Pubblicato il 30 luglio 2012, nella seduta n. 779
DE FEO - Al Ministro per i beni e le attività culturali. -
Premesso che:
i siti archeologici e monumentali presenti in Campania, come riportato nelle reiterate denunce promosse in numerosi e diversi atti di sindacato ispettivo, versano in uno stato di abbandono e di disinteresse quasi completo da parte della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei;
quotidianamente la stampa locale e nazionale riporta episodi di incuria, crolli, atti di vandalismo e denuncia la chiusura a singhiozzo e senza alcun preavviso dei monumenti e dei siti;
tale stato di cose ingenera gravi disagi e insoddisfazione nei numerosi turisti costretti a rinunciare alla visita programmata o ad aspettare ore in fila malgrado la prenotazione;
gli ultimi casi riguardano le improvvise chiusure dell'anfiteatro Flavio di Pozzuoli a causa delle malattie degli addetti alla sorveglianza: basta l'assenza di uno solo dei sorveglianti per provocare la chiusura del sito;
l'anfiteatro Flavio, in particolare, rimane aperto solo 4 giorni alla settimana e anche quando è aperto i visitatori sono ammessi in gruppi di sole 15 persone e a distanza di 15 minuti l'uno dall'altro;
rilevato che:
non è più tollerabile che un'intera area che potrebbe sfruttare le enormi ricchezze del patrimonio storico e architettonico per soddisfare le richieste turistiche che provengono da tutto il mondo continui ad essere gestita in maniera così, a dir poco, approssimativa;
le chiusure improvvise dei siti archeologici e dei monumenti, inoltre, arrecano, secondo il giudizio dell'interrogante, un grave danno alle casse dello Stato,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, sulla scorta di tutte le inefficienze denunciate e riscontrate dall'interrogante, dai cittadini, dai turisti e dagli organi di stampa, non ritenga inevitabile procedere, nel proprio ambito di azione, alle necessarie segnalazioni alla Corte dei conti per il seguito di competenza, in considerazione delle evidenti carenze e dei danni apportati allo Stato e ai cittadini contribuenti per la grave situazione di sperpero di denaro pubblico e di danno ingente per l'erario;
quali siano i motivi per i quali non si sia fin qui interessata la Corte dei conti per l'individuazione dei responsabili della l'evidente cattiva gestione, posta in essere, a giudizio dell'interrogante, dalla Soprintendenza.