Atto n. 1-00635

Pubblicato il 15 maggio 2012, nella seduta n. 722
Esame concluso nella seduta n. 725 dell'Assemblea (17/05/2012)

GARAVAGLIA Massimo , VACCARI , FRANCO Paolo , MONTANI , MURA , MAZZATORTA , CAGNIN , PITTONI

Il Senato,

premesso che:

il rigore delle misure economico-finanziarie adottate nel corso del 2011 e, di recente, dal Governo Monti, riportano i saldi di finanza pubblica nei limiti concordati in sede europea, ma non sono affatto idonee a promuovere la ripresa economica, anzi hanno innescato un processo di recessione ancora più grave;

ora occorre che il Governo adotti nell'immediato interventi a sostegno delle imprese, in particolare le medie e piccole imprese, che rappresentano la parte più cospicua dell'apparato produttivo italiano;

l'aggravarsi del fenomeno recessivo in tutti i Paesi dell'Unione europea (UE) ha indotto i vertici europei a sollecitare i Governi ad intervenire per sostenere la crescita del Pil, senza la quale si vanificano i sacrifici imposti ai cittadini;

nel nostro Paese il reperimento di risorse, attuato soprattutto con l'inasprimento della pressione fiscale ed i tagli delle risorse agli enti locali, nella permanenza di una spesa corrente ad oggi ancora troppo incisiva sul Pil, sta compromettendo la ripresa economica ed ha messo in ginocchio le imprese e le famiglie;

i gravi fenomeni di insofferenza (suicidi degli imprenditori, chiusura delle imprese, perdite di posti di lavoro, carovita, aumento dell'inflazione, eccetera) a cui si assiste ogni giorno rendono improcrastinabili interventi urgenti per mettere in condizione i Comuni di dare sostegno a livello territoriale agli imprenditori in grave difficoltà. Si tratta, infatti, di suicidi commessi da piccoli imprenditori, le cui imprese trovano sussistenza in genere nell'economia locale. Le amministrazioni locali avrebbero più facilità ad intervenire ed instaurare un rapporto con gli imprenditori in difficoltà per prevenire atti disperati;

le ultime manovre, come ben noto, hanno inasprito i vincoli del patto di stabilità degli enti sottoposti, congelando qualsiasi intervento di continuità e/o di sviluppo delle economie territoriali;

l'impossibilità per gli enti in avanzo di poter spendere le risorse per investimenti, ovvero l'impossibilità per gli enti locali di poter sbloccare i residui passivi per liberare le risorse indispensabili a pagare appalti e forniture e aiutare le aziende nella loro sopravvivenza sono cause da rimuovere con tempestività;

si avvicina per i Comuni la chiusura dei bilanci per il 2012 e senza un cambiamento dello status quo sarà difficile far quadrare i conti senza tagliare drasticamente i servizi ai cittadini;

alla rigidità del patto si è aggiunto il grave danno finanziario conseguente alla sospensione del regime della tesoreria mista per il triennio 2012-2014. Nonostante le forti opposizioni di tutte le amministrazioni locali, il Governo non ha ritirato la norma ed ha costretto a versare nelle casse dello Stato 8,6 miliardi di liquidità, che erano nella disponibilità degli enti locali e territoriali e degli altri enti pubblici con autonomia finanziaria. Regioni e Comuni dovranno rinunciare, oltre all'autonomia finanziaria, anche ai maggiori interessi che avrebbero maturato mediante gli investimenti delle proprie disponibilità, da smobilizzare per il riversamento obbligatorio in tesoreria unica;

inoltre, con l'anticipazione in via sperimentale dell'Imposta municipale unica (IMU) per il 2012, le autonomie locali avrebbero avuto un'occasione importante per disporre di maggiori entrate da destinare al sostegno dell'economia locale;

al contrario, il Governo ha riservato una cospicua quota di gettito all'erario, aumentando di fatto solo la pressione fiscale locale a carico dei cittadini e delle imprese;

è noto che il valore degli investimenti dell'economia locale rispetto a quella nazionale è pari al 60 per cento e, se continuano ad essere congelati gli investimenti degli enti locali, è difficile creare le condizioni i crescita del Pil per ripianare il debito pubblico;

è prioritario intervenire con modifiche al patto di stabilità, per liberare risorse da destinare alla prosecuzione delle opere già appaltate, cantierare nuove opere, per salvare e far sopravvivere le piccole e medie aziende, con conseguente interruzione del processo di perdita di posti di lavoro, soprattutto nel settore edile,

impegna il Governo:

1) ad adottare tempestivamente iniziative per far sì che gli enti locali possano essere il motore di partenza della ripresa economica, consentendo deroghe al patto di stabilità, finalizzate al pagamento dei residui passivi in conto capitale e favorire, in tal modo, il sostegno del tessuto economico locale e territoriale, costituito dalle piccole e medie imprese;

2) a liberare entro il 2012 risorse finanziarie mediante l'applicazione dell'istituto della spending review, da destinare al ripristino del regime della tesoreria mista prima del decorso del triennio 2012-2014, per restituire autonomia finanziaria nella gestione delle risorse proprie agli enti interessati;

3) ad adottare tutti i provvedimenti necessari per destinare l'intero gettito IMU alle autonomie locali, come prevedeva l'originaria normativa, almeno a decorrere dal 2013, compensando la quota di gettito attualmente riservata all'erario con effettivi tagli di spesa corrente delle amministrazioni centrali e contrastando i fenomeni di spreco delle risorse pubbliche;

4) a potenziare il ruolo degli enti locali e territoriali nel processo di crescita dell'economia nazionale, la loro autonomia normativa e finanziaria, concludendo il processo di riforma previsto dalla legge delega n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale.