Atto n. 1-00171

Pubblicato il 3 luglio 2003
Seduta n. 430

CADDEO, COVIELLO, BATTAFARANO, BATTAGLIA GIOVANNI, D'ANDREA, DI GIROLAMO, DI SIENA, GARRAFFA, GASBARRI, GRUOSSO, IOVENE, LIGUORI, MONTALBANO, MURINEDDU, NIEDDU, PASCARELLA, ROTONDO, STANISCI, TESSITORE, VILLONE, VISERTA COSTANTINI.

Il Senato,

premesso che:

negli ultimi anni il Mezzogiorno ha cominciato a ridurre il proprio divario di sviluppo rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa, anche se il processo è andato avanti lentamente fino alla sua attuale interruzione;

ciò rende più deboli le potenzialità di crescita dell’Italia e rischia di precludere il conseguimento degli obiettivi del Consiglio europeo di Lisbona del 2000, tesi a portare il tasso di occupazione al 70 per cento della popolazione entro il 2010;

si rende necessario un riorientamento delle politiche di sviluppo alla luce sia dell’allargamento dell’Unione europea e della prospettiva della competizione con nuove regioni in ritardo di sviluppo dell’est europeo, sia della creazione, entro il 2010, di un’area euromediterranea di libero scambio, da considerare non un rischio, ma una grande opportunità di sviluppo;

la strategia di riduzione della pressione fiscale sulle imprese, di riforma del welfare, di liberalizzazione dei mercati, dei servizi e delle merci appare importante, ma non sufficiente senza forme di intervento diretto dello Stato;

il decentramento, impropriamente chiamato federalismo amministrativo, il Quadro comunitario di sostegno (col 70 per cento delle risorse comunitarie affidate alle regioni) ed infine la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 hanno individuato nelle regioni gli attori delle politiche di sviluppo;

il nuovo articolo 119 della Costituzione destina risorse aggiuntive e consente interventi speciali in favore di determinate realtà locali per vari scopi, tra cui la promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale;

la scelta di affidare al solo federalismo “concorrenziale” e “senza rete” il compito di promuovere lo sviluppo condanna il Sud all’aggravamento dei ritardi ed è incompatibile con gli obiettivi fissati a Lisbona nel 2000;

a partire dal Dpef 2004-2006, nell’aggiornare la priorità per la crescita e la competitività, occorre individuare per il Mezzogiorno un programma di modernizzazione delle infrastrutture, di cospicui investimenti immateriali in formazione, ricerca e innovazione e di miglioramento del contesto;

occorre ridefinire anche una politica industriale con un sistema agevolativo nazionale per la promozione di nuove imprese;

il sistema di promozione imprenditoriale dovrebbe comprendere:

il meccanismo automatico del credito d’imposta, capace di dare certezza di finanziamento e di selezionare gli investimenti secondo criteri di qualità dell’impresa e di promozione dell’ammodernamento tecnologico degli impianti e dei macchinari;

un bonus occupazionale certo, automatico e finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori e all’emersione del lavoro nero;

la riqualificazione dei bandi della legge n. 488 del 1992 per le piccole e medie imprese selezionando meglio i criteri di accesso, responsabilizzando di più le banche e legandoli più strettamente alle caratteristiche imprenditoriali del territorio;

il nuovo “contratto di localizzazione” per l’attrazione di investimenti di medie e di grandi imprese;

sull’esempio di esperienze europee di successo, la gestione dei contratti di localizzazione andrebbe assicurata da un’autorità tecnica indipendente, separata ed autonoma rispetto alle autorità politiche e dai rischi assistenziali e redistributivi, orientata ai risultati di medio e lungo periodo, sulla base di scelte strategiche generali circa le aree territoriali, le innovazioni e le specializzazioni produttive da incentivare;

si dovrebbe promuovere l’insediamento nel Mezzogiorno di nuove medie e grandi imprese fortemente innovative, anche provenienti dall’estero, ad alto valore aggiunto ed orientate all’export, presentate da imprenditori con un curriculum di successo;

la localizzazione andrebbe preceduta da un’appropriata attività di marketing territoriale gestita da parte dell’Agenzia di sviluppo con la disponibilità diretta di sufficienti risorse finanziarie, di aree edificabili e di immobili localizzati in zone industriali attrezzate, offerte da enti locali in competizione tra di loro, e con facilitazioni amministrative tali da offrire un prodotto “chiavi in mano”,

impegna il Governo:

a predisporre, col prossimo Dpef, un programma innovativo di promozione di nuove imprese nel Mezzogiorno attraverso la definizione di un sistema di incentivi quali il credito d’imposta, il bonus occupazionale, i bandi della legge n. 488 del 1992 ed i contratti di localizzazione;

ad assicurare apposite e congrue risorse finanziarie anche con l’utilizzazione di risorse finanziarie rinvenienti dalla riprogrammazione dei fondi dell’Unione europea;

ad utilizzare procedure automatiche e non discrezionali e, per quanto riguarda i contratti di localizzazione, la discrezionalità tecnica di un’Agenzia indipendente, in totale separazione dalla politica ma guidata da appropriati indirizzi gestionali.