Atto n. 4-08460

Pubblicato il 17 ottobre 2012, nella seduta n. 815

FILIPPI Marco , DONAGGIO , MAGISTRELLI , MORRI , PAPANIA , RANUCCI , SIRCANA , VIMERCATI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia. -

Premesso che:

la legge n. 1158 del 1971 ha individuato la Stretto di Messina SpA quale concessionario del ponte sullo stretto, affidando alla società il compito di progettare e realizzare il ponte;

il 1° agosto 2003 la delibera CIPE n. 66 inerente al "Primo Programma delle Opere Strategiche - legge n. 443/2001 Ponte sullo Stretto di Messina" ha approvato, con le prescrizioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto preliminare del ponte del costo complessivo di 4.684,3 milioni di euro;

il 16 gennaio 2004 un decreto interministeriale ha approvato la convenzione e l'allegato piano finanziario per la concessione dell'opera, sottoscritta da Stretto di Messina SpA e Ministero in data 30 dicembre 2003;

il 24 novembre 2005, la gara per il general contractor si è conclusa con l'aggiudicazione al raggruppamento guidato dalla società Impregilo SpA;

il 27 marzo 2006 è stato sottoscritto il contratto tra la Stretto di Messina SpA e la Impregilo SpA capogruppo mandataria del raggruppamento temporaneo d'imprese (RTI) per la progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione del ponte e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari. Il contratto, del valore di 3,9 miliardi di euro, prevedeva un termine di 10 mesi per la progettazione definitiva ed esecutiva e di 5 anni per la realizzazione dell'opera;

il decreto-legge n. 262 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 286 del 2006, ha modificato la composizione degli azionisti Stretto di Messina SpA. assegnando ad Anas una quota di controllo pari all'81,8 per cento, a Rete ferroviaria italiana il 13 per cento, alla Regione Calabria e alla Regione Sicilia una partecipazione pari al 2,6 per cento per ciascuna;

il decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, ha assegnato un contributo in conto impianti di 1.300 milioni di euro e ha nominato un commissario straordinario. In particolare, l'articolo 4, comma 4-quarter, disponeva: "A valere sulle risorse del fondo istituito ai sensi dell'articolo 18, comma 1, lettera b), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, è assegnato alla società Stretto di Messina SpA un contributo in conto impianti di 1.300 milioni di euro. Il CIPE determina, con proprie deliberazioni, le quote annuali del contributo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e con le assegnazioni già disposte. È nominato un commissario straordinario, delegato ai sensi dell'articolo 20 del citato decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, e successive modificazioni, per rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività, anche mediante l'adeguamento dei contratti stipulati con il contraente generale e con la società affidataria dei servizi di controllo e verifica della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione dell'opera, e la conseguente approvazione delle eventuali modifiche del piano economico-finanziario";

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 agosto 2009 ha individuato nella persona dell'amministratore delegato della Stretto di Messina SpA, dottor Pietro Ciucci, il commissario straordinario ex art. 4, comma 4-quaterdel citato decreto-legge n. 78 del 2009;

il 21 settembre 2009 il consiglio d'amministrazione della società Stretto di Messina ha approvato lo schema di secondo Atto aggiuntivo, nonché il piano economico finanziario aggiornato e il piano a valori costanti. Tale piano economico-finanziario prevedeva un costo complessivo di 6.300 milioni di euro da coprire per il 40 per cento con contributi pubblici (2.500 milioni di euro) e per il restante 60 per cento con ricorso a prestiti bancari;

il 25 settembre 2009 veniva siglato l'accordo tra la Stretto di Messina e il contraente generale Eurolink, finalizzato al riavvio delle attività;

il 6 novembre 2009 veniva approvata la delibera CIPE n. 102, con cui si prendeva atto della relazione del commissario straordinario relativa alla rimozione degli ostacoli al riavvio delle attività di realizzazione del ponte e del piano approvato dal consiglio di amministrazione della società ed erano deliberate sia la prima quota annua del contributo in conto impianti, pari a soli12,7 milioni di euro, imputandola sulle disponibilità del Fondo infrastrutture, sia, in via programmatica, le quote residue di contributo di complessivi 1.287,3 milioni di euro;

il 12 novembre 2009 un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri nominava il dottor Pietro Ciucci commissario straordinario per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del ponte, dei relativi collegamenti stradali e ferroviari nonché delle opere e misure mitigatrici e compensative dell'impatto ambientale, territoriale e sociale del progetto. Il termine per l'incarico, di durata triennale, era stabilito al 12 novembre 2012. L'art. 4 del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevedeva che "In ogni caso i provvedimenti e le ordinanze emesse dal commissario non possono comportare oneri privi di copertura finanziaria e determinare effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica";

il 17 dicembre 2009 era approvata la delibera CIPE n. 121, che assegnava 213 milioni di euro ad Anas e 117 a Rete ferroviaria italiana quali quote partecipative all'aumento di capitale (900 milioni di euro) della Stretto di Messina SpA, nonché 7 milioni di euro per il finanziamento della variante di Cannitello, opera complementare alla realizzazione del ponte;

