Pubblicato il 25 ottobre 2012, nella seduta n. 822
CECCANTI , AMATI , ANDRIA , BUBBICO , CHITI , DE LUCA Vincenzo , FERRANTE , PALMIZIO , PASTORE , PINOTTI , RUTELLI , VIMERCATI , D'UBALDO , DI GIOVAN PAOLO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
a giudizio degli interroganti, pur in attesa delle motivazioni, già il dispositivo della sentenza del Tribunale de L'Aquila reso noto il 22 ottobre 2012, ben al di là del caso specifico, pone alcuni problemi di fondo nell'ordinamento a partire da una dilatazione estrema della giustizia penale, che tende ad assorbire qualsiasi altro tipo di controllo ed altresì ad estendere a dismisura la nozione stessa di responsabilità in relazione a possibili previsioni relative ad azioni commissive o omissive, unitamente al rischio di confusione di ruoli e responsabilità tra scienziati, responsabili amministrativi e politici;
come conseguenza diretta e specifica della sentenza il giorno 23 si sono verificate le dimissioni dei componenti della Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei Grandi rischi, ovvero della struttura di collegamento tra il Servizio nazionale della Protezione civile e la comunità scientifica,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda assumere per circoscrivere l'ambito di applicazione della nozione di responsabilità penale, che ad avviso degli interroganti nel caso di specie appare eccessivamente dilatato, nonché per evitare che sia paralizzato il funzionamento della Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei Grandi rischi.