Pubblicato il 12 luglio 2012, nella seduta n. 764
SANNA - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
il decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, recante: "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo" all'art. 50, rubricato "Attuazione dell'autonomia", detta gli obiettivi di: "consolidare e sviluppare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l'autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola", attraverso linee guida per conseguire la finalità sancita al comma 1 dello stesso articolo di "potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche";
tale volontà dell'Esecutivo attuale e del legislatore è in continuità con la normativa vigente ed intende potenziare la personalità giuridica e l'autonomia amministrativa attribuita alle istituzioni scolastiche dall'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, dall'art. 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, e dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275;
nel corso dei primi mesi del 2012, l'Esecutivo ha avviato una azione tesa al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica con l'adozione di misure dirette a favorire lo sviluppo, la competitività e il sostegno all'occupazione. In tal senso, è stato avviato il processo di spending review, teso ad analizzare le situazioni di inefficienza nella produzione dei servizi e nell'eventuale allocazione delle risorse e ciò al fine di eliminare gli sprechi per destinare le risorse alla crescita e allo sviluppo;
in questi anni presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca si è assistito, per quanto riguarda i sistemi informatici, a vari tentativi di accentramento dei servizi verso un unico fornitore esterno al Ministero medesimo con altrettanti tentativi di imposizione alle segreterie scolastiche di software di cui le scuole sono già dotate. Una inutile e costosa duplicazione;
questa duplicazione ha portato, negli anni scorsi, a diversi atti parlamentari ispettivi che hanno riguardato proprio la fornitura centralizzata dei servizi informatici. È possibile reperire tale documentazione: in modo particolare nella seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati n. 792 del 17 ottobre 2000 il Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione pro tempore, Silvia Barbieri, rispose che il Ministero non avrebbe "vincolato le segreterie delle istituzioni scolastiche all'uso del pacchetto SISSI [i software forniti dal Ministero] per alcun adempimento amministrativo, tant'è che ancora oggi migliaia di scuole usano altri prodotti di mercato" e la Direzione generale per i sistemi informativi, Ufficio III, con prot. 3010 dell'11 ottobre 2007, diramò a tutte le istituzioni scolastiche una circolare con la quale lasciava libertà di scelta della soluzione funzionale più idonea, per la gestione delle attività di segreteria. Naturalmente sarebbe stata cura della Direzione Sistemi informativi garantire, di concerto con i vari fornitori di soluzioni software per la scuola, la definizione di standard che consentissero a tutte le istituzioni scolastiche di inviare le informazioni richieste dall'amministrazione;
è bene ricordare che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dopo aver realizzato nel 1998 sotto la denominazione "Sissi" molte delle procedure informatiche, le ha dismesse, nonostante i costi sostenuti, nel 2007 e adesso, attraverso il cosiddetto progetto CO.GE., le sta, gradualmente, riproponendo in ambiente web con la denominazione "Sidi". Il tutto con enormi e ingiustificati costi oltre alle difficoltà arrecate alle istituzioni scolastiche;
tra tali prodotti imposti con il progetto CO.GE., uno dei più pubblicizzati è stato il software "commissione web" il cui avvio si è caratterizzato, in tutta Italia, con un vero e proprio flop creando enormi disagi, evidenziati in buona parte della stampa nazionale, ed aggravio di lavoro a presidenti e commissari d'esame che hanno dovuto ripiegare sulla cara e vecchia penna per verbalizzare sui modelli degli anni scorsi o affidarsi ai più sicuri e ampiamente collaudati sistemi del libero mercato;
tutto ciò ha già provocato reazioni negative negli operatori scolastici e nel mondo sindacale che hanno fortemente stigmatizzato la gestione del progetto CO.GE. e la produzione continua di circolari e materiale documentale che tendono palesemente a disattendere le disposizioni normative vigenti, citate in premessa, relative all'acquisizione della personalità giuridica delle istituzioni scolastiche e al riconoscimento della loro autonomia gestionale oltre che della capacità di essere titolari, per fare un esempio, di diritti reali su beni mobili e immobili;
in un comunicato del 10 maggio 2012 la segreteria nazionale FLC-CGIL si chiede se la gestione del progetto CO.GE. sia discrezionale dei funzionari o sia una strategia del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
a parere dell'interrogante, un processo di accentramento e di imposizione di strumenti operativi da parte del Ministero dell'istruzione è in contrasto con quanto espresso normativamente dallo stesso Esecutivo, in difformità al quadro normativo vigente in materia di autonomia scolastica, economicamente più gravoso per lo Stato, disattende il processo di spending review e fornisce servizi, tra l'altro, inefficienti e non funzionali, come è stato nel caso di "commissione web". Servizi di cui le scuole sono già dotate e con risultati totalmente opposti a quello cui si è assistito,
si chiede di sapere:
se il Governo ritenga, visti i precedenti e costosi fallimenti di forniture informatiche centralizzate da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e in presenza di una normativa nazionale e comunitaria consolidata sia in materia di autonomia scolastica che in materia di libera concorrenza e in un momento di così grave condizione economica per il Paese, di voler riprendere la pratica, già negativamente sperimentata, di imporre duplicati di pacchetti applicativi già in uso nelle segreterie scolastiche, oppure se non ritenta opportuno definire standard di interoperabilità tra i sistemi per evitare costi al Ministero dell'università e garantire maggiore efficienza ed efficacia, sviluppo tecnologico, nessuna necessità di ulteriore formazione del personale, gradimento da parte delle migliaia di operatori delle segreterie scolastiche e servizi di assistenza più tempestivi e territorialmente diffusi;
quali siano stati i costi finora sostenuti nelle varie fasi per il progetto Sidi e CO.GE, a quanto ammonti il costo totale del progetto, quali siano stati i risultati ottenuti in termini di prodotti realizzati e servizi forniti e, qualora disponibili, le valutazioni di customer satisfaction degli operatori scolastici;
vista la discrasia tra le finalità dichiarate e i tentativi di limitazione dell'autonomia, quali siano gli intendimenti del Governo rispetto al mantenimento del libero mercato e dell'autonomia gestionale, amministrativa, funzionale delle scuole più volte ribadite, anche in sede parlamentare, dagli Esecutivi precedenti in risposta alle interrogazioni presentate negli anni.