il 21 dicembre 2009 l'assemblea straordinaria della Stretto di Messina approvava l'aumento di capitale di 900 milioni di euro da eseguire in 5 anni, in relazione ai fabbisogni conseguenti ai lavori di realizzazione del ponte. In particolare Anas si impegnava ad intervenire con 683 milioni di euro (di cui 470 assegnati dalla legge finanziaria per il 2010 e 213 con delibera CIPE del 17 dicembre 2009) mentre Rete ferroviaria italiana avrebbe partecipato con 117 milioni di euro. La Regione Siciliana, nell'impegnarsi a sottoscrivere la propria quota di competenza pari a 23 milioni di euro, dichiarava la disponibilità ad intervenire fino all'importo massimo di 100 milioni di euro;

la legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria per il 2010), all'articolo 2, comma 204, disponeva: "Al fine di consentire il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n. 1158 (...), è autorizzata la spesa di 470 milioni di euro per l'anno 2012 quale contributo alla società Anas SpA per la sottoscrizione e l'esecuzione negli anni 2012 e seguenti, di aumenti di capitale della società di cui al medesimo articolo". Il successivo comma 205 recitava: "È approvato il secondo atto aggiuntivo alla Convenzione di concessione del 30 dicembre 2003 sottoscritto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con la società Stretto di Messina SpA ai sensi della legge 17 dicembre 1971, n. 1158";

il 23 dicembre 2009 avvenivano la consegna dei lavori al contraente generale e l'avvio del primo cantiere della variante di Cannitello;

il 1° aprile 2010 era avviata la progettazione delle opere a terra da parte di Eurolin;

il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, all'articolo 2 prevedeva una riduzione lineare del 10 per cento delle dotazioni finanziarie a decorrere dall'anno 2011. Di conseguenza il contributo di 470 milioni di euro concesso all'Anas SpA era ridotto a 423 milioni di euro;

il 10 settembre 2010 era sottoscritto un atto con il contraente generale che prevedeva il superamento di costo rispetto al piano economico-finanziario allegato al secondo atto aggiuntivo approvato con legge 23 dicembre 2009, n. 191;

a pagina 137 del bilancio di esercizio di Anas SpA del 2010 si evidenziava che il piano economico-finanziario dell'investimento relativo al Ponte sullo Stretto di Messina non teneva conto delle ulteriori prestazioni progettuali inserite con l'atto sottoscritto tra la società ed il contraente generale in data 10 settembre 2010, e doveva pertanto essere aggiornato in vista dell'approvazione del progetto definitivo. In attesa dell'aggiornamento del piano economico-finanziario, l'onere complessivo dell'investimento era stimato pari a 6,3 miliardi di euro, di cui il 40 per cento, pari a 2,5 miliardi di euro, con contributi pubblici;

il 20 dicembre 2010, il contraente generale Eurolink inviava alla Stretto di Messina SpA il progetto definitivo del ponte e degli oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari;

il decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, prevedeva l'azzeramento del contributo originariamente stanziato dall'articolo 2, comma 204, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, di 470 milioni di euro quale contributo alla società Anas SpA per la sottoscrizione e l'esecuzione, negli anni 2012 e seguenti, di aumenti di capitale della società;

il 29 luglio 2011, il consiglio d'amministrazione della società approvava il progetto definitivo e il nuovo quadro economico complessivo e, in concomitanza, aggiornava lo schema di finanziamento dell'opera. Il nuovo quadro economico stimava gli interventi complessivi in 8,5 miliardi di euro (il costo aggiornato dei lavori sarà ultimativamente accertato con l'approvazione del progetto definitivo da parte del CIPE), con un incremento di circa 2,2 miliardi di euro rispetto alla stima dei costi del progetto preliminare;

il 20 gennaio 2012 la delibera CIPE n. 6 definanziava i contributi pubblici per 1.624,3 milioni di euro. In particolare, erano definanziati il contributo in conto impianti stanziato dalla delibera CIPE n. 102/2009 per 1.287,3 milioni di euro ed il contributo in conto aumento capitale sociale di 337 milioni di euro stanziato dalla delibera CIPE n. 121 del 2009. Con tale determinazione l'ammontare dei contributi pubblici, originariamente previsti per 2.500 milioni di euro, si riduceva a complessivi 312,7 milioni di euro di cui 300 (quota parte dell'aumento di capitale già sottoscritto e versato) già utilizzati per le spese sostenute dalla società Stretto di Messina SpA come da bilancio di esercizio 2011. Per l'effetto, i 2,5 miliardi di euro previsti come contributi pubblici erano definanziati di circa 2,1 miliardi di euro, azzerando di fatto le fonti pubbliche previste nel vigente piano economico-finanziario;

il disegno di legge di stabilità, ora all'esame della Camera, prevede all'art. 8, comma 8, lo stanziamento di 300 milioni di euro per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione di interventi per i quali sussistono titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in esercizio della presente legge (penalità contrattuali Ponte sullo Stretto di Messina);

considerato che:

