Pubblicato il 27 maggio 2003
Seduta n. 400
MALABARBA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
la Res Nova è una cooperativa che opera all’interno della divisione manutenzioni aeromobili (DOT) dell’Alitalia di Fiumicino ed impiega circa 20 lavoratori nell’attività della movimentazione del materiale aeronautico all’interno degli hangar;
la Res Nova è una cooperativa sociale e la sua missione, codificata nello statuto, è quella di offrire assistenza agli anziani;
la cooperativa Res Nova si occupa della suddetta attività avendo realizzato, attraverso il "meccanismo" delle scatole cinesi, un’associazione temporanea di impresa (ATI) con l’Eurohandling. Eurohandling, dal 2000, è titolare dell’attività di movimentazione dei materiali, cioè di quell’attività ceduta dall’Alitalia all’esterno fin dal 1994;
i lavoratori “soci” (solo virtuali, non avendo mai percepito i dividendi dei profitti, né versato le quote associative) di Res Nova da qualche tempo hanno rivendicato il riconoscimento dello status di dipendenti, nonché le medesime condizioni salariali, normative e contrattuali dei colleghi dell’Eurohandling;
dal 2000 i lavoratori della cooperativa si sono visti negare le ferie retribuite, la mensa, le maggiorazioni notturne e festive, i congedi matrimoniali, ed hanno percepito un salario di circa 700 euro, oltre 200 euro in meno rispetto a quello dei colleghi dell’Eurohandling.
per i primi due anni ai lavoratori della cooperativa Res Nova non è stata retribuita la malattia ed è stata negata la copertura assicurativa sugli infortuni, solo oggi retribuita a metà, visto che ai lavoratori esonerati dal servizio per infortunio sul lavoro si assegna un salario decurtato del 50%. Per quanto riguarda invece i contributi previdenziali, sono calcolati su una retribuzione fittizia di soli 315 euro mensili: dopo 40 anni di versamenti a tali livelli, la pensione sarebbe pari alla metà di quella sociale. A parità di mansioni e di lavoro svolto in tre anni di attività ad un lavoratore della cooperativa sono stati negati oltre 40.000 euro lordi di salario rispetto ad un collega dell’Eurohandling;
con l’intento di intimorire i lavoratori e di farli desistere dalle iniziative sindacali, nonché di rinunciare all’iniziativa legale, l’azienda ha, usato le maniere forti: ha colpito nel “mucchio” e, accampando delle motivazioni pretestuose, ha licenziato un lavoratore in lotta;
gli altri colleghi hanno deciso di continuare la lotta per le loro rivendicazioni;
si chiede di sapere:
se non si ritenga che il trasporto aereo in Italia sia diventato una vera giungla in termini di utilizzo del lavoro precario e di rispetto dei diritti dei lavoratori;
se non si valuti che processi di liberalizzazione e di deregulation abbiano fatto il loro corso anche nel nostro Paese, infliggendo un notevole arretramento alle condizioni salariali e normative dei lavoratori;
se, anche alle luce di quanto esposto, non si valuti che la situazione delle aziende che operano nel trasporto aereo, sia dei vettori (Alitalia, Air Europe, Lufthansa, ecc.) sia di quelle società di gestione aeroportuale (AdR, AdR Handling, SEA, ecc.), che di quelle dell’indotto, non versi ai limiti allo sfruttamento;
quali misure si intenda intraprendere per garantire l'agibilità sindacale, il futuro occupazionale ai lavoratori della Res Nova, nonché il ritiro del licenziamento del lavoratore sopracitato.