Atto n. 4-08360

Pubblicato il 9 ottobre 2012, nella seduta n. 810

THALER AUSSERHOFER - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti è l'unica associazione che in forza del regio decreto n. 1789 del 29 luglio 1923, essendo posta sotto la vigilanza del Governo, rappresenta tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani, un universo di circa 1.800.000 persone, e non soltanto i propri iscritti. Inoltre, l'Unione è l'unica associazione che ha scelto di non limitare il proprio impegno al ruolo di rappresentanza e tutela, ma di estenderlo all'erogazione diretta di servizi ai ciechi e agli ipovedenti iscritti (e non) iscritti all'associazione;

l'Unione è l'unica associazione posta sotto il controllo della Corte dei conti che redige annualmente la relazione al Parlamento sulle sue attività. La Corte si esprime nei confronti dell'organizzazione dicendo che l'Unione, anche nel periodo oggetto di referto, si conferma punto di riferimento per i non vedenti, anche considerato l'elevato numero di aderenti, continuando ad operare con convinzione e tenacia, anche in presenza di difficoltà oggettive;

la cecità rappresenta una minorazione gravissima i cui condizionamenti si sono accresciuti con l'avvento della civiltà delle immagini: le più recenti ricerche hanno confermato che l'83 per cento delle informazioni che arrivano al cervello passano attraverso il canale visivo, essa incide, quindi, non soltanto sulla mobilità della persona cieca ma su tutti gli aspetti della sua vita: l'istruzione, la formazione professionale, il lavoro, l'informazione, la cultura, la prevenzione della cecità, la riabilitazione, l'accesso ai beni culturali, alle attività sportive ed al tempo libero;

tali condizionamenti richiedono l'erogazione di servizi specialistici che il settore pubblico non era e non è in grado di assicurare, motivo per il quale il legislatore ha scelto di concedere all'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti con diverse leggi, nate anche in compensazione di specifici tributi soppressi il cui gettito aveva analoga destinazione, contributi finalizzati all'erogazione dei servizi che vanno dal settore dell'integrazione scolastica, all'assistenza personale ai disabili visivi, dal settore della pensionistica alla produzione di pubblicazioni in braille e in caratteri ingranditi diffuse gratuitamente, dal settore della formazione a quello della riabilitazione e della ricerca;

l'articolo 4, comma 17, della legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012), ha previsto a decorrere dal 2012 una decurtazione di ben 2.000.000 euro del contributo compensativo annuo concesso all'Unione ai sensi dell'articolo 1 della legge 12 gennaio 1996, n. 24, fissandolo in 65.828 euro, costringendo l'associazione ad interrompere l'erogazione di molti dei predetti servizi a solo danno dell'utenza, rappresentata dai ciechi, dagli ipovedenti e dalle loro famiglie, e a collocare temporaneamente il proprio personale in cassa integrazione con la prospettiva del licenziamento;

al comma 18 è prevista un'ulteriore analoga decurtazione di ben 2.000.000 euro del contributo annuo concesso all'Unione ai sensi dell'articolo 1 della legge 23 settembre 1993, n. 379, con vincolo di destinazione all'Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) ed all'Istituto europeo ricerca, formazione orientamento professionale (I.E.R.F.O.P.), fissandolo in 291.142 euro, costringendo anche in questo caso entrambi gli enti a sospendere di fatto la propria attività in favore dei disabili visivi,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso ripristinare nel loro importo originario i contributi di cui all'articolo 1 della legge 12 gennaio 1996, n. 24, e di cui all'articolo 1 della legge 23 settembre 1993, n. 379.