, ai Comuni e ai consorzi di bonifica sta monitorando la situazione, acquisendo informazioni, raccogliendo segnalazioni e richieste di interventi in emergenza al fine di predisporre già nei prossimi giorni un rapporto dettagliato della situazione;
per i primi interventi di somma urgenza la Regione ha già messo a disposizione circa 700.000 euro a fronte degli oltre 2.500.000 per interventi urgenti stimati dagli enti locali e dai consorzi di bonifica;
il 5 aprile il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha inviato al Presidente del Consiglio dei ministri e al capo del Dipartimento della protezione civile la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per il territorio regionale, stante l'impossibilità di far fronte alla grave situazione determinatasi con i poteri ordinari e con i mezzi finanziari disponibili. A tal proposito è stata richiesta l'assegnazione di risorse finanziarie per la realizzazione di interventi di somma urgenza e di messa in sicurezza che, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche regionali, ammonta a circa 63.000.000 euro;
nel marzo 2010 l'amministrazione provinciale di Parma, dopo aver attivato un tavolo di concertazione e tavoli tecnici con gli enti territorialmente competenti (Comuni, comunità montane, consorzi di bonifica, servizio tecnico di bacino degli affluenti del Po, Agenzia interregionale per il fiume Po, Protezione civile), ha predisposto un programma di interventi per affrontare in modo coerente e coordinato, sulla base di precise priorità emergenziali, il problema del dissesto idrogeologico del territorio: la provincia di Parma infatti è la prima a livello regionale e la seconda a livello nazionale nella classifica delle aree a maggior rischio;
nella lettera che la Provincia di Parma ha inviato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si precisava che l'ammontare economico complessivo degli interventi di 302 milioni di euro (62,4 milioni per interventi prioritari) è un dato certamente destinato a crescere se non saranno rapidamente promosse e adottate le prime e indispensabili misure di mitigazione del rischio e attivate le prioritarie opere di messa in sicurezza, consolidamento e prevenzione;
a quanto risulta il Ministero non ha mai risposto alla missiva inviata dall'amministrazione provinciale,
si chiede di sapere:
se il Governo intenda sostenere la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'art. 5 della legge n. 225 del 1992 avanzata dal presidente della Regione Emilia-Romagna, mettendo a disposizione idonee risorse finanziarie per far fronte agli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio;
se non ritenga di prendere in considerazione e sostenere anche finanziariamente il piano di interventi proposto dalla Provincia di Parma nel 2010 a fronte del grave dissesto idrogeologico che caratterizza il territorio provinciale.