Atto n. 4-08626

Pubblicato il 8 novembre 2012, nella seduta n. 832

FLERES - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

in data 29 ottobre 2012 con una nota sindacale unitaria, il Sindacato direttori penitenziari (SiDiPe), insieme ad altre organizzazioni sindacali, ha lanciato un grido d'allarme per gli effetti devastanti che discenderanno sul sistema penitenziario dall'attuazione del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;

la nota sottolinea l'impossibilità di garantire la gestione delle carceri e gli obiettivi statuiti nella Carta costituzionale in termini di rieducazione e reinserimento sociale; l'impossibilità di garantire la sicurezza degli istituti penitenziari e quindi dell'intera collettività; l'impossibilità di garantire la celebrazione dei processi e l'accesso e la gestione delle misure alternative;

il comunicato pone l'attenzione sulla questione della sicurezza, nonché del funzionamento della giustizia, che, con la riduzione degli organici del personale penitenziario e il blocco del turnover per la Polizia penitenziaria, sono a rischio;

si rileva altresì che l'esecuzione delle pene detentive e delle altre misure privative della libertà personale integrano l'alveo del sistema sicurezza, nonché del sistema giustizia; a sostegno di ciò, si ricorda che nella seduta della Camera del 7 agosto 2012 il Governo ha accolto l'ordine del giorno 9/5389/53, che lo impegna "a valutare l'opportunità (...) di interpretare l'art. 2, comma 7, D.L. 95/2012 nel senso che sono esclusi dalla riduzione di cui al comma 1 del medesimo articolo anche i dirigenti penitenziari", nonché "a valutare (...) gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate al fine di (...) escludere dalla riduzione tutto il personale amministrativo penitenziario"; inoltre, a parere dell'interrogante, non si comprende la ragione per la quale il personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari e il personale di magistratura restino esclusi dai tagli, che invece, ad oggi, permangono per il personale penitenziario che opera nello stesso Ministero, disattendendo altresì il parere espresso in tema dalla 2ª Commissione permanente (Giustizia) del Senato, il 24 luglio 2012,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire al fine di promuovere l'armonizzazione dell'intera disciplina, per evitare l'allarme sociale che la rigida applicazione delle disposizioni in materia determinerebbe.