la sottoscrizione della convenzione, con relativo piano economico-finanziario, approvato con legge n. 191 del 2009, non equivale ad avere l'effettiva disponibilità delle fonti finanziarie ivi previste, in primis il contributo pubblico di 2,5 miliardi di euro e, soprattutto, gli ingenti finanziamenti bancari pari a circa 4 miliardi di euro;

in contrasto con quanto previsto dall'art. 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 novembre 2009, il commissario, dottor Pietro Ciucci, ha assunto ripetutamente impegni sprovvisti della relativa copertura finanziaria che potranno avere effetti negativi sui saldi di finanza pubblica. In particolare: in data 25 settembre 2009 il commissario, prima ancora di avere lo stanziamento dei 1.300 milioni di euro previsti dal decreto-legge 78 del 1° luglio 2009 (si ricorda che la delibera CIPE n. 102 del 6 novembre 2009 aveva determinato in soli 12,7 milioni di euro la quota di contributo disponibile, assegnando solo in via programmatica, e quindi senza alcuna certezza di erogazione, i restanti contributi di 1.287,3 milioni di euro), ha sottoscritto con il contraente generale un accordo per il riavvio delle attività non disponendo della necessaria copertura finanziaria; in data 23 dicembre 2009 il commissario, senza avere la copertura finanziaria integrale prevista nel piano economico-finanziario (a tale data non solo la delibera Cipe n. 102/2009 che stanziava i soli 13,7 milioni non era ancora registrata dalla Corte dei conti, ma non risulta in alcun documento ufficiale l'acquisizione del finanziamento bancario da parte della società di circa 4 miliardi di euro), ha consegnato i lavori al contraente generale, impegnandosi di fatto alla piena esecuzione del contratto pena il pagamento di una somma che dovrebbe oscillare tra i 300 ed i 500 milioni di euro, ovviamente a carico della finanza pubblica; in data 10 settembre 2010 il commissario ha sottoscritto un atto aggiuntivo con il contraente generale con il quale sono previsti costi superiori a quello inserito nel piano economico-finanziario, approvato con legge n. 191 del 2009, in assenza della copertura finanziaria rinviata all'approvazione del progetto definitivo;

ritenuto, inoltre, che:

sebbene nel bilancio di esercizio 2011 della Stretto di Messina SpA sia stato evidenziato il totale azzeramento dei contributi pubblici originariamente previsti, non è stato dedotto che l'assenza del finanziamento pubblico, oltre all'inesistenza di fonti di finanziamento da parte del mercato bancario, avrebbe potuto determinare la mancanza dei presupposti di continuità aziendale. Tale situazione avrebbe dovuto indurre il dottor Pietro Ciucci alla messa in liquidazione della società in quanto non in grado di raggiungere il proprio obiettivo sociale e di far fronte agli impegni assunti nei confronti del contraente generale;

lo stesso bilancio di esercizio 2011 non cita il definanziamento dei 1.617,3 milioni di euro di contributi pubblici operato dalla deliberazione CIPE n. 6/2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 aprile 2012 ben prima dell'approvazione del bilancio avvenuta il 31 maggio 2012;

nella relazione sulla gestione, nella parte relativa alle partecipazioni, è evidenziato il maggior costo dell'investimento, che passa da 6,3 a 8,5 miliardi di euro, e si sostiene, genericamente, che la copertura finanziaria del progetto dovrebbe essere posta a carico di altre fonti di finanziamento pubblico, non ancora individuate, tra cui le risorse di cui all'art. 18 della legge n. 183 del 2011, che nel caso specifico, oltre a non essere applicabili (in quanto la società Stretto di Messina non è una società di progetto bensì una concessionaria e come tale non beneficiaria della norma) non consentono la bancabilità del progetto (il mercato finanziario, ferma restando la criticità derivante dal mancato intervento della Banca europea degli investimenti, in quanto l'opera non rientra nei progetti prioritari comunitari, richiede per progetti similari un apporto minimale di capitale sociale pari a non meno del 30 per cento del fabbisogno complessivo, e quindi pari a 3 miliardi di euro circa che al momento non sono in alcun modo disponibili);

alla luce di tale situazione, a parere degli interroganti, il dottor Pietro Ciucci avrebbe dovuto, in via prudenziale, svalutare integralmente la propria partecipazione con conseguente evidenza di un risultato di esercizio negativo, rispetto a quello positivo che si evince, al contrario, dal bilancio di esercizio 2011 di Anas SpA;

rilevato, infine, che quanto evidenziato è stato oggetto di due atti di sindacato ispettivo parlamentari ai quali finora non è stata data risposta,

si chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza, per quanto di competenza, di un'iniziativa della Procura della Corte dei conti della Regione Lazio volta ad accertare l'esistenza e l'entità di un danno all'erario derivante dall'operato del dottor Pietro Ciucci e le eventuali responsabilità nei confronti dell'erario di tutti i soggetti coinvolti, nonché, di un'iniziativa della Procura della Repubblica di Roma ad accertare l'esistenza di eventuali ipotesi di reato di falso in bilancio e di insolvenza fraudolenta attribuibili al dottor Pietro Ciucci ed a tutti i soggetti coinvolti.