Pubblicato il 7 novembre 2012, nella seduta n. 830
MARCUCCI - Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. -
Premesso che:
il Governo, con il decreto-legge n. 188 del 2012, recante "Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane", ha provveduto al riordino delle Province nelle Regioni ordinarie procedendo ad accorpamenti che ne riducono il numero da 86 a 51;
tale riduzione si è pressoché ovunque risolta nell'accorpamento a due a due di alcune Province storiche, ovvero risalenti all'Unità d'Italia, e le aggregazioni di una terza Provincia riguardano esclusivamente aree territoriali comprendenti Province di successiva nuova istituzione, quali Crotone e Vibo Valentia, istituite nel 1992, ricondotte all'unione con Catanzaro, o ancora Fermo (istituita nel 2004) con Ascoli Piceno e Macerata, o Rimini (1992) con Forlì-Cesena e Ravenna, o Pistoia (1927) e Prato (1992) con Firenze nella città metropolitana, o, infine, Lecco (1992) e Varese (1927) con Como;
constatato che:
in nessun caso quattro Province contigue territorialmente sono state tutte accorpate in un'unica nuova Provincia con eccezione delle sole Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, peraltro tutte Province storiche istituite fin dal 1861, con un territorio comprendente ben 111 Comuni e quasi 1.500.000 abitanti;
il Consiglio dei ministri ha anzi deciso in senso opposto nell'unico caso analogo che si è trovato a valutare, pur in presenza di Province di recentissima istituzione, riunificando la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola con Novara, da cui si era distaccata nel 1992 e quella di Biella (1992) con Vercelli, e scartando l'ipotesi dell'unificazione a 4 nel cosiddetto Quadrante,
si chiede di sapere:
quali valutazioni abbiano condotto il Governo a procedere nel solo caso delle Province di Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno in maniera del tutto difforme rispetto alle determinazioni assunte nei confronti delle altre aree territoriali;
quali provvedimenti di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare per cancellare questa evidente anomalia che, se non ricondotta a una più equa e razionale divisione in due Province distinte entrambe ampiamente in possesso dei requisiti minimi, ovvero Lucca e Massa-Carrara con circa 3.000 chilometri quadrati di territorio e 600.000 abitanti, e Livorno e Pisa con estensione territoriale addirittura maggiore e residenti ancora più numerosi, provocherà gravi disagi e disservizi per i cittadini di tutta l'area, attraverso una complessa e difficilmente attuabile riorganizzazione della presenza delle articolazioni periferiche dello Stato che rischia di compromettere i livelli minimi necessari di presidio del territorio, con particolare riferimento alla sicurezza dei cittadini.